Ellen G. White e la Chiesa Avventista Italiana – tesi in formato testo

 
CAMPUS ADVENTISTE DU SALEVE
Faculté adventiste de théologie
Collonges sous Salève

Ellen G. White e la Chiesa Avventista Italiana
Ragioni e metodi della redazione de L’Eredità di un Profeta

Tesi presentato in vista dell’ottenimento
del master in Teologia pratica. E’ possibile scaricarla liberamente.

Direttore di ricerca: Roland Meyer
Assessore: Bernard Sauvagnat

Marzo 2003

CAMPUS ADVENTISTE DU SALEVE
Faculté adventiste de théologie
Collonges sous Salève

Ellen G. White e la Chiesa Avventista Italiana
Ragioni e metodi della redazione de L’Eredità di un Profeta

ABBREVIAZIONI

Libri di Ellen G. White

– AA: The Acts of the Apostles
– AH: The Adventist Home
– CD: Counsels on Diet and Foods
– CG: Child Guidance,
– CH: Counsels on Health
– ChS: Christian Service
– CM: Colporteur Ministry
– COL: Christ’s Object Lessons
– CS: Counsels on Stewardship
– CSW: Counsels on Sabbath School Work
– CT: Counsels to Parents, Teachers, and Students
– CW: Counsels to Writers and Editors
– DA: The Desire of Ages
– Ed: Education
– Ev: Evangelism
– EW: Early Writings
– FE: Fundamentals of Christian Education
– GC: The Great Controversy
– GW: Gospel Workers
– L: Ellen G. White’s letters
– LS: Life Sketches of Ellen G. White
– MB: Thoughts From the Mount of Blessing
– MH: The Ministry of Healing
– ML: My Life Today
– MM: Medical Ministry
– MS: Ellen G. Whit’s manuscripts
– MYP: Messages to Young People
– PK: Prophets and Kings
– PP: Patriarchs and Prophets
– SC: Steps to Christ
– SD: Sons and Daughters of God
– 1SG: Spiritual Gifts, vol. 1
– 2SG: Spiritual Gifts, vol. 2
– 3SG: Spiritual Gifts, vol. 3
– 4SG-a: Spiritual Gifts, vol. 4, part 1
– 4SG-b: Spiritual Gilts, vol. 4, part 2
– SL: The Sanctified Life
– ISM: Selected Messages, book 1
– 2SM: Selected Messages, book 2
– SR: The Story of Redemption
– 1T: Testimonies, vol. 1 (2T etc., for vols. 2-9)
– Te: Temperance
– TM: Testimonies to Ministers and Gospel Workers
– 1TT: Testimony Treasures, vol. 1 (2TT etc., for vols. 2 and 3)
– WM: Welfare Ministry

Altre abbreviazioni

BC The Seventh-day Adventist Bible Commentary (7 vols.), Washington D.C.: Review and Herald Publishing Association, 1954-1957.

SABD The Seventh-day Adventist Bible Dictionary, Washington D.C.: Review and Herald Publishing Association, 1960.

Bio Ellen G. White, by Arthur White, (6 vols.), Washington D.C.: Review and Herald Publishing Association, 1981-1985.

SDAE Seventh Adventist Encyclopedia, Washington D.C.: Review and Herald Publishing Association, 1966.

Index Comprehensive Index to the Writings of Ellen G. White, (3 vols.), Pacific
Press, 1962-1963.

P.P. Pacific Press Publishing Association, Mountain View, California

ADV Casa editrice Avventista Italiana, Falciani – Impruneta, Firenze.

EUD Divisione Euroafricana degli Avventisti del 7° Giorno.

GC Conferenza Generale degli Avventisti del 7° Giorno.

R &H. Review and Herald., Publishing Association, Washington D.C.

UICCA Unione Italiana delle Chiese Cristiane Avventiste , Roma.

INTRODUZIONE

Questo lavoro, tenta di capire il perché della grande contraddizione che vive da sempre la Chiesa Cristiana Avventista Italiana in rapporto ad Ellen G. White, il profeta co-fondatore della Chiesa Cristiana Avventista mondiale.
Logica vuole che si amino forte gli eroi che hanno posto le basi della identità di cui si è fieri: è certamente difficile trovare un patriota americano che non sia fiero di Lincoln, un cattolico pacifista di Francesco di Assisi, un illuminista di Voltaire, un convinto protestante tedesco di Lutero. E’ possibilissimo invece, anzi, è decisamente probabile, trovare degli avventisti fortemente infastiditi dalla figura di Ellen G. White.
Abbiamo scritto L’Eredità di un profeta per aiutare la chiesa italiana a risolvere questa contraddizione distruttiva, abbiamo redatto questa Tesi per capire le cause della stessa contraddizione; che prima del libro avevamo intuito e che in questo lavoro abbiamo voluto verificare e documentare.
I motivi dell’insofferenza di troppi avventisti italiani contro Ellen G. White, crediamo siano sostanzialmente due:
– Il principio della Sola Scriptura, come regola di fede e di condotta, principio fondante dell’Avventismo, cavallo di battaglia nella catechesi evangelistica, ha in se delle difficoltà di conciliazione con la presenza di una figura profetica extracanonica.
– Gli Avventisti Italiani non sono stati forniti degli strumenti di base – da parte dell’UICCA, della EUD, della GC, per conoscere la loro storia e comprendere la conciliazione di due verità integrabili, pur con un po’ di fatica, quali il Canone chiuso e la perennità della profezia .
Il primo dei due motivi è universale, non lo hanno come problema coloro che non hanno avuto un profeta, o coloro che avendolo avuto hanno abbandonato il baluardo protestante della Sola Scriptura.
Il secondo deriva invece da una carenza grave della Organizzazione Avventista e da una grave sua contraddizione organizzativa: essa crede profondamente nella cultura ma non è coerente con il suo credo quando affida la produzione dei libri base – riguardo la sua storia, la sua missione profetica – al self Supporting delle sue Case Editrici, le quali, perciò, stampano principalmente quello che in un dato contesto socio culturale si vende .
L’avventismo storico ha avuto il torto di applicare al mondo la stessa logica editoriale che aveva avuto successo nel Stati Uniti dimenticando le profonde differenze tra i due mondi.
Nell’ambiente socio culturale Nord americano della seconda metà dell’800, nel mondo dei nostri pionieri, andavano a ruba i libri religiosi e particolarmente quelli profetico – predittivi. Le editrici religiose, se ben dirette, potevano fare affari d’oro. George R. Knight scrive: “ Nel 1830 gli Stati Uniti avevano 605 periodici religiosi, di cui solo 14 erano esistiti prima del 1790. Ancora, dopo il 1830 l’American Bible Society e l’American Tract Society producevano annualmente rispettivamente oltre 1 milione di Bibbie e 6 milioni di periodici .”
Nel contesto socio culturale italiano del medesimo periodo invece, la stessa lingua italiana era parlata da pochi (la maggioranza degli italiani parlava i dialetti delle proprie regioni di appartenenza), l’analfabetismo era altissimo, l’editoria religiosa era poverissima, e la diffusione di qualunque pubblicazione non cattolica faceva correre il rischio dell’arresto.
Per capire le differenze abissali tra la realtà nord americana in cui si sviluppò il primo avventismo e la realtà italiana basta scorrere questa tabella statistica sulle percentuali di analfabetismo in Italia e gli Stati Uniti nella fase di nascita e sviluppo dell’opera:
Analfabetismo in Italia Analfabetismo negli Stati Uniti
1861 74,7% 20%
1880 47,5% 17%
1900 48,6% 11%
1920 35,2% 8%
1941 13,8% 5%
Giuseppe De Meo, autore di una Storia della Chiesa Cristiana Avventista Italiana, racconta di diversi colportori imprigionati e che hanno rischiato il linciaggio per la diffusioni di pubblicazioni religiose. Raffaele Valerio, uno dei pionieri dell’Avventismo italiano – racconta il De Meo – “ Ha non poche difficoltà con le autorità civili ed ecclesiastiche. Messo in prigione alcune volte, si salva in una certa occasione per miracolo da un gruppo inferocito guidato dal prete di Nocelletto, fuggendo a Carinola (napoletano) .” Siamo già nel 1925, ma simili problemi sussisteranno sino agli inizi degli anni 50, e da allora in poi, l’editoria religiosa rimarrà la cenerentola dell’editoria italiana.
Sempre il De Meo scrive che, perfino nelle Valli Valdesi, che gia avevano una secolare tradizione scolastica, nel 1897, su uno studio compiuto sugli atti matrimoniali risulta che non li avevano firmati il 54% delle donne e il 15% degli uomini . Molti di coloro che firmano inoltre, com’era prassi nel mondo contadino, avevano imparato a firmare ma non necessariamente a leggere e a scrivere.
La nostra tesi è che, in questo campo,: laddove gli avventisti sono pochi sarebbe necessaria una riforma. A noi pare che proprio perché sono pochi, è necessario investire nel libro prima che su ogni altra cosa, eccetto che nel materiale umano: libri base che riguardino la nostra storia, il nostro messaggio profetico, il nostro profeta, le nostre dottrine basilari, le nostre dottrine scomode. Queste cose non possono essere affidate, come è accaduto in Italia con la figura e l’opera di Ellen G. White e con le convinzioni profetiche, alla tradizione orale. Questo procedere ha avuto, e continua ad avere effetti devastanti, riguardo alla fierezza dell’Identità Avventista.
Quando si critica ci si affanna sempre a cercare di dimostrare che non stiamo criticando. Noi invece affermiamo con energia che, con questa tesi, stiamo criticando, facendo risaltare una miopia grave della nostra chiesa in questo campo.
Vogliamo avere il coraggio della fierezza, esaltando chi ci ha preceduto per la straordinaria opera messa in piedi. Quando passeggio per i viali di Villa Aurora e per quelli di Collonges, sono ammirato e riconoscente per la preveggenza della mia Chiesa riguardo alla Educazione, come riguardo a numerose altre straordinarie intuizioni ma, come Ellen G. White affermò coraggiosamente parlando della Bibbia : “ogni cosa umana è imperfetta .” In questo lavoro abbiamo voluto mostrare per amore, un’imperfezione grave da perfezionare.
CAPITOLO I

IL PROBLEMA ELLEN G. WHITE NELLA CHIESA AVVENTISTA ITALIANA

Nei primi anni 80 compivo i miei 10 anni di ministerio, mi sentivo sempre più identificato con la speranza avventista ed il suo progetto missionario. Maturavo però, allo stesso tempo, una forte convinzione ed un’altrettanta forte preoccupazione sulla relazione della chiesa avventista italiana con il patrimonio Ellen G. White.

Una forte convinzione

Ero , e sono convinto, che non può esistere una seria Identità Avventista né un Avventismo preparato, informato, cosciente, senza Ellen G. White come suo elemento costitutivo .
Teoricamente, dato che il Messaggio Avventista si fonda esclusivamente sulla Bibbia, parrebbe logico concluderne che possa esistere un Avventismo senza Ellen G. White. Ma avremmo una visione evoluzionistica della fede, ed una comunità nata esclusivamente dall’uomo. Quell’Avventismo sarebbe una chiesa senza radici sane, senza vocazione, senza profezia. Saremmo una chiesa che negherebbe la premura di Dio verso l’avventismo e il valore delle sue peculiarità nel mondo evangelico e protestante; saremmo un albero dalle radici deboli in balia della prima tempesta. Infine, non sarebbe più Avventismo. L’orchestra misteriosa di Dio mancherebbe di un suo strumento, forgiato nella storia di Dio e preparato dalla profezia.
Studiando la storia della Chiesa Avventista ero arrivato alla convinzione, che non è venuta meno sin qui, che cinque suoi caratteri peculiari fanno della persona e dell’opera di Ellen G. White una componente essenziale dell’identità Avventista e della fedeltà alla sua vocazione:

1 – La storia di Ellen G. White è la storia di un’avventista esemplare

Esemplare lo è stata per almeno quattro ragioni:
a. La semplicità, l’equilibrio, la rettitudine della sua vita di madre, di moglie affettuosa, di vedova, di vicina, di amica; i suoi stessi critici nulla hanno mai da dire in rapporto a una vita che visse alla luce del sole; in case sempre piene di ospiti e di collaboratori, una vita vicina alla gente, lontana da qualunque piedistallo. Non è poco, quando si pensa al clima di mistero, di ambiguità, di isolamento, di stranezze in cui si consumano spesso le esperienze delle figure carismatiche della sua dimensione .
b. Ellen G. White, nel movimento avventista fu solo una voce. Una figura ritagliata nel profetismo classico (Isaia, Geremia, Ezechiele …). Non fu né un Mosè, né un Samuele, figure a cui si richiamano gli pseudo profeti moderni (Russel, Smith, Moon e la schiera di Guru “cristiani”) che in genere sono alla volta ideologi, teologi, capi e soprattutto padroni del gruppo che fondano . Ellen G. White partecipò sempre alle assemblee della Conferenza Generale come semplice delegato della sua comunità di appartenenza; non fu mai membro di un comitato; non ebbe mai un incarico ufficiale. Insieme con il marito, che per un periodo fu il tuttofare e il gestore dell’opera, condusse dure battaglie, non per accentrare il potere ma per decentrarlo. La maggior parte dei pionieri non volevano un’organizzazione. Loro due sì, e si batterono per ottenerla, pur nella consapevolezza che l’organizzazione con i suoi comitati e le sue assemblee avrebbe necessariamente diminuito il loro potere personale .
Finalmente, dopo 19 anni di dibattito, la chiesa venne organizzata ufficialmente e le responsabilità cominciarono così a essere ripartite! Era tale e tanta la sua fiducia nell’assistenza di Dio per la gestione del suo popolo che nel 1891, ella rispose a un appello da parte della Conferenza Generale e se ne andò per 10 anni in Australia.

c. La grandezza degli esseri umani e l’autenticità della loro fede si rivelano soprattutto nelle difficoltà. Ellen G. White ne ebbe e di pesanti. La sua salute fu sempre malferma; i primi venti anni del suo ministero furono caratterizzati dalla miseria, dovuta alla dedizione totale sua e del marito che, per un certo tempo, alternava la predicazione al lavoro; ebbe quattro figli e due morirono; anche il marito morì lasciandola per ventiquattro anni vedova. Nei suoi diari e nelle testimonianze di chi (e furono molti) le stette accanto, tutto fu gestito con immenso equilibrio, con lacrime e fede .

d. Il suo fu un ministero lungo 70 anni e in ognuno d’essi la sua operosità fu incredibile; in slitta, in treno, in battello, a bordo di carri, attraversò in lungo e in largo gli USA, passò dieci anni operosissimi in Australia, venne in Europa; incoraggiò, rimproverò, consolò, consigliò con la voce e con la penna; pervasa sempre da un grande amore per l’essere umano e da un grande equilibrio; nelle dispute frequenti all’interno dell’opera, riuscì a unire la fermezza alla carità, e ad avere sempre un enorme rispetto dell’essere umano; a privilegiare il dialogo e la tolleranza.

2 – L’intreccio inestricabile della sua esperienza umana e profetica con la nascita e lo sviluppo della Chiesa Avventista del 7° Giorno

La frase di F.M.Wilcox, (1853 – 1935) che fu redattore, editore ed insegnante di teologia per numerosi anni pubblicata sulle Review del 27 febbraio 1913: “La storia della sua vita è la storia di questo movimento” , non è esagerata.
La sua relazione con l’Avventismo nascente fu complessa, dialettica, e non sempre simmetrica, ma intensa e determinante riguardo alla sua identità.
Ma, ella non fu un padre padrone. Nessuna scoperta dottrinale ha in lei, o nelle sue visioni la propria origine; ciononostante, e forse proprio per questo, l’influsso che ebbe sul movimento è difficilmente calcolabile; il meglio che abbiamo e che siamo, ha avuto in lei e attraverso le sue visioni uno straordinario sostegno e sviluppo: la democraticità dell’organizzazione, la visione universalistica della missione, l’unità dell’uomo, l’assoluta gratuità della salvezza, il valore perenne della legge di Dio, la dottrina della temperanza, la visione di una fede operante e solidale, i primati dell’educazione e della solidarietà, l’opera di Cristo nel santuario celeste, il primato della Sola Scrittura .

3 – L’intreccio altamente positivo della sua vita con la vita della chiesa nei suoi primi settanta anni
“Li riconoscerete dai loro frutti” (Matteo 7:15-23), disse Gesù ai suoi per premunirli dai falsi profeti. Le miserie che abbiamo non sono poche. Nessuna di queste è attribuibile all’opera di Ellen G. White; siamo poveri nonostante Ellen G. White. Siamo però anche la chiesa più generosa della terra, che riesce a mantenere il più alto volume medico missionario educativo del mondo non cattolico; che ha la febbre dell’evangelizzazione; la chiesa più multirazziale della terra … Ciò che di meglio abbiamo ha spesso ricevuto un contributo determinante del ministero di Ellen G. White.

4 – Ellen G. White è il segno più evidente della vocazione profetica della chiesa

Le sue visioni concentriche alle visioni di Daniele e dell’Apocalisse ci proiettano nella fase finale del gran conflitto tra Cristo e Satana, augurandoci un ruolo da “protagonisti”. Lo Spirito di profezia è certamente stata la spinta più poderosa data alla chiesa nascente e adolescente, una spinta non esaurita, come militanza in una sfida cosmica da viversi, certo, come “servi inutili”, ma nella consapevolezza della grazia, della speranza, del progetto.

5 – Il ministero di Ellen G. White è il segno più evidente della premura di Dio verso la chiesa

Se Noé fu il segno della premura di Dio verso il mondo antidiluviano, se Mosè lo fu verso la nascita dell’Israele della promessa, se Isaia, Geremia … Paolo … lo furono ciascuno nella fase delicata che il popolo del Signore fu chiamato a vivere nella missione, Ellen G. White – se si conosce la storia del movimento e la sua storia nel movimento – è il segno più evidente (e non solo perché lo annuncia Ap12:17) della premura di Dio verso quel pugno di uomini delusi e confusi che crearono l’Avventismo come rimanente escatologico.

Una forte preoccupazione
Accanto alla forte convinzione, come pastore ero decisamente preoccupato della stranezza del rapporto della chiesa con Ellen G. White; dei laici ma anche dei suoi dirigenti a tutti i livelli.
Nella chiesa avventista italiana di quegli anni convivevano scontrandosi, pur nella maniera tipicamente italiana che storicamente non ha vissuto i tormenti violenti che hanno provocato la Riforma Protestante, almeno tre posizioni :
– Indifferenza;
– Ellen G. White come prontuario enciclopedico del vivere;
– Rigetto condito da sarcasmo ed ironia.
Queste posizioni erano presenti, e lo sono, nel vecchio corpo pastorale, nel nuovo, nella chiesa tutta.
Se è vero che l’unità ecclesiale non può e non deve prescindere dalla diversità, a me pareva, e pare, che questa specifica diversità fosse incompatibile con la vocazione della chiesa e con le condizione della sua comunione.

I problemi dell’assoluta indifferenza

Erano e sono notevoli; nessun popolo che non ha rispetto della propria storia potrà mai godere di un presente e di un avvenire dignitoso. Non si può essere indifferenti verso il parlare di Dio né tantomeno amare una chiesa influenzata e determinata da un falso profeta. L’indifferenza verso Ellen G. White è un problema di coerenza da qualunque lato la si colloca.

I problemi di Ellen G. White prontuario enciclopedico del vivere

Utilizzare Ellen G. White come tuttologa sarebbe già di per se un problema perché tuttologa non fu, perché ha operato in un mondo assai distante da noi. Ma il problema è reso ancora più grave dal fatto che ella non ha scritto una enciclopedia del vivere. Sarebbe un guaio se l’avesse fatto, ma non è problema minore il fatto che questa enciclopedia non esiste ma per molti è come se esistesse, poiché ognuno, sulla base di frasi pescate qua e la, costruisce la propria, e regola la propria vita ( ma a volte pretende di regolare la vita degli altri con asprezza) nella fedeltà ad un prontuario creato di sana pianta, pur se con materiali whitiani. Ad alti livelli di responsabilità, in certi momenti, si è molto operato perché Ellen G. White diventasse una enciclopedia del vivere. Chi non ricorda ai congressi degli anni 70 il vecchio fratello S .L. Folkenberg, responsabile alla EUD dell’Economato cristiano, trascinarsi giornalmente sul pulpito, valigette-classificatori contenenti in ordine alfabetico la parola di Ellen G. White, su qualunque problema.
Purtroppo, nella nostra esperienza di pastore abbiamo visti frutti tristi in questo campo. Ho assistito a comitati, a tutti i livelli, avvelenati dal responsabile di turno che non riuscendo a piegare il Comitato ai suoi voleri, giusti o sbagliati che fossero, ci provava con dichiarazioni vere o presunte di Ellen G. White.
Almeno una volta, in un’azienda pubblica, ho visto licenziare un fanatico dell’alimentazione per i problemi che creava nell’ambiente di lavoro ; un’altra volta ho visto una famiglia vendere una splendida casa in una splendida cittadina per andarsene a vivere “secondo il presunto comandamento whitiano” in campagna, sperperando una montagna di danaro e creando notevolissimi problemi alla sua famiglia.
Ma già al tempo di Ellen G. White, delle persone si sono rovinate la vita e la salute, e qualcuno, come accadde a quattro missionari americani, la vita la perse in India per frasi di Ellen E. White sul chinino. Esistono attualmente nell’Unione italiana, avventisti, pochi per fortuna, che vivono di stenti in ruderi diroccati, che non mandano i figli a scuola nella convinzione di essere fedeli al messaggio che Dio avrebbe dato ad Ellen G. White. In almeno in una Unione, il dipartimento G.A., in anni recenti, ha organizzato corsi di sopravvivenza per preparare i giovani alla crisi finale, ispirandosi ad Ellen G. White.
I problemi del rigetto

Se l’indifferenza è un problema, il rigetto, il sarcasmo e l’ironia sono un problema di pesante distruttività, anche se silente. Gesù aveva detto 2000 anni fa che nessun regno “che lotta contro se stesso” può avere un avvenire. Rigettare e ironizzare su Ellen G. White significa ironizzare su se stessi, significa un po’ minare la casa che ci ospita.
Non più tardi di due anni fa l’ex anziano della chiesa avventista italiana di Scafa (Pescara), pur rimanendo membro di chiesa, ha scritto un libricino in cui indicava in Ellen G. White la prostituta dell’Apocalisse. Quel “fratello” è stato il pioniere della bella chiesa di Scafa che oggi conta un centinaio di membri; è stato determinante nella fondazione di quella chiesa, e da sempre si è opposto ad Ellen G. White. La chiesa oggi vive in pace, ma la sua salvezza è costata il rischio della vocazione per almeno due pastori. Caso estremo, certo. In realtà è estremo solo perché questo “fratello” è stato sempre chiaro. La chiesa abbonda di realtà simili in cui l’azione è assai meno coerente.
Queste tre posizioni assai presenti nella chiesa, nelle comunità locali che ho servito, nella gioventù, nel corpo pastorale, nel comitato di unione di cui sono stato membro per 11 anni, le sentivo come fortemente problematiche e indebolenti la chiesa.
Non ricordo particolari guerre o fratture nella piccola Unione Italiana su queste tematiche, come invece è avvenuto in altri paesi. Non è accaduto per il pregio tutto italiano (che spesso è però un immenso difetto) di non drammatizzare mai nulla oltre un certo limite. I danni non sono però mancati, anche se si sono consumati nel silenzio, e soprattutto in una scarsa crescita.
Ovviamente, non mancavano le posizioni equilibrate, ma mi accorgevo che lo erano intuitivamente, non sulla base di una dottrina chiara.
Ritengo che una comunità qualsiasi possa raramente essere in pace e progredire sulla base del buon senso dei suoi dirigenti, ammesso che ve ne sia sempre in abbondanza. Se anche ve ne fosse, se esso non è accompagnato da buone ragioni condivisibili, qualunque struttura scricchiola. Alla lunga, è impossibile difendere verità giuste con argomenti sbagliati.
Quali le ragioni di una simile triste e paradossale situazione? La ragione fondamentale nell’ Unione Italiana è stata senza alcun dubbio, per noi, la mancanza di una catechesi adeguata.
Ma una buona catechesi non ci poteva essere poiché, il corpo pastorale, e il corpo dirigente italiano in generale non ha mai avuto gli strumenti classici della formazione: le opere di Ellen G .White e ancora più su Ellen G. White.
Fino alla fine degli anni 70, la stragrande maggioranza del corpo pastorale italiano non conosceva l’inglese, una parte importante, compresi alcuni tesorieri e presidenti d’Unione, non era stata a Collonges e non conosceva neppure il francese. Le pubblicazioni italiane di Ellen G. White erano pochissime e non sempre integrali, quelle su Ellen G. White erano quasi inesistenti, e quel poco che esisteva era agiografico e privo, totalmente o quasi, di complessità critica. Nel corso di teologia, spesso, quel corso non era affidato all’insegnante più capace.
Quali, a loro volta le ragioni, di questo vuoto paradossale e contraddittorio? Due in particolare, e questa volta il discorso, supera l’Unione Italiana per investire la struttura di base dell’opera mondiale avventista.

La struttura mondiale avventista ha avuto, sino agli anni 80 almeno due enormi “colpe” storiche sul patrimonio Ellen G. White: una visione generale, poco biblica, miracolistica dei suoi scritti, e l’incapacità di capire l’inadeguatezza dello schema ottocentesco nord americano delle editrici avventiste, che è tuttora alla base della nostra opera delle pubblicazioni.

Visione miracolistica degli scritti di Ellen G. White

Sino a Walter Rea e Desmond Ford, non si è ritenuto necessario fare molti sforzi per offrire alla chiesa una visione storicamente chiara di quello che fu la realtà Ellen G. White, delle sue problematiche, della complessità nell’elaborazione dei suoi scritti, di un ermeneutica del suo immenso patrimonio letterario, umano e storico.
La monumentale opera di A. White , benché sia assai agiografica, inizia ad apparire solo nel 1981. Le opere di Gary Land, Robertson, Knight, Viera, Douglas… sono tutte successive. Prima di allora sono comparse poche cose, nella fiducia che gli scritti di Ellen G. White sarebbero stati sufficienti a se stessi. Si raccontava ciò che quegli scritti producevano di buono dimenticandosi di riflettere sulle ragioni di ciò che producevano di cattivo, come la Bibbia d’altronde. Con la differenza che l’ermeneutica biblica, bene o male, la si è sempre insegnata, e che la Bibbia, almeno ufficialmente, non è stata mai messa in discussione da nessuno.
Non è un difetto superato. L’ADV, l’editrice dell’Unione Italiana ha pubblicato nel 1998:“Messaggi ai Giovani” e nel 1999“Famiglia cristiana” senza pensare che:
– si tratta di compilazioni fatte rispettivamente negli anni 30 e 50 ;
– che contengono entrambi raccolte di brani su realtà delicate, quali gli svaghi,
l’abbigliamento, il fidanzamento, che Ellen G. White ha pronunciato qua e là, in situazioni
assai variegate durante 70 anni;
– che in questi libri, questi consigli, sono accorpate come in un vademecum, senza un quadro di contestualizzazione che fornisca gli elementi necessari per comprendere i principi ermeneutici di riferimento che la stessa Ellen G. White riteneva necessario per l’applicazione dei suoi consigli. Ella scrisse: “Circa le Testimonianze…Occorre tener presente i tempi e le circostanze ”.

Cosa possono produrre di buono simili lavori in mano ai giovani di internet? Se non in una visione miracolistica degli stessi scritti? Ammesso che i giovani leggano opere simili.

Schema ottocentesco americano delle editrici

George Knight, nel suo “Meeting Ellen G. White”, pubblicato in italiano nel 1998 enfatizza, in modo quasi trionfalistico, la visione che dette inizio con il periodico “Present Truth” all’opera delle pubblicazioni avventiste:
“Da quel piccolo inizio, le pubblicazioni degli avventisti del 7° giorno sono cresciute al punto che, attualmente, esse includono 56 case editrici che stampano 335 periodici oltre a un’immensa quantità di altra letteratura. La predizione sul “fascio di luce che circondava il mondo” è divenuta una realtà, a dispetto delle apparenti, impossibili circostanze in cui la visione fu data .”

Ma se tutto ciò è una verità generale in cui possono riconoscersi tutti quei paesi in cui l’opera è rapidamente progredita numericamente, non è invece una verità per paesi come l’Italia in cui l’opera ha registrato progressi minimi. Il sistema delle pubblicazioni si fonda, quasi interamente, sul Self Supporting. Ciò significa che si stampa quello che si vende, non necessariamente ciò che serve alla chiesa.
Ellen G. White divenne ricca vendendo le sue pubblicazioni; nella terza parte della sua vita ella viveva al centro di un’equipe di una trentina di persone; una vera e propria impresa editoriale che le permetteva di vivere in modo assai agiato, ma anche di mettere a disposizione dell’opera somme ingenti . Solamente per la costruzione della prima casa editrice europea che fu costruita a Basilea, i White donarono mille dollari , una cifra enorme se si pensa che un operaio americano, allora guadagnava 4-5 dollari la settimana.
Tutto ciò poteva avvenire in un mondo molto religioso, protestante, al centro di un vero boom letterario di quella società. George Knight definisce quel momento “The Publishing Revolution .”
Il consiglio di interpretare ogni cosa col buon senso tenendo conto accuratamente “Del tempo, del luogo e delle circostanze” non è stato applicato al dipartimento delle pubblicazioni. E’ infatti accaduto in Italia che quando la casa editrice avventista italiana non era in crisi uscivano moltissime pubblicazioni pedagogico – salutiste, la sua rivista igienico – sanitaria Vita e Salute veniva stampata in 75.000 esemplari mensili, ma le pubblicazioni religiose erano rarissime, quelle profetiche inesistenti. Quelle che c’erano facevano fatica ad essere vendute per il semplice motivo che l’Italia non viveva, ne mai visse, un boom dell’editoria religiosa. I laici italiani, membri di un popolo profetico, per accedere alla prima opera seria sulle profezie hanno dovuto attendere il 1980 quando, un pastore, rischiando tutti i suoi risparmi, redasse e pubblicò, a sue spese, un lavoro di circa mille pagine sulle profezie di Daniele e dell’Apocalisse .
Ma non dovette andare meglio ai fratelli francesi se a Collonges nel 1972, l’unico riferimento di una certa organicità alle profezie di Daniele e dell’Apocalisse, era il lavoro di Jean Vuilleumier pubblicato prima della seconda guerra mondiale .
Sino agli anni 80, come documenteremo più avanti, anche a causa di questa visione, poco è esistito in Italia di Ellen G. White, quasi nulla su Ellen G. White. La catechesi sul tema, determinante per la nostra identità, è stata affidata alla buona volontà del corpo pastorale e all’arbitrio dei suoi elementi meno preparati, che erano la maggioranza. Tutto questo poi applicato ad una cultura, quella italiana, fortemente individualistica.
Questo non accadde per mancanza di mezzi, ma per mancanza di visione; per non avere capito i danni che potevano procurare le poche pubblicazioni di Ellen G. White, nelle maggior parte dei casi, compilazioni come:I Tesori delle Testimonianze , e la buona volontà di un corpo pastorale impreparato in rapporto a questa specifica problematica .
Lavori come: I Tesori delle testimonianze, a nostro modesto avviso, possono essere molto dannosi poiché:
– I nove volumi delle Testimonianze sono già di per se compilazioni di interventi di Ellen G. White, spesso molto pratiche, intese ad affrontare situazioni reali e variegate in Tempi, luoghi, e circostanze assai varie e complesse, generalmente nel contesto pur cangiante della comunità di fede avventista della cultura americana;
– I tre volumi in questione, sono una sorta di antologia ricavata da quei nove volumi; sintesi di sintesi,compilazioni di compilazioni, senza nessun corredo adattivo o introduttivo. In una cultura come quella italiana, così distante dal contesto Whitiano, quei consigli potevano essere fortemente travisati, e lo furono. Un esempio tra i tanti possibili tratto dalla tematica dell’alimentazione. E cosa nota, nel pensiero di Ellen G. White, l’avversione all’alimentazione carnea. Quali conseguenze potevano avere, sul piano dietetico quelle affermazioni in una comunità italiana che sino agli anni 60 si cibava quasi esclusivamente di verdure, e soprattutto nel sud, soffriva la cronica mancanza di proteine?
Che i mezzi per fare di meglio non mancassero è provato dalle ingenti spese che spesso sono state sostenute per far progredire la chiesa. Nel 1973, partecipai, come giovane principiante, ad una campagna evangelistica lunga quattro mesi in grande stile che si tenne a Torino diretta dall’evangelista argentino Arthuro Smith. Quella campagna costò 80.000.000 di lire, quando lo stipendio che percepivo ammontava a 124.000 lire mensili. Fatte le proporzioni, al giorno di oggi, quella campagna, che fu poi negli anni seguenti ripetuta a Palermo e Bologna, costò oltre 1 miliardo di lire.
Appena due anni fa la Campagna evangelistica italiana tramite satellite denominata “net 2000” è costata circa 700 milioni di lire. Quali che siano stati i risultati di simili iniziative, esse mi onorano come avventista, Questi costi sono però la prova che il danaro esiste laddove c’è convinzione. Su Ellen G. White non c’è mai stata la convinzione che fosse pericoloso affidarla al self supporting , che potesse essere deleterio per l’unità e la crescita della chiesa, che sarebbe stato necessario investire nella sua valorizzazione.
Oggi è un po’ diverso; si comincia, almeno in Italia a capire, che le pubblicazioni bibliche serie non possono essere stampate se hanno successo di pubblico, ma che invece devono essere concepite come un investimento che supporti il laicato più impegnato, che non è necessariamente il più numeroso. Questa visione ha permesso la nascita de “L’Eredità di un Profeta.” La decisione di scrivere questo libro per offrire alla chiesa la possibilità di conoscere, comprendere e apprezzare la straordinaria figura di Ellen G. White e della sua opera ha tre antecedenti fondamentali.

Una serie di 5 articoli sull’ Opinione

Nel 1988, ero direttore G.A. dell’Unione e dirigevo un mensile da me stesso fondato, “L’Opinione”. Ritenendo il tema Ellen G. White fondamentale riguardo all’ Identita’ Avventista, e avendo la “fortuna” di vivere dopo gli scandali Rea e Ford, in un periodo ricchissimo di articoli in inglese e in francese sul tema, decisi di riassumere le mie conclusioni e convinzioni in una serie di 5 lunghi articoli pubblicati, uno per mese sull’Opinione, con questa sequenza e con questi titoli:
– Ellen G. White non è un “optional per la chiesa avventista”
– Il dono prezioso dello Spirito di profezia;
– La grande obiezione: pari autorità?
– Risposta alle critiche su Ellen G. White
– Risposta alla critica di plagio
Due anni dopo, fui nominato pastore delle chiese avventiste di Firenze, città che ospita altresì l’Istituto teologico di Villa Aurora. Probabilmente a causa del successo che quegli articoli ebbero e forse anche per la passione che esprimevano, mi fu affidata la cattedra di scritti di Ellen G. White.

Corso all’Istituto Avventista di teologia

Quando nel 1990 ebbi questo incarico scrissi ai responsabili della stessa cattedra nelle scuole avventiste sud europee sperando di recuperare materiale in merito. Non ne trovai di consistente né in spagnolo, né in portoghese, né in francese. Nacque quindi in me più forte l’idea di un lavoro serio da offrire almeno ai miei studenti. Inoltre, alcuni problemi sorti in alcune chiese provocarono degli inviti per dei seminari.

Seminari nelle chiese

Normalmente, nelle chiese avventiste italiane, i seminari occupano l’intero Sabato e la domenica mattina; un tempo utile complessivo di circa 8 –10 ore. Non molto. Il pensiero sulla brevità del tempo mi suggerì un’idea da proporre alle chiese per la realizzazione pratica di questi seminari. Per alcuni anni, ho inviato preventivamente alle comunità un modulo da riempire, durante il tempo della Scuola del Sabato, sulle maggiori domande che esse si ponevano sulla tematica dello Spirito di profezia. In pratica, le normali classi della Scuola del Sabato erano chiamate a formulare, dopo ampia discussione, almeno tre domande tra quelle ritenute più urgenti sul fenomeno Ellen G. White. Spesso ne esprimevano di più numerose.
Questo mi ha permesso di costruire ogni volta il mini – seminario a partire dalle domande più sentite dalla comunità. Domande filtrate dai gruppi della scuola del Sabato, formulate quindi non da singoli, ma, il più possibile dall’insieme. Mi ha permesso inoltre di capire quale libro dovessi scrivere e a quali domande esso dovesse rispondere.
Le domande, sono state per me una prova ulteriore, come vedremo, della distanza eccessiva della comunità avventista dalla sua storia e dall’operare di Dio. Uno dei motivi della crisi di identità che attraversa oggi la chiesa, è nata però lontano. “L’eredità di un Profeta” è stata scritta con l’intento di apportare un contributo alla riscoperta della propria identità e all’uso proficuo di un immenso patrimonio frutto della grazia di Dio. Nelle pagine che seguono cercherò di documentare le maggiori affermazioni fatte in questo capitolo a sostegno della tesi secondo cui: l’indifferenza ma anche il rigetto di Ellen G. White da parte della chiesa italiana e del corpo pastorale almeno sino a metà degli anni 70, ha tra le sue cause maggiori:
– l’assenza dei suoi scritti fondamentali
– l’assenza di materiale adatto a rendere consapevole la chiesa del suo ruolo nell’identità avventista
– la gestione autoritaria miracolistica dei suoi scritti e del suo ruolo storico- l’assenza di strumenti ermeneuti di valore almeno per il corpo pastorale, seppur provvisori come tutti gli strumenti ermeneuti.

CAPITOLO II
ELLEN WHITE E LA CHIESA CRISTIANA AVVENTISTA ITALIANA

A tuttoggi, il rapporto tra Ellen G. White e la chiesa italiana, pur non essendo uniforme, come spiegato ad introduzione, è nell’insieme complessivamente difficile. La sua autorità sulla chiesa è complessivamente scarsa, e laddove è intensa rasenta spesso l’estremismo. Manca generalmente, come vedremo nel prossimo capitolo, la conoscenza di ciò che realmente fu Ellen G. White in rapporto all’avventismo sul piano storico, e manca ancor più una preparazione ermeneutica basilare.

Ellen G. White è stata fisicamente in Italia, ed è forse il paese dove ha incontrato le maggiori difficoltà e ha avuto il successo minore. Le sue tre visite e le difficoltà connesse furono purtroppo una parabola premonitrice delle difficoltà che avrebbe successivamente incontrato la sua opera.

Ellen White in Italia

Come italiano, mi piacerebbe raccontare con particolare entusiasmo i tre interventi che la sorella White fece in Italia, soprattutto raccontarne con enfasi i successi. Dagli scarni documenti che esistono, purtroppo, non sembra proprio che siano accadute cose entusiasmanti da raccontare. L’Italia, fu forse il luogo dove l’opera della sor. White ha incontrato i maggiori ostacoli e ha avuto il minore successo. Anche, se, più che l’talia, Ellen G. White visitò le sole Valli Valdesi, forse le meno italiane tra le valli italiane.
In Italia, quando Ellen G. White venne, secondo Giuseppe De Meo, autore di una storia della Chiesa Avventista Italiana:
– “L’avventismo che già vi era penetrato nel 1864, a opera di Michael Belina Czechowski nelle Valli Valdesi e di J. N. Andrews nel napoletano dal 1877, sembra essere avviato verso i più lusinghieri successi. In ognuna di queste due località esiste una chiesa regolarmente organizzata (Napoli – organizzata nel 1884 con 10 membri; Torre Pellice – organizzata nel 1885 con una trentina di membri). Alcuni piccoli gruppi e membri isolati, più qualche interessato, sono sparsi qua e là sul territorio nazionale, portando così il numero dei membri italiani a un livello che potrebbe aggirarsi attorno alle 50 unità.”

– “Sembra avviato…”, appunto. In realtà, lo stesso De Meo, pur attraverso materiale di seconda mano (le pubblicazioni religiose delle valli, tutte anti avventiste ) riconosce che nel 1891 e 1892, sei – sette anni dopo la visita di Ellen G. White, la comunità avventista delle valli contava 5-6 persone secondo alcuni, addirittura due o tre, secondo i più pessimisti.
Purtroppo la diminuzione dei membri, addirittura la quasi scomparsa riguarderà la chiesa napoletana ch’era sorta intorno al dr. Ribton, un attivo medico irlandese. Ma che regredirà gradatamente, sino a quasi scomparire, non appena le verrà a mancare il suo leader.
In Life Sketches (pag.289), la triplice visita alle valli, è ricordata in poco più di una pagina . Ellen G. White, in questi viaggi, pare essere stata colpita, più che dalle prospettive evangelistiche, dallo splendido spettacolo, ammirato durante il viaggio, delle montagne innevate e soprattutto dalla straordinaria storia di fede che respirò in quelle valli già viste in visione.
Arthur White, che dedica un discreto spazio alle visite di Ellen in Italia, apre il suo capitolo proprio con la problematicità della situazione italiana:
“C’erano alcuni problemi in Italia. Venerdì mattina 20 novembre 1885, proprio appena tornata a casa dal suo giro attraverso la Scandinavia, Ellen G. White fu avvicinata da B. L. Witney, presidente della Missione Centrale Europea, che le propose di poterla accompagnare a Torre Pellice per sollevare lo spirito dei pochi credenti scoraggiati che vivevano laggiù…”
Ellen G. White stessa motivò la visita come prevista per:
“Incoraggiare il piccolo gruppo laggiù che sta lottando nella grande difficoltà di obbedire a Dio.”

La situazione non era felice per almeno quattro motivi:
– Il responsabile italiano era Antonio Biglia, proveniva dalla chiesetta organizzata dal dr. Ribton a Napoli, sarà il rappresentante italiano dal 1880 al ?, aveva uno spirito di forte indipendenza, non aveva inizialmente accettato lo Spirito di profezia (lo accetterà dopo ma non sappiamo quanto sinceramente), e proprio da uno scritto di Ellen G. White, pare avesse lavorato sino ad allora soprattutto come polemista duro e arrogante:
“Abbiamo lavorato con lui e cercato di aiutarlo il più possibile a prendere il lavoro, non come un combattente che contrasta e dibatte, come sua abitudine, allontanando le persone dalla verità piuttosto che avvicinandole. Si rese conto che presentavamo la verità, senza assalire, senza colpire le persone con denuncie simili a chicchi di grandine. Abbiamo avuto preziosi momenti di preghiera…
Questo fratello di Napoli disse che aveva ricevuto molta luce e che avrebbe operato in modo diverso da come aveva fatto. Dobbiamo lavorare con questi uomini che sono veramente intelligenti, proprio come abbiamo lavorato con loro uno per uno nella crescita della causa della Chiesa Avventista del 7° Giorno, separando queste anime preziose dalle loro abitudini e i loro usi non santificati, parlando loro di Gesù, del Suo grande amore, della Sua misericordia, della Sua umiltà, della Sua abnegazione”.
«Portiamo, se possibile, queste pietre ruvide nel laboratorio di Dio perché siano tagliate, squadrate e liberate da tutte le scabrosità… Affinché possano crescere nel santo tempio di Dio.»
Se questo era il primo responsabile, figuriamoci quale dovesse essere la realtà del piccolo gruppo intorno a lui.
– Un secondo grosso problema era costituito dall’ambiente, formato da montanari tradizionalisti, la cui tradizione era però stata scritta con il sangue. Normale quindi la fierezza e i timori sul nuovo istintivamente percepiti come vocazione al tradimento; infatti, come il De Meo mostra, gli attacchi verso Ellen G. White furono furibondi, anche da parte di uomini di grande spessore come il Bosio .

– Un terzo problema venne da un certo Miles Grant, un pastore americano, appartenente ad una chiesa americana ferocemente anti avventista, era arrivato dagli USA e aveva organizzato una serie di incontri paralleli a quelli di Ellen G. White, con lo specifico compito di denigrarne l’opera .

– Un quarto, grosso problema venne da un fratello di Chiesa, un certo Malan, che dovette essere un membro rappresentativo, se è vero che insieme alla moglie aveva rappresentato la chiesa italiana al Concilio europeo; in una delle prime riunioni, interruppe la predicazione di Ellen contestandola pubblicamente e pubblicamente contestando il Sabato .

Ce n’era abbastanza per rendere difficile l’opera pur di un personaggio della statura di Ellen G. White che, come sempre fu instancabile, visitò i membri, predicò, tenne conferenze, pregò, scrisse. Dopo tre settimane Ellen G. White ritornò in Svizzera. Era arrivata nelle valli il 26 novembre 1885, ripartì il 18 Dicembre dello stesso anno.
Ritornò una seconda volta dal 16 aprile al 29 dello stesso mese del 1886. Ma il clima esterno era sicuramente peggiorato. I pastori delle comunità valligiane sulle loro riviste avevano reagito sempre più duramente .

Una terza ed ultima visita avverrà in Novembre dal 3 al 19 del 1886.
Arthur White, che pur scrive su toni assai celebrativi, descrive assai mestamente quest’ultima visita la cui unica luce di gioia pare provenire dalla notizia della nascita di una nuova nipotina:
“Ellen G. White pensava di passare due settimane in Italia, ma quando arrivò a Torre Pellice, scoprì subito che un certo Cocorda stava tentando di neutralizzare l’opera che A.C. Bourdeau aveva appena compiuto con il suo tendone evangelistico; Cocorda fu rimproverato da Miles Grant. Con questa opposizione che si era già verificata durante la prima visita di Ellen G.White in Italia e che veniva ora ripetuta, sembrava impossibile fare qualcosa. Ma durante il suo soggiorno in Italia ci fu un momento luminoso. Ella ricevette una lettera da parte di Willie che annunciava la nascita della sua seconda figlia, Mabel. Ellen fu felice di dare il benvenuto a questa seconda nipotina, nata il primo novembre.
Parlò a Torre Pellice il sabato e a Villa Pellice la domenica. Tuttavia, dopo essere rimasta per alcuni giorni, ella vide che si poteva fare ben poco. E così, lei e Ingses volsero la prua verso Basilea, impiegando due settimane nel loro viaggio verso casa, visitando le chiese a Losanna e Bienne, in Svizzera . Le difficoltà che Ellen G. White incontrò vivente fuori e dentro la chiesa avventista, continua ad incontrarle anche il suo ministerio storico e la sua opera anche oggi allo stesso modo per almeno 4 ragioni di fondo:

1- Ragione ambientale

Esiste un motivo ambientale di fondo delle difficoltà che in Italia ha sempre incontrato l’avventismo e che nell’avventismo ha incontrato Ellen G. White. L’Italia è un paese cattolico. L’avventismo italiano ha necessariamente una matrice cattolica. Ma il cattolicesimo italiano è il cattolicesimo più incoerente del mondo nonostante che i cattolici italiani siano i più cattolici del mondo. I cattolici italiani sono nella stragrande maggioranza scarsamente praticanti, ma alla fine sono cattolici. In una inchiesta apparsa alcuni anni fa è risultato che:
– solo il 12% degli italiani ritiene che tra le cinque cose più importanti per un credente vi sia quella di leggere le Sacre Scritture; (quel 12% ritiene sia importante non che lo faccia!);
– solo il 2,6 % ritiene importante leggere pubblicazioni religiose;
– solo l’11% ritiene fondamentale Cristo per il cristianesimo;
– solo il 7% riterrebbe problematico la chiusura della parrocchia del quartiere;
– ma il 94,4% si considera cristiana;
– e, addirittura il 97,7% battezza i figli.
E, cosa di cui l’inchiesta non si occupa, dalla fine della guerra in poi, i partiti cattolici hanno governato ininterrottamente il paese avendo sempre avuto la maggioranza dei voti. L’ hanno avuta anche nell’esperienza già conclusa della sinistra al potere (1995-2000), la quale sinistra non è arrivata finalmente al potere da sola ma, con un presidente della coalizione cattolicissimo e praticante (Romano Prodi) sostenuto dal maggiore dei quattro partiti cattolici italiani (Partito Popolare).
Il giornalista italiano Giovanni Guareschi (1908-1968), è diventato un personaggio scrivendo una serie di romanzi, da cui sono stati tratti film di grande successo popolare, i cui personaggi fondamentali erano: Peppone, sindaco del paese , sfegatato comunista, e Don Camillo, il prete. La tesi di fondo dei romanzi era che i due, apparentemente rivali irriducibili, erano però, nel fondo dell’anima uguali, cioè cattolici.
Nella mia esperienza di pastore ho potuto verificare numerose volte il grande carico di verità che esprime il detto popolare italiano : ”In ogni italiano sonnecchia un prete”.
Gli avventisti italiani, nella loro stragrande maggioranza, provengono dal mondo cattolico che è una cultura in Italia, più che una religione. Come tutti i “nati di nuovo”, portano con se cose importanti della cultura nella quale sono cresciuti. In rapporto ad Ellen G. White essi hanno in se due germi apparentemente opposti ma paradossalmente convergenti nel creare difficoltà all’accettazione dello Spirito di Profezia:
a) L’abitudine al compromesso intellettuale
b) L’esasperazione della Sola Scrittura

a) L’abitudine al compromesso intellettuale

Non sempre è un fatto negativo. Il fascismo in Italia non è stato privo di mostruosità ma non è mai diventato la mostruosità nazista, nonostante abbia goduto per almeno dieci anni di un immenso consenso popolare. Nel caso specifico, l’ex cattolico italiano che da cattolico non praticava, odiava i preti ma vi portava a battezzare i figli, votava i partiti cattolici, dava offerte alla chiesa…Diventato avventista concilia abbastanza facilmente l’entrare in un movimento profetico disinteressandosi della sua storia e del suo profeta.

b) L’ esasperazione del “Sola Scrittura”
La catechesi tradizionale poneva molto l’accento sulla distanza tra la chiesa cattolica e la Scrittura; tra i comandamenti del decalogo e i comandamenti del catechismo; sul primato di autorità assoluta che la Scrittura, rivelazione di Dio deve avere sulla chiesa. Non è facile, in una comunità nata in questa contrapposizione, lasciare autorità ad un personaggio che sia fuori dalla Scrittura. Per far passare il messaggio che l’autorità di un profeta extrabiblico può perfettamente convivere con l’autorità della Scrittura, anzi deve poter convivere, se con la chiusura del Canone non si vuole tappare la bocca a Dio, è necessario una preparazione storica, teologica ed ermeneutica che il corpo pastorale italiano, sino a tempi non lontanissimi non aveva, e non poteva avere.

2- L’impreparazione del corpo pastorale
In uno studio personale assai semplice fatto sul corpo pastorale del 1976 risulta che su 48 pastori in servizio:
– solo 3 avevano una laurea;
– solo 7 (il 14,5%) conoscevano discretamente l’inglese (tutti operai di mezza età)
– ben16 (il 33,3%)non avevano fatto gli studi superiori a Collonges, quindi non conoscevano neppure il francese.
Inoltre, perfino il Manuale di chiesa in Italia, era stato ristampato solo l’anno prima.

3- L’assenza di sufficiente letteratura di Ellen White

4- L’assenza quasi totale di letteratura storica, teologica ed ermeneutica su Ellen White

Cose che vedremo nel dettaglio nel prossimo capitolo.

CAPITOLO III
MATERIALE DI ELLEN G. WHITE PUBBLICATO DALLA CHIESA AVVENTISTA ITALIANA NELLA SUA STORIA

Gli avventisti italiani hanno potuto conoscere il ministerio di Ellen G. White attraverso: i suoi scritti e gli scritti su di lei, la predicazione, da parte dei predicatori studiosi della sua storia. Abbiamo consultato tutto il materiale pubblicato in Italia di e su Ellen G. White che consiste in:
– Articoli apparsi sul “Messaggero Avventista” (la Review italiana) che sarà denominata “L’ultimo Messaggio” dal 1908 al 1919, “Il Messaggero Avventista” dal 1926 ai nostri giorni; altri articoli compariranno su “L’Araldo della Verità”, una rivista parallela al Messaggero Avventista, ma prevista soprattutto per gli amici della chiesa, dal 1924 al 1941.
– Libri di e su Ellen G. White; il primo compare, stampato negli USA nel 1914.
– Altro e abbondante materiale è stato pubblicato sul lezionario della Scuola del Sabato. Il primo testo della Scuola del Sabato è stato pubblicato sull’Ultimo Messaggio, stampato negli USA, nel 1907; il primo fascicolo autonomo è del 1913.

Articoli di Ellen White sul “Messaggero Avventista”
Gli Avventisti italiani, hanno potuto leggere in circa 90 anni, sugli organi di informazione ufficiali della chiesa, 226 articoli di Ellen G. White, contro 29 su Ellen G. White .
Esaminando questo elenco è interessante notare che gli articoli di Ellen G. White iniziano nel 1908 e cessano con il 1994; quelli su Ellen G. White iniziano nel 1939 e continuano nel 2000.

Temi trattati dagli articoli di Ellen White
Leggendo anche soltanto i titoli, Ellen G. White è visibilmente utilizzata come autrice autorevole perché ispirata; ella infatti, letta attraverso la titolazione sembra avere una parola per l’intera esperienza giornaliera e per l’intera problematica della chiesa; ella: commenta la vita di Cristo e la vita dei grandi uomini della Bibbia, consiglia i genitori, i giovani e i fidanzati, interpreta il tempo, definisce la vera ricreazione, spiega il senso e l’organizzazione della Scuola del Sabato (su questo tema vengono pubblicati 8 articoli consecutivi), consiglia come nutrire i bambini, come vestirli, si esprime sul ruolo della donna, da indicazioni sulla pietà privata e collettiva (preghiera, culto, locale di culto…), sviluppa tematiche teologiche (legge, santificazione, segni dei tempi, il male, la tentazione, la sofferenza ingiusta…), da consigli sulla evangelizzazione, sull’uso della Bibbia, sull’igiene mentale, sulla terapia famigliare, sui principi della salute, sull’abbigliamento del bambino…
Gli scritti di Ellen G. White vengono proposti alla chiesa come una esauriente enciclopedia del comprendere, del sapere e del vivere a 360 gradi.
Questa autorità omnicomprensiva del capire e del vivere viene ribadita settimanalmente dalle note a commento della Scuola del Sabato (quale che ne sia il soggetto) le quali, sino ad almeno la metà degli anni 90, erano quasi le sole note, o comunque le note prevalenti, a commento delle tematiche affrontate. Pareva quasi che l’autore della Scuola del Sabato avesse il compito primario di trovare commenti di Ellen G. White.

Temi trattati negli articoli su Ellen White

Per articoli su Ellen G. White, intendiamo: quelle riflessioni sulla figura umana e storica, in rapporto alla nascita e allo stabilirsi dell’Avventismo e della sua identità; quella necessaria riflessione sul ruolo dei suoi scritti in rapporto alla Bibbia, ma anche in rapporto all’esistenza, sui principi ermeneutici per leggere proficuamente l’opera di un profeta moderno. Ma anche, e forse soprattutto, le risposte alle critiche cui, inevitabilmente, si espone una testimonianza sul suo dono profetico, sia nei paesi cattolici che protestanti.
Queste riflessioni, inizieranno tardi, la prima è del 1939 contro il primo articolo del 1908; e saranno poche, 29 su 226, il 12,8 %.
Le cifre però sono ancora più magre se si esaminano i contenuti dei 29 articoli. Infatti su 29 articoli su Ellen G. White, almeno :
-7 sono apologetici, ma di grana grossa ( Abbott, Agnello, F.N.D , Caracciolo, Rebok, Joiner, Murdock). Si tratta di quel tipo di apologetica che esalta un pubblico di palato facile, facile agli entusiasmi e alla denigrazione, ma alla lunga crea più problemi di quanti non ne risolve, e, in un certo senso, prepara la strada al rigetto. L’articolo di G.K.Abbott , che esalta le intuizioni alimentari di Ellen G. White le esalta come se esse venissero esclusivamente dalle visioni, mentre si sa con certezza che ella si era inserita nelle avanguardie sanitarie esistenti negli USA nel suo tempo. .Agnello trova nell’attivismo della profetessa e nella scarsa istruzione infantile il segno inequivocabile di “una potenza sovrumana”. F.N.D . Nel tentativo di refutare la critica dell’aggiunta alla Rivelazione afferma che la nostra è invece soltanto “un commentario ispirato” della Bibbia, senza minimamente presupporre i problemi ancora maggiori che la cosa comporterebbe se ci trovassimo di fronte ad un “commentario ispirato” a tutti gli effetti della Scrittura. Caracciolo ritiene di dimostrare l’inequivocabilità del dono profetico in Ellen G. White attraverso l’avverarsi delle sue predizioni; Lo fa con parole altisonanti: “La realizzazione del vaticinio profetico è presentata dalla Scrittura come una prova irrefutabile della sua autenticità…”. Quel che è peggio è che una delle due previsioni riguarda “Agenti umani che vengono istruiti e usano la loro capacità inventiva per realizzare i più potenti ordigni per ferire ed uccidere…”. Vengono poi citati dati sulle invenzioni belliche di quegli anni. Il Caracciolo, che per altri versi è stato un ottimo studioso, dimentica che Leonardo da Vinci nel 400 già previde la possibilità di armi micidiali moderne senza essere profeta e Deuteronomio 13:1-5 prevede la possibilità che anche i falsi profeti possano indovinare talvolta il futuro. D. E. Rebock ritiene che il suo articolo ha il fine di produrre nei lettori “Un’idea imparziale e non preconcetta della signora White” per poi citare su di lei i suoi contemporanei e la stampa dell’epoca, ovviamente debitamente selezionata. Rebock è abbastanza duro sui detrattori di Ellen G. White e li accusa di faziosità preconcetta per avere rinunciato al dovere di leggere “tutta Ellen G. White” e non solo qualche frase qua e là. Ma i redattori della rivista non si sono chiesti come avrebbero potuto i lettori italiani leggere tutto se, in italiano, sino ad allora, come vedremo, erano state pubblicate, appunto, solo stralci presi qua e la della sua opera? Anche Murdock, si chiede scandalizzato come si possa dubitare dell’autenticità del dono profetico, o come si possa pensare che esso possa essere superato, viste le prove degli adempimenti predittive sul movimento ecumenico! per poi invitare i lettori: “Leggete e rileggete i messaggi di consiglio…La chiesa ha oggi un gran numero di libri nelle quali si trova l’insieme delle prove”. Ma i lettori italiani, sino ad allora non potevano conoscere quei libri. All’apologetica di grana grossa che prepara i problemi dell’avvenire appartiene un articolo del 1976 di James Joinier il quale dopo avere sciorinato i soliti argomenti (scarsa istruzione infantile, salute precaria… ) a sostegno della profeticità del nostro personaggio si lascia prendere la mano dall’entusiasmo affermando che delle pagine della Speranza dell’Uomo (definito “immortale e di straordinaria bellezza” ) (GC) sono passi: “maestosi e commoventi…degni di occupare un posto fra i più grandi classici letterari”. I libri di Ellen G.White vengono definiti “Capolavori letterari”. Non contento elenca 5 prove inconfutabili della ispirazione whitiana, tre dei quali assai discutibili: L’adempimento predittivo (possibile anche per i falsi profeti secondo Deuteronomio 13:1-5), prodigi fisici come la famosa Bibbia retta per mezzora (fenomeni che appartengono anche al bagaglio degli illusionisti e degli sciamani) e la testimonianza resa a Cristo, che è stata ed è tale, anche per personaggi che non sono profeti.
Il problema maggiore di questi 7 articoli non sono le esagerazioni né gli argomenti deboli che pur usano con facilità, ma il fatto che essi non si collocano in una cornice preesistente; sul piano probativo e critico essi sono tutto, o quasi. E tutto sommato, manca in essi, ciò che ha fatto la grandezza di Ellen G. White : la relazione profonda, positiva e determinante con la nascita e lo sviluppo del Movimento Avventista, con i suoi valori e le sue speranze.

– 6 non sono articoli su Ellen White ma di Ellen White. Spangler, Dunbebin, Dabrowski, Pearson, Furnari, Pellegrini interrogano, in modo diverso, Ellen White su temi quali : La celebrazione del Natale, l’educazione dei bambini, l’età del battesimo, il legalismo e i seimila anni della creazione. Indirettamente sono lavori apologetici poiché l’equilibrio delle risposte aumenta la fiducia, ma nessuno di questi articoli “giustifica” il ministerio profetico di Ellen G. White.

– 2 sono storico annedotici. Steveny e De Meo ricordano rispettivamente i diari europei e le celebrazioni del centenario della sua visita in Europa.

– 15 sono gli articoli che affrontano le problematiche del fenomeno profetico Ellen G. White. Ma gli articoli seri, complessi, documentati, problematici ci paiono soltanto i primi 8 tutti a firma di F.M. Wilcox pubblicati sul Messaggero Avventista nel 1939 (5), nel 1940 (2) e nel 1947 (1), poi quelli di A. White e di Ron Graybill, 50 anni dopo!. Per il resto siamo a lavori ripetitivi, agiografici, che scarsamente rispondono ai problemi che il pubblico italiano si sarebbe naturalmente posto di fronte alla proposta di un profeta oltre la Bibbia.
– Solo 5 autori su 29 (il 29%) sono italiani. Il 71% è straniero, a riprova del fatto che agli italiani mancavano gli strumenti base per esprimersi su una realtà costitutiva dell’identità della chiesa.

I libri in italiano di Ellen G. White

In lingua italiana, di Ellen G. White, durante tutta la storia della chiesa avventista, sono stati pubblicati 30 titoli, alcuni dei quali sono stati riediti numerose volte anche con titoli diversi. Campione, da questo punto di vista è Step to Christ riedito con 9 copertine (la prima nel 1914 edita negli USA, l’ultima nel 1996) e 3 titoli differenti: Guida a Gesù, Cristo nostro salvatore, La via migliore.
30 titoli parrebbero un numero dignitoso, ma esso cessa di essere tale, e spiega la distanza inevitabile della Chiesa Italiana da Ellen G. White, se si va a verificare cosa c’è dietro i titoli.
Guida a Gesù è la sola opera di Ellen G. White di una certa consistenza qualitativa che è nelle mani degli avventisti italiani sin dagli inizi, e per molti anni.
Per avere un’altra opera di un certo rilievo, pur se di discutibile valore propedeutico formativo, bisogna aspettare il 1949, per la stampa del 1° volume dei Tesori delle Testimonianze (TT).
Tutti i titoli sino al 1955 non comprendono nessuna opera fondamentale di Ellen White ma solo stralci, capitoli tratti soprattutto dal Gran Conflitto (GC) e dalla Speranza dell’uomo (DA). Il Gran Conflitto(GC) del 1926 pubblicato negli USA non è uno stralcio dall’originale ma una riduzione pari, grosso modo ad un quarto dell’opera completa.
Nel 1955 viene pubblicata un edizione ridotta ma consistente della Speranza dell’Uomo (DA). Poi, bisognerà attendere il 1975 per avere Educazione Cristiana (ED) ed il 1977 per avere l’edizione completa del Gran Conflitto (GC). Nei 22 anni tra l’una e l’altra pubblicazione, la ripubblicazione dei soliti stralci. Dal 1977 in poi qualcosa si muove: l’anno dopo viene ritradotto e riedita integralmente La Speranza dell’Uomo(DA), nel 1985 viene stampato Conquistatori di pace (PP), nel 1990 Gli uomini che vinsero un impero (AA) e Parole di vita (COL), nel 1994 Profeti e Re (PK), nel 2000 Sulle orme del gran medico (MH). Oggi la chiesa italiana ha le pubblicazioni maggiori di Ellen G. White, ma per circa 70 anni, gli anni della giovinezza e dell’adolescenza non ha avuto che stralci. Un problema serio che spiega l’attuale situazione di distanza, ma il problema maggiore è costituito dai lavori su Ellen G. White.

Libri italiani su Ellen G. White

I libri italiani su Ellen G. White, in tutta la storia della chiesa italiana sono stati 12.
Il numero è modesto, ma ancora più modesta è la loro qualità, quando si occupano di Ellen G. White, poiché, la maggior parte di essi, come vedremo, non si occupa di apportare materiale utile per gettare basi ragionevoli alla sua accettazione e comprensione. Al contrario, alcuni di questi 12 titoli si prestano proprio ad accentuare le spinte fanatiche da un lato e dall’altro il rigetto, soprattutto quando essi si collocano in un vuoto letterario apologetico.
In questi 12 titoli ho anche inserito il primo arrivato in Italia e in italiano dagli USA, Esperienze e insegnamenti cristiani (LS) della stessa Ellen G. White che se non altro racconta la sua esperienza profetica.
Dei 12 titoli, questo, pur se è un autopresentazione, è certamente il più efficace poiché è testimonianza, trasmette per emozioni la freschezza dell’esperienza personale. Poiché apporta un certo numero di elementi all’accettazione e all’ermeneutica. Questo libro deve comunque essersi esaurito negli anni 30-40 e non è stato mai più ristampato; da ragazzo lo ricordiamo cimelio dei vecchi avventisti.
Nulla sino al 1968 anno in cui appare, ciclostilato, per gli allievi del Corso Teologico, un lavoretto assai agiografico e superficiale, dalla scarsa problematicità, sia storica che ermeneutica. Ad esso segue un analogo del 1978, anonimo anch’esso come autore; questo lavoro ha il merito di contenere la traduzione di alcuni articoli recenti, i rispettivamente al 1978, apparsi sul Ministry ma nessuna organicità e nessuna esposizione personale da parte del compilatore.

Nel 1979 compare, questa volta stampato per la chiesa, un opuscolo di un centinaio di pagine di D.A. Delafield del White Estate. Sarà il primo ed unico lavoro che dopo un secolo di storia avventista in Italia presenta il fenomeno Ellen G. White in modo “completo”. Le virgolette stanno a sottolineare la relatività della nostra affermazione. Infatti il lavoro è molto in rapporto al nulla sin li edito ma è assai poco in rapporto alle esigenze, alla complessità del personaggio e al suo ruolo nella storia e nell’Identità Avventista. Il lavoro, infatti, che consta di 120 pagine, ha raggiunto questa dimensione con un corpo assai grosso e con un appendice di citazioni. Il lavoro inoltre è privo di complessità e intriso di affermazioni, perlomeno ambigue. A pag. 45 l’opera di Ellen G.White è definita nel titolo “Un ispirato Commentario della Bibbia”, nella stessa pagina ella è definita “esegeta ispirata”! A pag. 48, La Speranza dell’Uomo (DA) “è considerata da molti come la più spirituale e profonda biografia di Cristo che sia mai stata scritta”.
Nello stesso anno, compare un libro, crediamo assai deleterio per la valorizzazione di Ellen G. White. In “Preparazione alla crisi finale” l’autore, Fernando Chaij, cerca di ricostruire dettagliatamente gli eventi futuri a partire dalle dichiarazioni di Ellen G. White. Non è diversa una pubblicazione del 1978 “Preparazione per la pioggia dell’Ultima stagione” (1985) che equivoca l’immagine biblica e Whitiana che, nel suo pensiero, non ha nessun valore cronologico.
Le ragioni di una riforma di Marrocu – Facchini del 1987, è un opuscolo scritto a quattro mani da una insegnante di lettere e da un medico, utile sul piano apologetico, anche se si limita alla Ellen G. White “dietologa”.
Nel 1983 viene pubblicato un pregevole opuscolo di A. White su: “La posizione della Bibbia e solo della Bibbia” e il suo rapporto con gli scritti di Ellen G. White”. E’ un opuscolo che sarebbe stato utilissimo da circa un secolo, anche se si limita ad affrontare un solo problema, che però, tra i problemi,è il maggiore.
L’opuscolo dell’87 di Olson – De Meo è gradevole e fa del bene, ma, ovviamente, ha il solo scopo di ricordare un breve periodo della storia di Ellen G. White.
Nel 1992, lo scrivente, ripropone, aggiornate, in un libricino, i 5 articoli già pubblicati in un giornale giovanile. Si tratta di sole tredici pagine, seppur dense e scritte con un corpo assai minuscolo, che presentano Ellen G. White come carattere irrinunciabile dell’identità Avventista, chiarendone però i termini fondamentali alla luce dei lavori numerosi scaturiti a ridosso delle crisi Rea e Ford.
Radici nella profezia di Coon consiste in 10 meditazioni su altrettante visioni della profetessa avventista.

Osservazioni conclusive sulle pubblicazioni di e su Ellen G. White

Nel prossimo capitolo vedremo le domande che un campione di chiese italiane si pongono su Ellen G. White. Trattandosi, come noi crediamo, di un elemento costitutivo della nostra Identità, la maggior parte delle domande sono sorprendenti poiché rivelatrici di una relazione assai confusa. L’analisi delle pubblicazioni di, e su, Ellen G. White ci dice che non poteva essere altrimenti. Infatti:
1 – Gli avventisti italiani, complessivamente, poco hanno avuto di Ellen G. White e quasi niente su Ellen G. White;

2 – Alla base di questo vuoto non vi sono ragioni economiche, ma unicamente di visione; esistono gruppi religiosi di grande successo che fanno precedere la testimonianza dalla documentazione di ciò che fondamentalmente credono. Nella chiesa avventista non è mai esistita questa visione. Le pubblicazioni, indistintamente, sono state affidate al self – supporting. Dobbiamo a questo sistema errato la confusione su Ellen G. White;

3 – La situazione attuale è più felice del passato solo per due motivi:
– La quantità di libri in italiano;
– Le possibilità che hanno i pastori di documentarsi sulle pubblicazioni in lingua inglese che oggi sono assai numerose e ben fatte.
Per il resto siamo alla situazione di sempre, con l’aggravante che, secondo un proverbio italiano : ” E’ molto più facile far crescere una pianticella giovane diritta che raddrizzarla quando è adulta e storta “.

4 – Il bisogno di opere che preparino la giusta lettura dei suoi scritti diventa sempre più forte poiché la distanza del nostro dal suo mondo è sempre più abissale. L’ Eredità di un profeta nasce da questa esigenza.

CAPITOLO IV
LE DOMANDE CHE SI PONEVANO SINO A IERI LE COMUNITA’ AVVENTISTE ITALIANE SUL MINISTERO PROFETICO DI ELLEN G. WHITE

Le scelte tematiche e redazionali de L’Eredità di un Profeta hanno ricavato un contributo determinante dalle domande che abbiamo sentito porre sul Ministero profetico di Ellen White in un campione significativo di comunità avventiste italiane.
Chiamati a dare dei seminari nelle chiese su Ellen G. White, abbiamo scelto di far precedere la nostra visita da un formulario che i pastori, generalmente il sabato prima , facevano compilare alle classi della Scuola del Sabato, che per l’occasione venivano consacrate al dialogo sul Ministerio di Ellen G. White. Ad ogni classe veniva chiesto di formulare 3 interrogativi, tra quelli ritenuti meno soddisfatti dalle risposte sin li ottenute, di discuterli e di consegnarne la formulazione all’oratore, in modo che organizzasse il seminario sulle domande poste dalla comunità.
I pastori e gli impiegati dell’opera con credenziali pastorali o educativi sono stati invitati a non partecipare a questa formulazione.
Abbiamo realizzati una ventina di seminari, di 15 ne abbiamo conservato la documentazione per un totale di 217 domande . Le domande sono state riprodotte fedelmente nei contenuti; a volte, per ragioni di spazio, sono state sintetizzate.
Le domande sono state classificate in relazione a ciò che possono ispirare, sul rapporto chiesa italiana/Ellen G. White in 7 diverse serie così denominate:

1 – Domande specifiche a W o su W sigla d 54 su 217 il 21,7%
2 – Domande ermeneutiche sigla e 31 14,2%
3 – Domande sul ruolo di W sigla r 29 13,3 %
4 – Richieste di documentazione sigla dc 22 10,13%
5 – Domande critiche- accusatorie sigla c 62 28,5%
6 – Domande di accettazione estrema sigla ae 3 1,3%
7 – Affermazioni strane sigla s 16 7,3%

Trattandosi di 14 comunità del nord, del centro e del sud, per un totale di un migliaio di membri, un sesto della popolazione avventista italiana, è un campione statisticamente sufficientemente rappresentativo per capire almeno in parte la relazione della chiesa avventista italiana con il fenomeno Ellen G. White.
Prima di leggere questi dati per trarne un certo numero di conclusioni, che in fondo hanno ispirato le scelte tematiche e redazionali de L’Eredità di un Profeta, vogliamo formulare alcune premesse atte a chiarire lo schema di cui sopra.

1 – Le difficoltà di un simile schema

Lo schema ha le sue maggiori difficoltà nella interpretazione delle domande e nel relativo accorpamento. Il nostro vantaggio è di averle potute verificare una per una durante i seminari realizzati, su quelle specifiche domande, nelle comunità indicate. Siamo certi soprattutto della validità complessiva delle domande che esprimono carenza e sfiducia, comunque forti perplessità, anche perché, nelle chiese che abbiamo visitato, raramente, nelle assemblee abbiamo incontrato persone entusiaste, che comunque esprimessero con la testimonianza il loro entusiasmo. Abbiamo incontrato convinti estimatori di Ellen White, ma sempre assai pochi in verità, contro la maggioranza della chiesa che esprimeva sempre una piccola parte di contrari, una piccolissima parte di entusiasti, e una maggioranza di fiduciosi e perplessi. Le percentuali dello schema perciò corrispondono a quanto abbiamo esaminato di persona. Resta comunque una percentuale di errore, non tale però da compromettere il discorso di insieme, sul rapporto tra la chiesa e la profetessa.

2 – Le domande sorgono dalla richiesta di sollevare problemi.

I fratelli che hanno compilato i questionari non sono stati chiamati a esprimere tutto il loro pensiero sul tema, ma unicamente i problemi che maggiormente sentivano, dal loro punto di vista. La vista d’assieme potrebbe essere perciò falsata da questo dato. Il problema è reale ma, le domande rivelano che comunque, la richiesta, raramente è stata vissuta con rigore, e comunque, tra le righe, non è difficile, spesso, se non sempre, cogliere il sentimento complesso che c’è dietro.
Per capire la maggiori problematiche, ci è parsa questa comunque l’angolatura più giusta.

3 – Hanno risposto non singoli individui ma classi scuola del Sabato.

I dati sono tanto più significativi se si pensa che, nella maggior parte dei casi, le domande sono espresse da gruppi non da singoli.
Spesso, i gruppi, hanno espresso un pensiero di maggioranza e uno di minoranza.

4 – Legenda esplicativa sui raggruppamenti di domande

a – Domande specifiche a W o su W sigla d 54 su 217 il 21,7%
In questa sezione sono accorpate tutte quelle domande che denotano solo il desiderio fiducioso di avere una risposta dai testi della W o dall’oratore. Una domanda ricorrente in questa sezione è “Se il Signore ha previsto altri profeti oltre La White”. Ci pare che, complessivamente, queste domande esprimono fiducia nel profeta e nella chiesa.

Espressioni di fiducia.
b – Domande ermeneutiche sigla e 31 14,2%
Si tratta di domande di chiarimenti ermeneutici, a volte molto semplici.
Esprimono complessivamente fiducia ma anche carenze di fondo sulla comprensione del fenomeno. La domanda più ricorrente in questa sezione riguarda “l’attualizzazione necessaria dei suoi messaggi riguardo all’alimentazione, ai divertimenti…”.

Espressioni di fiducia e di gravi carenze formative.
c – Domande sul ruolo di W sigla r 29 13,3 %
Come sopra. Non esprimono sfiducia ma il ruolo di W non è chiaro. La domanda più ricorrente riguarda “il ruolo dei suoi scritti riguardo alla Bibbia”.

Espressioni di perplessità e di serie carenze formative.
d – Richieste di documentazione sigla dc 22 10,13%
Queste domande non parrebbero esprimere sfiducia, ma i fratelli sentono il bisogno di essere documentati sui problemi di cui sentono gli echi.
Esse esprimono timori e bisogno di saperne di più. La domanda più espressa: “Come fare a riconoscere l’ispirazione del profeta?”.

Non sfiducia ma coscienza di conoscere poco e bisogno di informazioni basilari
e – Domande critiche- accusatorie sigla c 62 28,5%
Più che domande queste sono veri e proprie espressioni di accusa, a volte anche pesanti, verso l’opera o verso lo stesso profeta. E’ vero che alcune d’esse possono essere interpretate come provocatorie, ma, e in ogni caso, chi ha fiducia nel profeta queste domande non le esprime così. L’affermazione più ripetuta: “Se abbiamo la Bibbia a che serve la White.”
Espressioni di sfiducia e di rigetto

f – Domande retoriche di accettazione estrema sigla ae 3 1,3%
Queste domande, rarissime per fortuna, denotano una forte identificazione, ma estremista e fanatica.
Si vorrebbe un potere coercitivo che imponga, non si capisce come, come leggi le affermazioni del profeta in ogni campo.
Espressioni di fanatismo

g – Affermazioni strane sigla s 16 7,3%
Affermazioni strane, ma forse anche strampalate . Denotano una impreparazione su tutta la linea; Le coordinate fondamentali del messaggio biblico paiono ad essi sfuggire completamente. La più buffa, o forse anche tragica, è che “la White, se fosse stata necessaria avrebbe dovuto avere un posto nella Scrittura”. Non meno tragica mi pare quella secondo cui: “se non era considerata necessaria per il battesimo al tempo di Cristo…”.
Espressioni estreme di ricusazione

La relazione della chiesa italiana con Ellen G. White letta attraverso i dati

La chiesa avventista italiana attraverso questi dati pare:

A – Poco toccata dai fanatici Whitiani 1,3%
Anche se, 1,3 persone su 100 possono provocare danni notevoli.

B – Discretamente toccata dal fanatismo antiwhitiano 7,3%
7/8 persone in una comunità di 100 membri che irridono a questo elemento costitutivo della Identità Avventista costituiscono un potenziale problematico notevole, di una chiesa che lotta contro se stessa.
C – Fortemente toccata dal rigetto 28,5 %
28,5 persone su cento che rifiutano seppure civilmente questa autorità della chiesa, e con essa le radici storiche e profetiche della stessa, non sono poche.
Accorpando questo rigetto ai “rigetti” fanatici si va oltre il 38% di rifiuto. Che è cifra già di per se ragguardevole; essa però diventa drammatica poiché è chiamata a confrontarsi con una maggioranza assai debole e impreparata. Infatti:

D – Poco informata e formata 37,7%
Il tipo di domande sull’ermeneutica (14,2%), sul ruolo dello Spirito di profezia (13,3%), e le richieste di documentazione (10,13), per come sono formulate, non esprimono sfiducia, ma una forte impreparazione. Questa realtà messa assieme supera il 37%. Il 38% del rigetto, in un modo o nell’altro, ha di fronte un 37% impreparato. Resta un circa 20% in cui abbiamo sentito una certa fiducia (che c’è anche in questo 38%), ma anche qui, la tipologia delle domande, non rivela quasi mai una forte preparazione.

Conclusioni

A – Comunque lo si legga, a noi che abbiamo lavorato sul terreno, questo quadro ci conferma quello che empiricamente già abbiamo intuito. La Chiesa italiana, su Ellen White è divisa in 3 tronconi. Una piccola parte di entusiasti e appena preparati; una piccola parte di estremisti che vogliono imporre o rigettare. E’ la parte più importante fiduciosa e impreparata.
B – La comunità complessivamente non ha responsabilità poiché, come abbiamo mostrato nei capitoli precedenti, nessuno le ha fornito i mezzi adeguati perché fosse preparata.
C – Sia il sondaggio però, che l’esperienza personale dei seminari, mi dicono che la maggior parte dei fratelli ha sete di conoscenza, è bisognosa di radici, è disponibile alla formazione e all’informazione.

CAPITOLO V
L’EREDITA’ DI UN PROFETA UNA RISPOSTA ALLE DOMANDE DI FONDO

L’Eredità di un Profeta è un lavoro che nasce dalla convinzione di dover rispondere ad un bisogno serio del laicato italiano nel suo insieme. Scriviamo laicato, non a caso, poiché la maggior parte del corpo pastorale di oggi, in gran parte conosce l’inglese e, nella misura in cui lo desidera, può trovare risposta alle proprie domande nella notevole fioritura di pubblicazioni apparse negli ultimi anni negli USA. Non abbiamo quindi scritto per gli studiosi, ma per i membri.
Questo non vuol dire approssimazione, ricerca dell’effetto, superficialità. Il nostro ministerio è stato da sempre orientato dalla convinzione, piuttosto radicale, che la fascia culturale a cui ci si rivolge non può aumentare o diminuire il rigore, l’onestà intellettuale, il senso della verità. Predicare un sermone a dei bambini o ad un consesso universitario, nella nostra convinzione, non può implicare un diverso rigore teologico e morale, un grado diverso di serietà di approccio. L’unica diversità deve riguardare la forma non i contenuti, il veicolo e la quantità di ciò che viene veicolato, non la sua qualità. Il nostro lavoro ha seguito questo principio. Destinazione laicato ha significato per noi scegliere un linguaggio scorrevole, quasi giornalistico laddove si è rivelato possibile, una pronunciata schematicità, l’uso di molte immagini, un organizzazione tematica della materia, ma nel massimo rigore storico, teologico, morale, di cui siamo capaci, ovviamente.
Se si esamina attentamente l’indice del nostro lavoro si può scorgere evidente un’impostazione che parte dalle problematiche di fondo esaminate nel capitolo precedente. In verità, una volta stampato, ci siamo accorti di avere compiuto degli errori nella definizione dell’indice che divide la materia in 3 parti mentre nel libro le parti sono 5. Inoltre il cap. 19 starebbe meglio come cap.2
L’indice attuale :
Prima parte Elementi biografici
1 Il fenomeno profetico biblico
2 Dalla nascita alla vocazione
3 I primi passi profetici
4 Le visioni
5 Dalla organizzazione alla riorganizzazione
6 Sposa –madre –Vedova
7 Minneapolis1888
8 In Europa e in Italia
9 In Australia
10 La salute di Ellen White
11 La terza età
12 La quarta età
13 Ellen al riposo

Seconda parte Il patrimonio E. G. White e la sua gestione
14 L’eredità di Ellen White
15 Il mondo di Ellen G. White
16 Ispirazione ed ermeneutica
17 Ellen White, profeta apocalittico
18 E. G. White e la Confessione di fede
19 Canone e profetiamo
20 Sola Scrittura e E. G. White
21 E. G. White e la dottrina Avventista
22 Libertà di ricerca e Spirito di profezia

Terza parte Accuse ad E. G. White

23 The Shut “Door”
24 Plagio
25 Ellen White, profeta di uno stile di vita desueto e impossibile? L’abbigliamento
26 Ellen White, profeta di uno stile di vita desueto ed impossibile? Gli svaghi e i
Divertimenti
27 Conclusione : Sei ragioni e cinque presupposti

Dovessimo ristamparlo, riscriveremmo l’indice in modo maggiormente corrispondente alla sua reale struttura, che è poi costruita sui 5 bisogni fondamentali che abbiamo rilevato nella chiesa italiana nel suo rapporto con Ellen G. White:
Prima parte Il profetismo
1 Il fenomeno profetico biblico
2 Canone e profetismo (nell’indice del libro è il capitolo 19)

Seconda parte Elementi biografici di Ellen e della Chiesa Avventista
3 Dalla nascita alla vocazione
4 Primi passi profetici
5 Le visioni
6 Dalla organizzazione alla riorganizzazione
7 Sposa –madre –Vedova
8 Minneapolis 1888
9 In Europa e in Italia
10 In Australia
11 La salute di Ellen G. White
12 La terza età
13 La quarta età
14 Ellen al riposo

Terza parte Il patrimonio E. G. White
15 L’eredità di Ellen White

Quarta parte Rivelazione ispirazione ed ermeneutica
16 Il mondo di Ellen G. White
17 Ispirazione ed ermeneutica
18 Ellen White, profeta apocalittico
19 E. G. White e la Confessione di fede
20 Sola Scrittura e E. G. White
21 E. G. White e la dottrina Avventista
22 Libertà di ricerca e Spirito di profezia

Quinta parte Accuse ad E. G. White
23 Plagio
24 The Shut “door”
25 Ellen White, profeta di uno stile di vita desueto e impossibile? L’abbigliamento
26 Ellen White, profeta di uno stile di vita desueto ed impossibile? Gli svaghi e i
Divertimenti
Conclusione : Sei ragioni e cinque presupposti

Sostanzialmente non cambierebbe nulla per chi legge il libro, ma per chi lo consultasse dall’indice, gli scopi del libro risulterebbero molto più chiari.

I 5 fondamentali bisogni della chiesa in rapporto ad Ellen G. White trattati ne L’ Eredità di un Profeta

Abbiamo redatto il libro nella convinzione di dover rispondere a 5 carenze di comprensione che la chiesa italiana ha per l’impostazione tradizionale che è stata data al problema: pregiudicata principalmente dalla scarsità di libri di Ellen G. White (almeno sino al 1977) e dall’ancora più scarsa quantità e qualità di scritti su Ellen G. White, se si pensa che l’unico lavoro che presenta in modo organico il profeta è un libricino di Delafield del 1979.

1° bisogno: Comprensione del fenomeno profetico biblico

Le pagine 17-32 sono tutte dedicate al fenomeno profetico biblico, alla sua unicità nel panorama delle religioni, alla sua perennità al suo essere segno di premura divina e di vocazione. Il capitolo in pratica segue due linee parallele: i caratteri biblici del profetismo (ridimensionando il miracolismo e il predittismo, segni ambigui), soprattutto la sua concentricità alle rivelazioni precedenti e la sua imprevedibile perennità, segno della libertà di Dio e del suo operare nella storia. Il capitolo sul Canone (che nel libro è il cap.19) tende a distinguere radicalmente i due fenomeni: il primo appartenente totalmente alla libertà di Dio, il secondo opera della comunità cristiana avente lo scopo di testare la profezia, non di limitare Dio.
2° bisogno: Comprensione del contributo determinante data dal fenomeno profetico al nascere e allo stabilirsi dell’Avventismo.

In pratica abbiamo realizzato un racconto parallelo tra la storia della donna Ellen G. White e la storia della chiesa avventista del 7° giorno, mostrando come le due storie siano inestricabili e benefiche reciprocamente; come la sua vocazione sia un segno della premura di Dio e della vocazione della chiesa. Come il suo ministerio di profeta, senza essere “né capo, né teologa, né padrone” sia stato proficuo e leggero. E’, la parte più lunga del libro (230 pagine) importanti ad umanizzare Ellen G. White togliendola dal mito, ma anche capace di mostrare il suo apporto determinante al meglio di ciò che istituzionalmente siamo.

3° bisogno Comprensione del Patrimonio ingente che resta alla chiesa

Un patrimonio storico e letterario immenso.

4° bisogno Comprensione del ruolo che deve avere oggi Ellen G. White e dei criteri di gestione nell’Eredità di un Profeta

Per l’avventista del 3° millennio, ormai assai distante dal mondo di Ellen G. White sarebbe una grave perdita ignorare il parlare di Dio di quegli anni, ma sarebbe un problema ancora maggiore l’incapacità di decodificare quei messaggi per il nostro tempo. E’ importante sapere cosa Iddio ha detto ma altrettanto importante sapere ciò che Dio dice. Dopo la parte biografica, è questa la parte più corposa del libro, oltre 170 pagine. Il capitolo più lungo, in questa sezione, è quello sull’ermeneutica; abbiamo affrontato parallelamente i principi ermeneutici biblici essendo convinti che solo accettando il modo di rivelarsi di Dio nella Bibbia è possibile accettare il similare parlare attraverso Ellen G. White. In questa parte, certamente la più delicata e impegnativa, abbiamo dedicato un intero capitolo al mondo in cui viveva Ellen G. White ma anche a tre temi fondamentali quali: la diversità di ruolo tra la Scrittura ed Ellen G. White, la relazione tra l’opera di Ellen G. White e la formazione dottrinale avventista, il problema della libertà di ricerca in merito alla lettura che fa Ellen G. White della Bibbia e alle sue affermazioni in moltissimi campi della spiritualità, dell’organizzazione della chiesa, dell’etica individuale e collettiva.

5° bisogno Comprensione della rettitudine Whitiana se pur vissuta in una cornice umana e non mitica

Ellen G. White, come tutti i personaggi di grande spessore è stata tanto amata quanto detestata; tanto esaltata quanto accusata. Abbiamo trattato in questa 5° parte tre grandi accuse: il plagio, la porta chiusa, e ciò per cui spessa è sentita molto distante dalla gioventù moderna: lo stile di vita, soprattutto in rapporto agli svaghi e all’abbigliamento.
Per questa ultima accusa abbiamo in qualche modo letto criticamente due sue serie di brani tratti da due recenti pubblicazioni in italiano (La Famiglia Cristiana (AH) e Messaggi ai giovani (MYP) rispettivamente sugli svaghi e sull’abbigliamento. Questa riflessione è diventato un po’ un esempio di applicazione dei principi ermeneutici studiati nella parte precedente. Nelle nostre conclusioni, Ellen G. White deve rimanere un forte punto di riferimento per la coscienza individuale ed ecclesiale per tutto ciò su cui si è espressa, anche se si fa torto alla nostra ragione e al suo ruolo, se la si utilizza come prontuario enciclopedico del vivere.
CAPITOLO VI
PROBLEMI INCONTRATI E SOLUZIONI
APPLICATE

I problemi maggiori incontrati nella redazione de L’Eredità di un Profeta sono stati sostanzialmente 5: le fonti, la bibliografia, i criteri della sintesi, la scelta del linguaggio, alcune scomode verità da dire.

Difficoltà n° 1 Le fonti

L’ideale, per un simile lavoro, è che il ricercatore vada alle fonti primarie, nel caso specifico: alle minute delle Conferenze generali, all’epistolario privato, ai diari, agli archivi giornalistici dei luoghi dove il personaggio ha vissuto e operato, agli archivi delle istituzioni da lei create o ispirate…
Un simile percorso che avremmo amato fare avrebbe comportato almeno un anno per perfezionare la nostra conoscenza della lingua inglese, e alcuni anni per fare il resto. Avremmo amato fare così, ma, date le forze della piccola Unione a cui appartengo, sarebbe stato inconcepibile.

Difficoltà n° 2 La Bibliografia

Data la impossibilità di fare un lavoro di prima mano, ci siamo accontentati di farlo di seconda, utilizzando:
a – la nostra personale lettura di Ellen G. White che ha riguardato soprattutto la sua opera principale, la serie The great Controversy, assieme a Ministry of healing, Education, Testimony treasure , opere che abbiamo oggi in italiano, Step to Christ, in italiano da sempre , Gospel Workers, (che abbiano per anni letto e riletto nella traduzione francese) . Di opere in inglese, abbiamo ritenuto necessario leggere la sua autobiografia Life Sketches of Ellen G. White.

b – il materiale su Ellen G. White raccolto durante il nostro ministerio sotto forma di relazioni fatte ai convegni pastorali non pubblicate, articoli pubblicati , oltre che sul Ministry, nella rivista pastorale della EUD e in quella dell’Uicca, quando se ne pubblicava una. Articoli reperiti su internet.

c – Un certo numero di opere recenti reperite soprattutto negli USA. Mentre nell’Europa latina esiste molto poco su Ellen G. White, negli USA le pubblicazioni non mancano. Non le abbiamo importate tutte, ma quelle che ci parevano più significative e che abbiamo segnalato nella bibliografia che ha il torto di non contenere molti titoli ma ha il merito di contenere titoli che l’autore ha letto interamente in generale, o quasi interamente, sempre. Alcune opere le abbiamo ritenute fondamentali e le abbiamo particolarmente utilizzate anche quando non appaiono molto citate . Esse sono in particolare:
– Heshel Abraham, Il messaggio dei profeti, per il profetismo;
– Hasel Gerhard F, Biblical Interpretation Today
– Viera Juan Carlos, The voice of spirits per l’ermeneutica;
– Coon Roger W Inspiration/Revelation per la Rivelazione e l’Ispirazione;
– Rea Valter T. The White Lie
– Robertson John The White truth per le accuse di plagio;
– Mustard Andrei G. James White and SDA organization, per la storia dell’organizzazione della chiesa;
– Knight George Myths in Adventism, The world of Ellen G.White, Meeting , Reading, Walking whith Ellen G.White per la sintesi della sua opera, e per la contestualizazione;
– Arthur White, Ellen G.White in 6 volumi per la biografia
E gli articoli di:
– Patrick Arthur Re – visioning the role of Ellen White; The Adventist Church and its religion teachers;
– Haloviak Bert Ellen G.White doctrinal conflicts; Ellen White and the SDA church per la necessaria rivisitazioni delle convinzioni tradizionali su Ellen White.
– Herbert E.Douglass, Messenger of the Lord per l’insieme.

Difficoltà n°3 Tutto in lingua inglese

Un problema non piccolo, per la nostra troppo lacunosa conoscenza dell’inglese, è stata senza dubbio quello di aver dovuto lavorare quasi esclusivamente su testi in inglese. Abbiamo cercato materiale nelle lingue neo latine a noi accessibili (Portoghese, spagnolo, francese) ma, tranne qualche articolo, nulla di significativo abbiamo trovato. Abbiamo l’impressione che la pessima impostazione storica della catechesi su Ellen G. White non è stata esclusiva dell’Italia. Che ci risulti, in francese, il lavoro più completo pubblicato su Ellen G. White sino ad oggi, rimane Ellen G. White e le don de prophétie , la traduzione di un lavoro del White Estate pubblicata in Francia dalla Fides nel 1966.
L’inglese lo leggiamo abbastanza speditamente ma non ci siamo fidati della nostra conoscenza, ringraziamo la direzione dell’Istituto Avventista che ha pagato le prestazione della sorella Osella Tanzini Sirri, traduttrice di vasta esperienza, la quale ha tradotto per noi tutti i brani più impegnativi.

Difficoltà n° 4 I criteri per la sintesi

L’opera storica di Ellen G. White e l’opera letteraria sono tra le più vaste mai compiute da un personaggio della storia delle religioni: 71 anni di ministerio e 100.000 pagine sono cifre da Guinnes dei primati. Il nostro lavoro risultato poi di 520 pagine, nel progetto iniziale, per economia di tempo e di danaro, avrebbe dovuto essere ancora più modesto. Erano quindi necessarie delle scelte redazionali precise.
Data la finalità del libro che si proponeva di rispondere ai 5 principali bisogni che abbiamo riscontrato nel campo, attraverso i seminari e i sondaggi, abbiamo scelto la via tematica. Ad esempio, per la parte biografica, fondamentale riguardo alla identificazione, Arthur White, per raccontare Ellen G. White, ha scelto la via cronologica, raccontando Ellen G. White, anno per anno attraverso gli accaduti. Noi, al contrario abbiamo scelto la via tematica. Abbiamo in pratica diviso la sua esperienza umana e profetica in 11 sezioni tematiche che abbiamo raccontato attraverso gli eventi più significativi:

23 Dalla nascita alla vocazione
24 I primi passi profetici
25 Dalla organizzazione alla riorganizzazione
26 Sposa –madre –Vedova
27 Minneapolis 1888
28 In Europa e in Italia
29 In Australia
30 La salute di Ellen White
31 La terza età
32 La quarta età
33 Ellen al riposo

Stessa cosa abbiamo fatto per il resto concependo ogni capitolo come un breve saggio che rispondesse a precise questioni di fondo.

Difficoltà n° 5 La scelta del linguaggio

Per linguaggio intendiamo l’intero sforzo comunicativo: il linguaggio certo, ma anche la partecipazione emotiva , l’organizzazione del capitolo, l’approccio probativo, l’uso delle note, la titolazione, il legame tra un capitolo e l’altro…Le mie scelte sono state determinate dalla scelta fondamentale del pubblico cui volevo rivolgermi: la chiesa, i fratelli e le sorelle di cultura media.

Linguaggio

Ho scelto, sin dove è stato possibile di utilizzare il linguaggio parlato; una via di mezzo tra il linguaggio di un articolo di giornale e quello di uno studio biblico. Ho evitato per quanto è stato possibile il linguaggio religioso per un linguaggio più laico, più vicino al parlato giornaliero. Ho volutamente evitato il linguaggio tecnico, che è più sintetico ma incomprensibile ai comuni mortali, e quando vi sono stato costretto ho cercato di spiegarlo. Tra Ermeneutica e arte dell’interpretare, ho scelto sempre arte dell’interpretare, tra obsoleto e superato ho scelto superato, tra santificazione e crescita ho scelto crescita…Ho fatto anche il possibile perché i periodi fossero corti, comunque non troppo lunghi, e in ogni caso spezzettati dalla punteggiatura per favorirne la comprensione.

La partecipazione emotiva

Un membro della Commissione del libro dell’ Uicca, la quale ha complessivamente apprezzato il lavoro, ci ha rimproverato una eccessiva partecipazione emotiva nella parte biografica espressa, secondo lui, da inopportuni momenti di lirismo. Secondo questo fratello, avrei dovuto essere più distaccato, meno coinvolto, maggiormente asettico. Non ho condiviso questa critica poiché sono per convinzione un uomo di parte, un avventista del 7° giorno convinto della vocazione di Ellen G. White e della Chiesa Avventista, letteralmente ammirato di ciò che Ellen G. White, servitrice del Signore è stata. Credo di avere avuto il dovere dell’onestà intellettuale, del senso del vero, ma non della asetticità. Il nostro lavoro è stato concepito per essere una testimonianza, onesta, leale, ma appassionata.

L’organizzazione del capitolo
L’organizzazione del capitolo può essere facilmente colta attraverso il riporto del neretto di un qualunque capitolo. Riproduciamo ad esempio, nella pagina che segue, il primo capitolo.

Capitolo 1 : Il fenomeno profetico Biblico

“ Abbiamo inoltre la parola profetica più salda: farete bene a prestarle attenzione, come a una lampada splendente in luogo oscuro, fino a quando spunti il giorno e la stella mattutina sorga nei vostri cuori.”
2 Pietro 1:9 (Introduzione)
1. IL TERMINE PROFETA – PORTAVOCE
Una gamma di figure
Dal saggio al profeta
2. IL QUADRO IN CUI SI COLLOCA IL PROFETISMO
Crisi generale dell’uomo
Crisi del popolo di Dio
La sollecitudine di Dio
3. I CARATTERI PROPRI DEL PROFETISMO BIBLICO E DEL LORO MESSAGGIO
a. Dio ha l’iniziativa
b. Accettazione forzata dell’amore
c. Ministero discontinuo
d. Non uomo d’apparato
e. Nessuna sorgente sconosciuta
f. Continuità e sviluppo
g. Ispirato da Dio non dal popolo
h. Poteri distinti
i. Dio l’origine non il destinatario
l. Uno strano patriota
m. Chiarezza e storia
n. Vita e profezia
o. Soluzioni né tecniche né facili
4. DIO E I PROFETI
a. Non teorie su Dio ma presenza di Dio
b. Nessuna speculazione su Dio
c. Neppure il nome
5. IL COME DELL’ISPIRAZIONE DEI PROFETI
a. Assenza di processo tipo
b. Sogni e visioni?
c. Il fatto più importante
6. IL CATASTROFISMO PUNITIVO DEI PROFETI
a. Tenerezza infinita
b. Il contrario dell’impassibilità
c. Contingente, rara, strumentale
d. E’ giustizia
e. Non è ciò che resta
7. I FALSI PROFETI
8. IL CANONE SACRO
L’organizzazione del capitolo è costruita sullo schema dello studio biblico classico; oltre al titolo, esso contiene una citazione biblica o di un autore, che sintetizza l’intero capitolo. Segue poi una introduzione (non segnalata) ed una scaletta di punti e sottopunti che sono evidenziati dal neretto, quasi a far risaltare lo scheletro del discorso, Il tutto viene terminato da una breve conclusione (non segnalata ). Lo scopo di questa scelta è la memorizzazione facile, la leggerezza della lettura.
Difficoltà n° 6 Alcune scomode verità da dire

George Knight ha intitolato uno dei suoi libri più interessanti Miths in Adventism. Ma non è solo negli USA che nascono e si sviluppano luoghi comuni che acquisiscono il crisma delle verità indiscusse. Nella visione popolare di Ellen G. White, nella parte più fiduciosa della chiesa , anche e soprattutto a causa dei problemi catechistici storici che abbiamo segnalato, si sono create un certo numero di convinzioni che nel libro abbiamo scelto di affrontare coraggiosamente, nella convinzione dei benefici che alla fine porta con se la verità. Tra questi luoghi comuni vi sono le “verità”:
1. Di una Ellen G. White infallibile e inerrante;
2. Interprete ispirata delle Scritture;
3. Di una produzione letteraria frutto esclusivo del miracoli delle visioni
4. Del valore probante delle manifestazioni sovrannaturali (Tipo la Bibbia tenuta
in alto per mezz’ora);
5. Della sua assoluta originalità per ciò che riguarda soprattutto le intuizioni mediche;
Abbiamo cercato di liberare la figura di Ellen G. White da simili fardelli mitici mostrando, soprattutto attraverso esempi biblici, che la grandezza dei profeti, così come Dio li ha voluti, prescinde da queste impostazioni. Ma forse, le convinzioni più deleterie su Ellen G. White riguardano le sue visioni sulla fine, attraverso i cui momenti più significativi sarebbe possibile ricostruire e leggere in modo minuto la storia contemporanea e quindi il futuro. Nel capitolo XVII soprattutto abbiamo mostrato come Ellen G .White si esprima come un profeta apocalittico neicui messaggi è possibile leggere i grandi trend del futuro (ma che possono esprimersi in secoli e millenni o in mesi senza la possibilità di poterlo prevedere), ma soprattutto il passato. Abbiamo cercato di mostrare, la scomoda verità anche per noi secondo la quale: il sentimento di vicinanza dei profeti della venuta del Signore non ha quasi mai valore cronologico, e certamente non ne ha in Ellen G. White visto che sui suoi “presto” in relazione al Ritorno di Cristo si va già dagli 85 ai 160 anni.
Abbiamo cercato di mostrare che nulla, nell’attuale situazione del mondo e degli USA, ci permette di prevedere a breve il paventato governo mondiale, la legge sul sabato, il tempo distretta, e il Ritorno di Cristo. Abbiamo anche affermato con forza che tutte queste cose dovrebbero avere scarsissimo valore poiché il giorno di distretta di cui dovrebbe occuparsi la chiesa è quello che vivono oggi i derelitti del mondo: i vecchi soli nelle stupende città occidentali, i malati terminali, particolarmente quelli soli, coloro che attraversano gli oceani per sfuggire alla fame, alla guerra, gli handicappati e le loro famiglie…
Questa, delle difficoltà incontrate, è stata forse la maggiore.

CAPITOLO VII
IL PRIMO IMPATTO DE “L’EREDITA’ DI UN PROFETA” SULLA CHIESA AVVENTISTA ITALIANA

L’Eredità di un Profeta, dopo avere superato l’esame da parte della Commissione del libro dell’Unione Italiana e gli abituali tempi tecnici, ha visto la luce editoriale nell’aprile 2001. E’ stato stampato in 1500 esemplari dall’ADV ma finanziato dall’Istituto Avventista.
L’Italia Avventista conta poco più di 6000 membri di cui circa 1000 stranieri. Con molto ottimismo è stato previsto che il 70-80% delle famiglie ne comperasse una copia. La pubblicità editoriale ha raggiunto le comunità non prima di giugno. I primi libri hanno cominciato a giungere nelle chiese più organizzate almeno un mese dopo. Le prime letture dell’intero libro, considerate le sue 520 pagine, hanno avuto inizio nell’estate . Già nel mese di Settembre ho cominciato a ricevere delle reazioni spontanee.
Verso la metà di ottobre, attraverso un formulario pubblicato sul BIA , ho richiesto ai lettori un loro parere per la compilazione di questo capitolo.
Pubblico quindi le reazioni ricevute precedenti il mio appello sul BIA, e quelle espresse tramite formulario e ricevute entro il 30 novembre 2001 accompagnandole con un breve commento.
Le copie vendute dall’ADV sino al 30 dicembre 2001 sono state 753 .
Sino a questa data ho ricevute dai lettori spontaneamente: 7 reazioni telefoniche, 6 epistolari, 35 tramite compilazione del formulario
Reazioni telefoniche

Le reazioni telefoniche sono venute da parte di laici, quasi tutti anziani e ufficiali di chiesa; ognuno di queste 7 fratelli si complimentava e ringraziava per il bene ricevuto.
Questi lettori, nel lodare il libro hanno tutti espresso la loro soddisfazione per due tematiche di fondo: la straordinaria, commovente esperienza umana di E. G. White, e i criteri di lettura della sua opera.

Reazioni negative

Una prima reazione negativa.

Di reazioni negative ne sono arrivate solo tre, sino ad ora . Ciò, ovviamente, non significa che coloro che non hanno condiviso il libro siano così pochi; sicuramente la percentuale è assai più elevata, ma va da se che scrive molto più facilmente chi condivide.
La prima reazione negativa è a firma di un fratello della chiesa di Firenze centro che si è espresso attraverso due e mail successivi, inviati entrambi non solamente a me ma ad almeno un altro centinaio di persone, pastori e laici, oltre che alla UICCA, alla EUD e al White Estate. Il primo mi è stato inviato il 24 ottobre, il secondo il 20 novembre 2001. Il fratello in questione è avventista dall’infanzia, ha 64 anni, un lungo passato di fedeltà, è una nomea di lettore accanito dei libri di Ellen G. White; non conoscendo che la lingua italiana, poco o nulla, fino ad ora, aveva letto su Ellen G. White; il fratello che nella prima lettera si chiedeva “Se un libro simile potesse essere dato in mano a ragazzi che studiano teologia…”, nella seconda lettera va sul pesante e scrive:
“Ti voglio dire, caro Rolando, di modo che tu non ti vanti veramente troppo del tuo gran libro, che non c’è necessità di cercare per trovarvi gran dovizia di difetti e di errori nel tuo libro. Soprattutto nessuno ti vuole denigrare, danneggiare, fare maldicenza nei tuoi confronti; ma forse come disse Elia al re Achab: … non sono io che metto sossopra la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno… ma tu col tuo stravolgerne il messaggio. Disprezzando la critica, dimostri di avere la coda di paglia. In realtà il tuo libro è un miscuglio di nulla, una nuvola senza pioggia, un libro senza futuro… che non apprezza lo Spirito di Profezia ed è irriverente nei confronti del messaggio evangelico.”
Non c’è gran che da dire su questa duplice reazione che si compone di giudizi complessivi, privi di segnalazioni circa specifici errori. In una mia reazione al suo primo scritto, io mi sono lamentato con lui, tramite un e mail di risposta, non delle critiche, ma del fatto che le aveva inviate a oltre 100 persone senza prima almeno sentirmi. Per lui, questa mia reazione è stata definita: “Disprezzando la critica, dimostri di avere la coda di paglia…” Laddove non ho minimamente accennato al merito ma al metodo, assai poco cristiano, di inviare le critiche non alla persona che si ritiene abbia sbagliato ma a decine di persone ignare.
La persona, nella prima reazione non si sente a suo agio nella lettura, ed incontra poco volentieri una Ellen G. White che è troppo lontana dalla conoscenza che credeva d’averne. Il fratello ha conosciuto Ellen G. White, oltre che dai suoi scritti in italiano, dal racconto che ne hanno fatto i pastori sin dalla sua infanzia. E’ presumibile che le mie “devianze” maggiori le abbia riscontrate nella parte ermeneutica.
Una seconda reazione negativa
La seconda reazione negativa è stata inviata dallo stesso fratello che aveva inviato le prime due a me, e ad almeno altri cento indirizzi, ma a nome di un gruppo di lettori anonimi, i quali, nel documento affermano: “Per mezzo di una lettura attenta si è cercato soprattutto di capire il pensiero dell’autore mettendo in evidenza eventuali contraddizioni e errori…Pur essendo un lavoro di più persone, si è cercato di presentare un lavoro unitario. C’è chi ha letto per primo il libro ed ha sottolineato le frasi che gli sembravano non chiare, c’è chi ha redatto le osservazioni suggerendo eventuali cambiamenti e così via .”
Dietro questo documento c’è stato effettivamente un gruppo di persone, ma la sua stesura è opera di un ex insegnante di Villa Aurora radiato dalla Chiesa Avventista alcuni anni fa che, però, non solo si considera ancora avventista, ma pensa di incarnarne l’ortodossia più pura.
Il lungo documento , troppo lungo per essere riportato per esteso, o anche solo di essere citato in tutte le sue affermazioni critiche, inizia con delle critiche generiche alle “frequenti improprietà di linguaggio”, al “grosso limite del libro” che, nelle parti storiche non è redatto a partire dai documenti originali , poi segue un elenco di mie affermazioni che al gruppo paiono contraddittorie o sbagliate e pericolose: sulla improbabilità dei 6.000 anni dalla creazione, sulla distinzione tra “infallibilità e inerranza”, sulla improbabilità dei segni fisici tradizionali “stelle, giorno oscuro…” visti ancora da loro come segni di imminenza, sulla convinzione che tre scoperte moderne su Ellen White hanno “gettato un elemento di caos nel cuore dell’Avventismo” …
I critici in questione, che partono da una visione fondamentalista che domina la catechesi avventista in molti paesi del mondo e che ha dominato la catechesi italiana sino a 30-35 anni fa anni fa, si oppongono ad un lungo elenco di convinzioni simili a quelle citate. Abbiamo motivo di ritenere che questi lettori rappresentino una fetta consistente del laicato e del corpo pastorale .
Una terza reazione negativa
Chi ha avuto occasione di conoscerla e udirla, sa bene come lei abbia spesso boicottato le affermazioni della signora White su abbigliamento (vedi Opinione), opera come mediatore di Cristo in cielo etc. per cui m’è parso “blasfemo” che proprio lei sia stato autorizzato (se lo è stato!) dalla Commissione del Libro italiano o poi dalla tesoreria a far stampare i suoi libri sullo Spirito di Profezia, foto delle sue ‘”personali esternazioni”.
Già nella “fase tre” della introduzione, del libro “L’eredità di un profeta” lei dà l’accento e sottolinea con enfasi la critica che vuole l’esclusione della White, come “profeta del tempo della fine”.
Nella “fase quattro” lei ci dice “candidamente” che i “dotti” attuali, di sua conoscenza la sanno più lunga della “ignorante” giovane Ellen . Non sono i “mutamenti” ‘, ma sono persone come lei che “tentano” di minare “le antiche certezze In quanto a perdita di identità lei ha sempre fatto la sua buona parte. Un fatto è certo: quando i “creduloni ignoranti” seguivano alla lettera gli scritti di questa profetessa, 1a fede era grande e l’identità chiara, precisa inequivocabile. Oggi, con dei “revisori” come lei, tutto è in discussione e la nostra Identità si è persa per strada. Solo un ritorno allo spirito, ai principi dei fondatori del Movimento Avventista ci riporterà ad essere il “Rimanente che serba i comandamenti e ritiene la Testimonianza di Gesù”‘. (Lei saprà di che si tratta!)
Sta scritto: “Li riconoscerete dai loro frutti” Mi consta che la lettura dei “suoi libri”, ha scoraggiato e allontanato dalla Chiesa, molte anime. Sta scritto: “Ma se qualcuno farà perdere la fede a uno di queste persone semplici che. credono in me, sarebbe più conveniente per lui che lo buttassero in fondo al mare con una grossa pietra legata al collo. E’ triste che nel mondo ci siano scandali. Ce ne saranno sempre ma guai a quelli che li provocano” (lei sa dove si trova il testo! ).
Ma torniamo al suo libro: le sue frequenti allusioni a “illeciti” morali, editoriali (plagio), teologici, della White, lasciano poco spazio per consentirci di darle fiducia. Lei rivela il suo vero scopo: screditare un profeta tacciandosi per difensore dello stesso profeta! A pagina 35 lei parla di intuizioni e non di rivelazioni divine, ciò dimostra come lei difende la profetessa e poi giunge ad affermare (pag. 96), che le sue visioni non sono mai state legate a scoperte dottrinali!! Niente di più tendenzioso.
Il consiglio che lei trascrive a pag. 114, circa la prudenza nel parlare per aria dei “malvagi interpreti” mi sembra una ottima “profezia” sul suo libro.
In quanto a Minneapolis 1888, lei tace su ciò che non le piace.
Lei coglie l’occasione di una dichiarazione di un vecchio medico, da lei accreditato, per sottolineare lo squilibrio cerebrale dalla White durante le visioni (p. 211). La .ringrazio per “la buona fede del profeta. La sua assoluzione mi conforta. Infine lei calca la mano: “Non fu esente dalla depressione”, inconciliabile con i gioiosi messaggi di speranza e incoraggiamento che hanno cambiato la vita a molte anime scoraggiate e depresse.
Sorvola sulla “riforma Sanitaria”, mentre molto dice su argomenti di poca importanza: questo fa capire al lettore di quale spirito sono “posseduti” i mangiatori di “carne”.
A p. 283 lei dà, con sua personalissima “selezione” l’elenco dei “`libri di consigli” della White (che per lei non sarebbero “ispirati” e quindi non provenienti da Dio). Non le pare che questa sua arbitraria distinzione sia molto pericolosa? Chi o quale autorità le permette di fare una distinzione tra ispirato e consigliato? Poi si contraddice in altre pagine
Ciò che mi ha colpito particolarmente è la sua affermazione (p. 389- 390) che mette in discussione l’avvocatura di Cristo dal 1844 e la fine del tempo di grazia.
La “libertà” reclamata a p. 405, nell’attuare i principi contenuti nella Bibbia mi fanno pensare più ad una dichiarazione di “infedeltà responsabile” che non ad una “fedeltà responsabile”.
Sono giuste le citazione della White in materia di “buon senso”, ma perché non cita quelle dove si afferma chiaramente quale sia il buon senso? Mentre lei fa (e suggerisce di fare), le sue “sperimentazioni e errori che la libertà porta con sé”, io preferisco seguire quei consigli senza usare la mia ‘libertà di errare” che poi non sarebbe altro che “libertà di cambiare, falsificare stravolgere”. Voglio essere un figlio che obbedisce ad un Padre amoroso , nel quale ha piena fiducia, anche se non sempre riesce a comprendere i suoi dettami . (p. 408)
Circola la voce che alcuni suoi amici affermano, anche pubblicamente “che non ci sia più bisogno della White, avendo un profeta più grande nella persona del Past. Rizzo. !”
Non ho la prova personale ovviamente, mi è stato solo riferito, ma se a lei consta, freni questi irresponsabili, anche se a lei potrebbe far piacere!
Per Concludere mi pare ovvio associarmi a chi ha definito, una parte di questo libro “Pirata e criminale”. E’ lei sincero vuol far del bene alla Chiesa? Allora si penta e scriva pubblicamente di aver sbagliato e chieda a tutti perdono. Io sarò felice, e tutta la Chiesa finirà di soffrire per colpa sua. Non si può permettere che siano usati soldi sacri per stampare libri che fan del male. Non esiste più una Commissione del Libro che da una specie di “Imprimatur” o “Placet” per la stampa e diffusione nella Chiesa Avventista e fuori? Ha lei avuto questo permesso? Se si, allora lei è molto meno responsabile e comunque quanto quella Commissione.
Sono certo che lei ha sofferto e potrebbe soffrire per quanto le ho scritto, sono stato esplicito come lei lo è stato, a torto o a ragione, mille volte.
Non si capisce cosa questa persona abbia capito del nostro libro, ma si capisce che non abbiamo solo amici.

Reazione spontanea complessivamente positiva con elementi critici

Una reazione piuttosto positiva con alcune segnalazioni critiche mi è stata inviata da Alvaro Lautizi, avventista dal 1975, 67 anni, anziano della comunità di Bracciano (Roma). “Dopo la lettura del tuo buon libro, tutto è rimasto come prima, anche la fiducia nella chiesa. Sento allo stesso modo la mia vocazione e non ho maggiori argomenti per credere nella White, forse perché molta parte di quanto tu dici già conoscevo.
Non ci sono state cose che mi hanno sorpreso o che mi hanno creato dei problemi. Soltanto forse occorreva dire qualcosa in più sulla portata del ministero profetico della White. A me sembra (ma non è detto che sia così) che ci siano, nel tuo libro, più argomentazioni per confutare quell’esercito di fanatici ed estremisti che ha sempre insidiato una chiara visione dell’Avventismo, piuttosto che argomenti positivi.
Io non nego che spesso possa essere stato così, ma mi sembra che si dia un quadro un pò troppo pessimistico dell’Avventismo passato. Un quadro che ad occhi estranei potrebbe apparire settario. Fatti del genere citato a p.58, anche se certamente veri,fanno pensare a numerose infiltrazioni di pazzoidi nel Movimento, piuttosto che a uno sviluppo dello stesso, difficoltoso quanto si vuole ma comunque portato avanti da persone sincere. Forse, allora, il piú grande miracolo è che siamo potuti arrivare oggi così come siamo.
Forse ragiono così perché nella mia quasi trentennale esperienza ho trovato più avventisti che non credevano di fatto nella White piuttosto che nostrani fanatici estimatori di tale dono profetico.
Per quanto riguarda la riforma sanitaria argomento che tu sai che mi sta a cuore è trattato frettolosamente e (ma ammetto che è solo un mio sospetto, una sensazione che nasce da qualcosa di impalpabile insito nel tuo libro), piuttosto che una difesa della stessa, mi sembra una difesa personale dalla stessa. D’altronde, mi piacerebbe sapere quanti pastori avventisti conoscano la posizione della White sulla carne, sul caffè e sul te, e quanti mettano in atto questi fermi consigli dati dallo Spirito di profezia.
Il libro é comunque bello, ricco di annotazioni, e va a colmare un vuoto incredibile nel panorama letterario avventista della nostra nazione.”
Reazioni interamente positive
Reazione spontanea del pastore emerito Daniele Licheri, 75 anni, residente a Rieti.

“Mi complimento con te in merito all’ ultimo libro :L’Eredità dì un profeta”
Mentre andavo avanti nella lettura mi rendevo conto di quanto lavoro e fatiche ti è costato leggere e leggere non solo quello che la sor. White ha scritto ma ancora quello che le persone che le sono state vicine ed altri hanno scritto di lei con pensieri,valutazioni, giudizi e commenti di varia natura! Quante fatiche,quante ore hai dovuto spendere per potere realizzare un’opera così monumentale e completa!
Sono certo questo libro servirà e tutto il mondo avventista e penso anche che, a mano a mano che sarà conosciuto,sarà tradotto in diverse lingue perché lo ritengo indispensabile per il popolo di DIO.
Ho letto attentamente tutto il libro, ora dovrò riprendere da capo la lettura, per sottolineare e fissare i concetti basilari, anche per fortificare la mia fede, in viste delle battaglie che sicuramente dovrò affrontare, se il Signore mi darà ancora del tempo da vivere.
Grazie assai Rolando, per questo libro che hai scritto anche per me. Che il Signore ti benedica grandemente in seno alla. tua. famiglia e alla chiesa nella quale ti ha posto e sei stato chiamato a servire .”
E’ questa una lettera sorprendente poiché proviene da un pastore semplice che non ha neppure studiato a Collonges a suo tempo.

Reazione spontanea del pastore Adelio Pellegrini, 52 anni pastore di due comunità romane:

“Ti voglio ringraziare sentitamente perché hai offerto un ottimo lavoro e uno Strumento di studio alla. chiesa italiana per apprezzare la nostra eredità.
Purtroppo, specialmente chi non lo leggera continuerà ad avere i suoi dubbi e le sue domande di perplessità….ma per chi é veramente interessato al fenomeno White e alla figura del profeta credo che trovi nel tuo lavoro delle ricche pagine.
La prima parte: elementi biografici… anche se a volte dei pensieri ritornano, quanto scrivi mi è sembrata una sintesi serrata della lunga vita della zia Elena. In diverse occasioni mi avrebbe fatto piacere leggere qualche particolare in più, ma del resto già così l’opera è molto ricca.
Ho apprezzato moltissimo le pennellate con le quali tratteggi con parole ricche di sentimento e di ammirazione le passioni, i temperamenti e la forza dei nostri pionieri. Mi sembrano dei quadri vivi.
Credo che tu abbia, sfatato un mito. Non sapevo che il matrimonio della White non fosse stato preceduto dall’innamoramento di due giovani che non riuscivano a vedere il loro futuro se non uniti. Anche questo vissuto lo hai trattato con umanità, discrezione, ammirazione e rispetto.
La seconda parte: Il patrimonio … l’ ho apprezzato molto. In particolare la sez. 15 Ispirazione ed ermeneutica. E notevole. Credo che quanto dici debba essere studiato e penso di poter dire che un lavoro sul senso dell’ispirazione non potrà essere fatto senza tenere conto delle tue considerazioni. Se un giorno dovessi togliere un sogno dal cassetto e fare un lavoro sull’ispirazione, credo che questo tuo capitolo sarà per me un punto di riferimento.
La terza parte: Accuse a E. G. White sono 50 pagine nelle quali rispondi a delle specifiche domande che suscitano sempre, quando certi pensieri vengono conosciuti, perplessità specialmente la prima: La porta chiusa.
Il mondo evangelico, anche quello storico, purtroppo non è interessato a questo fenomeno della nostra storia, ma ritengo sia importante che alcune figure possano avere questo tuo lavoro e chissà se qualcuno lo recensirà su una loro pubblicazione come ad esempio Il Protestantesimo.
Nell’esprimerti il mio ringraziamento per la realizzazione di questa fatica, che ti auguro ti dia una “santa” gratificazione ti abbraccio.”

Reazione spontanea del fratello Giuseppe Nalin, musicista professionista, ufficiale di chiesa della comunità avventista di Padova

“Hai prodotto un libro stupendo meditato e scritto con grande perizia. Il linguaggio è diretto, chiaro; l’articolazione dei capitoli e degli argomenti è strutturata in un crescendo sensazionale che fuga dubbi e domande. Molto documentato e fortemente equilibrato, avvincente, ma soprattutto di estrema utilità per prepararsi su argomenti negativi che oggi circolano liberamente su E. G. White a livello di chiesa e che sono spesso sulla bocca di membri che parlano per sentito dire o solo perché hanno letto degli stralci dei suoi scritti. E’ un libro inoltre che infonde sicurezza sulla fede avventista nonostante critichi paradossalmente i cattivi modi di gestire la chiesa appoggiandosi su Ellen G. White.
Ti ringrazio per il bene che mi hai fatto producendo queste pagine, frutto di annidi fatiche e di un accurato lavoro. Che il Signore continui a benedirti abbondantemente assieme alla tua cara famiglia. Tuo Bepi”.

Articolo comparso sul Messaggero Avventista nel luglio-agosto 2001 a firma di Sandro Mantovani, direttore del dipartimento delle pubblicazione dell’UICCA sotto il titolo: “L’album di famiglia”

“Lo scorso aprile è uscito l’ultimo lavoro del past. Rolando Rizzo, a cura dell’Istituto avventista di cultura biblica Villa Aurora, con il titolo: L’eredità di un Profeta . Un libro di oltre 500 pagine dedicato al profetismo che ha preceduto, formato e consolidato il nostro movimento proiettandolo verso traguardi inimmaginabili ai suoi inizi. Profetismo manifestatosi per una settantina d’anni nella persona e nell’opera di Ellen G. White, la cui storia, qui ampiamente descritta, è un po’ quella del nostro movimento.
Per raccontare i quattro periodi del suo contributo dal 1844 a oggi, è stato preso parecchio materiale dal White Estate e dagli studiosi avventisti più accreditati.
II risultato è quello di un’opera pregevole, unica nel suo genere per completezza, almeno a livello europeo. E’ una riscoperta a tutto campo della nostra identità con numerosissime citazioni autobiografiche e non, con testimonianze dirette adeguatamente collocate nel loro contesto storico, socio culturale e religioso. Tutte ben amalgamate da appropriate considerazioni e descrizioni dell’autore che si è mantenuto nel solco di un grande equilibrio e obiettività. E’ come sfogliare il vecchio album di famiglia, la nostra famiglia spirituale, a partire dai suoi sofferti albori ma sempre oggetto della premura di un Dio che interviene ancora una volta nella storia per preparare un popolo che lo rappresenti degnamente e proclami con forza quel triplice messaggio di Apocalisse 14 che sarà una delle sue caratteristiche peculiari.
Si susseguono quadretti e spaccati di vita familiare e istituzionale con curiosi e simpatici particolari sui nostri pionieri con tutti i loro limiti: contrasti, divisioni, defezione, disgrazie di casa e di chiesa… ma anche con tutta la loro fede,il loro entusiasmo, la loro vocazione, l’abnegazione, il forte senso del servizio, della missione, della testimonianza.
E’ in mezzo a questi pionieri, che contribuirono alla nascita e allo sviluppo dell’avventismo qui raccontato con tanta passione,spicca, a ragione, la figura di colei che ha guidato gli avventisti tra mille difficoltà (comuni un po’ a tutti i profeti), da una grande delusione a una grande certezza. In fondo è lei il segno più grande, anche se non esclusivo, della sollecitudine di Dio nei confronti del rimanente escatologico. Si resta spesso sorpresi e ammirati nel leggere certi particolari che non sempre si conoscevano o si sapevano in modo parziale, un po’ caricato, apologetico… Le diverse tematiche, alcune delle quale oggetto spesso di accese discussioni e fraintendimenti, sono trattate con grande lucidità anche per le sorprendenti dichiarazioni dei protagonisti stessi. E’ indubbio che un uso distorto dei suoi scritti (com’è accaduto soprattutto dopo la sua scomparsa, suscitando forti reazioni da parte del figlio William, suo stretto collaboratore) in rapporto alla centralità e alla indiscussa autorità della Scrittura da lei e dai pionieri sempre strenuamente sostenuta, abbia reso un cattivo servizio alla Chiesa e non solo nella sua immagine.
L’aver utilizzato, ad esempio, l’espressione «dice la sor. White…» come termine assoluto di ogni discussione riflessione o ancora i suoi scritti (circa 100.000 pagine) come una onnicomprensiva e autoritaria enciclopedia di fede, di pratica, di verità e di doveri per i membri fedeli è stato una sorta di tradimento del suo pensiero che ha generato inutili tensioni e lacerazioni già paventate dalla sor. White (3 SM pag. 217 e pag. 33) che ha sempre rifiutato ogni accredito di inerranza. Interessantissimo, a proposito, il capitolo sull’ispirazione. La sua funzione è stata quella di magnificare la Parola di Dio senza esserne un’aggiunta come taluni, per eccesso, hanno preteso spingendo così, per reazione, altri all’estremo opposto… Ella sentiva che la sua missione era finalizzata a «riportare le persone alla Parola di Dio negletta» (5 Test. p. 663).
II valore di questo libro sta anche nel sincero rispetto che il past. Rizzo porta al pensiero della sorella stessa, astenendosi da ogni forzatura , e ricordandoci la grande eredità lasciataci da questa straordinaria figura profetica.
Un’eredità da gestire, secondo il suo preciso volere all’esclusiva gloria del Signore e per il bene della sua opera sparsa nel mondo intero .”

Reazioni alle critiche negative

Articoli apparsi sul Messaggero Avventista

FEDE, SPERANZA E … CARITÀ di Fantoni Vittorio decano del Seminario Avventista di Villa Aurora
Periodicamente, almeno negli ambiti, non larghi, della Chiesa avventista d’Italia, s’incendiano propositi bellicosi e intransigenti nei confronti delle eresie (?!) emergenti.
Ritengo che il gruppo dirigente dell’opera dovrebbe fare decisamente di più e meglio per evitare l’emergere dell’intolleranza, che mi pare sovente accarezzata o tollerata, forse per paura delle divisioni…
Ricordo come, sulle pagine del Messaggero, un paio d’anni fa, suscitò diverse reazioni indignate un’intervista, sul tema del diluvio biblico, da parte del decano della nostra facoltà teologica di Collonges.
In chi scrive non destò turbamento il dissenso, ma la modalità e la durezza di esso.
Io non ho mai costruito, a livello edilizio, nulla di più che qualche castello di sabbia estivo; per questa ragione, quando passo davanti a una casa in costruzione, sono prudente nel giudicare il progetto dell’architetto o l’esecuzione del capomastro. Non è per umiltà, ma per una normale presa d’atto della realtà, quella delle competenze.
Ovviamente, se vedo che la casa crolla o se è cresciuta storta, sono certamente autorizzato ad affermare che gli addetti non capiscono nulla o sono dei lestofanti.
Voglio dire: se una persona dedica la sua vita, il suo impegno a un settore, è probabile che giunga a conclusioni che per me non siano d’immediata comprensione. Non è allora giusto e cristianamente prudente evitare i giudizi affrettati e forcaioli?
Prima capire, chiedere, studiare e poi parlare…
Nella Chiesa alcuni pensano che soltanto le professioni secolari abbiano bisogno di competenze; in Italia, poi, siamo tutti commissari tecnici della nazionale di calcio. Ma anche la teologia richiede sforzi, conoscenze, elaborazioni, tempo e doni.
Da alcuni mesi è uscito un libro sull’opera di Ellen G. White (titolo e autore); anche su di esso ho sentito commenti assoluti, decisi, ma, talvolta, da incompetenti altrettanto assoluti.
Forse un po’ di umiltà cristiana non guasterebbe; e anche il rispetto del pluralismo, che è poi rispetto dell’altro.
La carità cristiana, che sussiste più di ogni altro valore, non è amore per gli angeli… ma rispetto e indulgenza per gli uomini .”

DICONO CHE SIA UNA PROFETESSA… di Battista Raffaele anziano della chiesa di Villa Aurora
“Molti di noi avventisti, cresciuti nel dopoguerra, si sono formati un’opinione su Ellen G. White, sulla base di alcuni opuscoli, tradotti in italiano, e grazie a una sintesi del Gran Conflitto (dalla copertina celeste…).
Per il resto la nostra formazione si basava su racconti dei genitori e dei pastori che, avendo letto in inglese o in francese alcuni libri della profetessa avventista, ne presentavano l’insegnamento.
Per forza di cose, talvolta, si creavano dei sentito dire che purtroppo hanno danneggiato molto l’opera di E. G. White.
Sebbene nei limiti, tutto sommato pacifici, del nostro ambiente, sono sorti contrasti tra conservatori e progressisti, tra persone che volevano rifondare la morale cristiana sulla base dell’opera whitiana, e altri che volevano sbarazzarsene come di un pezzo di cattivo antiquariato.
Il tutto, spesso nell’assenza di documentazione, non per cattiveria, ma per impossibilità di accedere alle fonti.
Altri ancora, per onorarla, hanno preteso e invocato una lettura e un’obbedienza letterale, la stessa che si vuole per la Bibbia.
Su che cosa sia letterale si potrebbe discutere a lungo ma, grazie a Dio, tutti noi ci troviamo infine d’accordo su Gesù e sui suoi comandamenti.
A mio parere, il fenomeno profetico di Ellen G. White rimane ancora oggi, in Italia, in gran parte da scoprire.
Il libro su E. White, che da alcuni mesi è disponibile, rappresenta uno sforzo notevole che, essendo ancora sforzo solitario, contiene i limiti propri delle situazioni in cui il dibattito è scarso per mancanza d’interlocutori.
In attesa di altri saggi, sarebbe opportuno farne un’attenta lettura; lo consiglio agli appassionati whitiani come agli scettici. Con una preghiera: evitiamo le dicerie e le campagne-contro; ritroviamoci sulle pagine ufficiali a discutere di Bibbia, profezia e vita.”

Reazioni tramite modulo ricavato dal BIA

Sondaggi ricevuti 35
Fasce d’età
Tra i 20 e i 24 anni 8
Tra i 28 e i 34 anni 9
Tra i 46e i 54 anni 8
Tra i 60 e i 66 anni 7
Tra i 75 e gli 84 anni 3

Ruolo nella chiesa
Pastori 5
Anziani 8
Direttori G.A 3
Capi dipartimento 7
Diaconi 3
Studenti teologia 5
Senza incarichi particolari 4

1 Hai letto il libro in questione
Tutto 20
Buona parte 11
Ho letto i capitoli i cui soggetti mi interessavano maggiormente 4
2 Prima della lettura del libro credevi in Ellen White come ad un profeta di Dio?
Si 20
No 0
Pienamente 13
Con qualche dubbio 12
Con molti interrogativi 11
Con pochi argomenti 13
Con solidi argomenti 13
3 Dopo la lettura totale o parziale del libro
Tutto è rimasto come prima 9
I dubbi sono diminuiti 17
Sono aumentati 0
La fiducia nella chiesa è rimasta la stessa 9
E’ diminuita 0
E’ aumentata 23
Senti la vocazione della chiesa allo stesso modo 8
La senti meno intensa 1
Più intensa 20

Credi in Ellen G. White con gli stessi argomenti di prima 4
Con maggiori argomenti 25

4 Qual è il capitolo del libro, l’episodio, il soggetto che più ti hanno colpito positivamente?

– Il capitolo sulle visioni
– Tutta la parte biografica (4 schede)
– I capitoli sull’Ispirazione e l’ermeneutica (12 schede)
– Il capitolo 22
– Tutta la seconda parte
– L’introduzione al profetismo
– I capitoli 4 e 20
– I capitoli che mostrano la tenacia, la costanza e la dedizione al Signore di Ellen G. White (3 schede)
– Il capitolo 6; Donna, madre e vedova perché mostra la grande umanità che non conoscevo (9 schede)

5 C’è qualcosa che ti ha fortemente sorpreso
NO 4
SI 0
Che Ellen G. White ha avuto pregi, difetti,sofferenze come tutti
L’organizzazione difensiva della sua carovana dai fuorilegge e dagli indiani
La quantità di informazioni alla quale non ho avuto accesso prima (2 schede)
Mi ha sorpreso la visione oggettiva e globale che il libro dà sull’argomento
Le accuse di plagio (4 schede)
Le motivazioni di questo profeta fino alla fine della sua vita
Alcuni argomenti li ho trovati più profondi dei libri che ho letto fino ad ora
Il suo atteggiamento aperto con gli altri; non risulta più la “vecchia profetessa”ottusa
Il ruolo decisivo di E. G. White nella vita e nella continuità della chiesa
Il capitolo 18 su “La Rivelazione e la confessione di fede e le norme”
Il modo equilibrato, onesto ed obbiettivo, nonché professionale con cui sono stati trattati argomenti così “delicati”.
La sua debolezza fisica al contrario della sua grande fede.
La facilità con cui E. G. White dialogava col Signore
L’umanità di Ellen G. White
Che nonostante alcune perplessità, in genere i fratelli dirigenti hanno accettato volentieri i suoi interventi, che spesso non erano dei più teneri

6 C’è qualche capitolo o pagina che ti hanno creato dei problemi?
NO 15
SI 0
La seconda parte
Le accuse di plagio
Le accuse di plagio, gli argomenti non mi hanno convinto molto

7 Esprimi con parole tue, sinceramente, l’esperienza complessiva che ha costituito per te questa lettura

– La lettura di questo libro mi ha fatto del bene. Credo però che alcune parti potessero essere più sintetizzate. Comunque, complimenti!
– Ho letto con scorrevolezza il libro e ritengo abbia colmato finalmente una lacuna nella libreria avventista italiana
– Questa lettura, come tutti gli scritti dello Spirito di Profezia, mi prendono il cuore
– Ci sono pagine, nella prima parte che mi hanno profondamente commosso, ma la seconda parte ha rischiato di annullare i pregi della prima in quanto è pesante, noiosa, tanto che ho rischiato di non portarla a termine. Ho notato anche errori di italiano, e questo non dovrebbe accadere.
– E’ stato un momento importante della mia formazione teologica, per la vastità degli argomenti trattati e per lo sviluppo di alcuni aspetti in particolare; la struttura un po’ dispersiva mi ha creato alcune difficoltà. Nel complesso sono soddisfatto dell’aiuto che ne ho ricevuto, e della chiarezza acquisita in me; chiarezza che mi permette di testimoniare con maggiore fermezza non solo sullo Spirito di Profezia, ma sull’intera bibbia.
– Trovo che il libro in questione sia stato, per la mia conoscenza, molto positivo. E’ riuscito a darmi un’idea completa di questa profetessa, chiarendomi dubbi, e fortificandomi nella fede.
– Grazie per l’immenso lavoro che è costato questo libro.
– E’ stato interessante perché ha introdotto argomenti poco sviluppati nella chiesa Avventista , come le difficoltà di E. G. White in Italia e le accuse di plagio. Secondo me è un libro completo sul ruolo di E. G. White nella storia della Chiesa Avventista.
– La lettura del libro è agevolata dal linguaggio usato e dall’organizzazione del testo. Sul piano analitico si rischia spesso di mettere in contrasto le idee, creando un po’ di confusione. In generale ritengo sia un opera di buon spessore e ricca di spunti che mi hanno permesso di vedere E. G. White e lo Spirito di Profezia da un altro punto di vista.
– Il libro mi ha fornito dati che prima non conoscevo; gli argomenti sono veramente forti, e la ricerca fatta sulla vita di questa profetessa mi fa capire che il suo messaggio è diretto a me e alla chiesa.
– Per me ci sono stati dei capitoli più interessanti degli altri, ma anche per quelli meno interessanti la lettura non diventa pesante. Complessivamente è stata una esperienza molto proficua, piena di argomenti forti per difendere la validità dello Spirito di Profezia esistente nella Chiesa Avventista.
– E’ stata una lettura commovente e entusiasmante;
– Interessante, soprattutto per le nuove scoperte sulla vita di E. G. White e la storia della chiesa. Alcuni capitoli potevano, a mio parere, essere più concisi.
– Sono stato colpita soprattutto dal capitolo sull’ermeneutica che mi ha appreso a capire cose bibliche che mi creavano problemi.
– Credo con più convinzione al mandato che la sorella White ha ricevuto da Dio. Ho meglio compreso la vita di un profeta di Dio, ed ho meglio assimilato principi biblici propri della fede cristiana avventista.
– Mi è servito per mettere a fuoco questa importantissima figura per il nostro movimento, ed a farne risaltare maggiormente il suo ruolo profetico.
– Molto interessante e rigenerante scoprire le origini della nostra chiesa
– E’ una lettura semplice e scorrevole la cui utilità è quella di far conoscere a pieno la vita e l’opera di E. G. White alla chiesa.
– E’ stato un libro di non facile lettura, non per l’argomento in sé, ma per la prolissità; nel complesso è un opera degna di essere letta.
– Mi ha aiutata a conoscere il personaggio, ma ho diverse domande da fare al mio pastore; condivido i punti chiave della fede, me non il “modus vivendi” che E. G. White ci propone.
– Forse il linguaggio potrebbe essere più scorrevole.
– Sicuramente mi ha fornito elementi in più per conoscere un personaggio importante per la chiesa avventista; ed anche elementi per riconoscere il ministero profetico e distinguerlo da falsi mandati. L’opera non è esaustiva in tutti i suoi argomenti, questo è anche positivo perché non pretende di avere l’ultima parola in qualcosa dove nessuno, credo, possa averla.
– Leggendo con sincerità e senza prevenzioni di parte alcune pagine della vita della sorella E. G. White ho riportato l’impressione di trovarmi di fronte ad una mistica, che ha ricevuto dei doni particolari da parte di Dio. Forse mi sbaglio, ma spesso ho riportato l’impressione che nella nostra chiesa si ha come una reticenza a trattare questi problemi. Come mai? Eppure Dio nella sua bontà ha elargito questa “dimensione spirituale” anche in colei che è l’espressione più affascinante del nostro movimento.
– Mi ha arricchito molto e mi ha fatto molto piacere conoscere in sintesi tutta la storia della nostra chiesa. Sono ancora più convinto che la sor. E. G. White è stata una benedizione per la nostra chiesa, uno strumento nelle mani di Dio; ringrazio il fr. Rizzo per quanto e come ha scritto, e spero che il Signore sia sempre con lui.
– Mi ha permesso di conoscere meglio lo sviluppo e il sorgere dell’avventismo, vedendolo come un vero messaggio di Dio per la chiesa.
– Questo libro mi è piaciuto molto, vorrei vivere come i nostri pionieri con fede in Dio, e con ascolto della sua parola. Dio benedica questo libro, l’intera chiesa e R. Rizzo per la sua attività.
– Non immaginavo tanti interventi di Dio per suscitare il popolo avventista.
– La figura di Ellen G. White mi è apparsa più umana.
– Mi ha impressionato la relazione di Ellen G. White con suo marito e i suoi figli.
– Questa opera mi ha riconciliato con la mia chiesa.

Conclusione
Quando Ellen G. White venne fisicamente in Italia non ebbe tutto sommato una grande accoglienza e la sua opera ebbe allora meno successo che altrove. Purtroppo, quella esperienza può essere considerata una triste parabola dei successivi 116 anni di storia avventista. Ellen G. White, non è mai diventata , quello che dovrebbe essere, un motivo di ispirazione e di fierezza nell’ avventismo italiano. E tutto questo ha avuto ed ha conseguenze gravi riguardo all’unità della chiesa e alla chiarezza della sua missione. Questo stato di cose, in gran parte, non appartiene alla categoria dei fatti inevitabili, ma è conseguenza della miopia organizzativa della chiesa universale, ammirevolmente lungimirante in altri ambiti. E’ un fatto sconcertante che le tematiche profetiche e quelle riguardanti lo Spirito di profezia siano state affidate alla tradizione orale. Il mio lavoro, con un secolo di ritardo, ha cercato di portare un contributo nel senso opposto. Nel capitolo precedente ho riportato i primi dati enucleati dalle prime reazioni.
. Qualche osservazione:

1 – Ovviamente, sarebbe stato meglio poter esaminare un numero superiore di schede, ma avrebbe richiesto tempi assai lunghi poiché le persone che leggono velocemente un libro di 520 pagine sono poche, particolarmente oggi. Ad ogni modo, il campione può avere una discreta validità considerata la varietà dei soggetti che hanno risposto.

2 – La visione è complessivamente positiva; le critiche che emergono qua e la riguardano il dettaglio.

3 – Un dato che fa pensare è il dato che non c’è, che avrebbe potuto riguardare lettori che fossero molto scettici su Ellen G. White; nella chiesa avventista questi soggetti sono numerosi ma nessuno è stato tra i primi a leggere il libro, e comunque nessuno si è espresso. E’ un peccato poiché quei lettori avrebbero mostrato i limiti del libro o lo avrebbero fortemente valorizzato.
Si è occupato del tema chi ne era già convinto. Il lavoro, almeno per ora e in base a questi dati, non ha raggiunto una delle sue finalità. Ma può darsi che il dato riveli un aspetto ancora più inquietante della questione: che nella chiesa italiana si convince solo chi vuole essere convinto. In altre parole, nella chiesa esistono scarsi slanci verso l’apertura e la ricerca, è l’adagio Reforma semper reformanda est parrebbe essere solo una illusione. Esistono invece posizioni preconcette assunte una volta per tutte. Relativamente al libro, gli indizi sono pochi per una simile conclusione, ma si tratta di indizi comunque preoccupanti.

4 – Dalla maggior parte degli interventi positivi si può evincere che il lavoro arriva con notevole ritardo. Simili lavori sono necessari poiché il nocciolo duro della chiesa ha assoluto bisogno di alimentazione per rimanere tale. Il Self supporting applicato all’editoria formativa della base della comunità è un assurdo che ogni Unione dovrebbe seriamente riconsiderare. Le dottrine di fondo della chiesa dovrebbero essere profondamente documentate e a disposizione del laicato più impegnato, anche se questo fosse, com’è, la minorità. Qualunque piano di evangelizzazione è un non senso se gli evangelizzati più dotati, al giorno d’oggi, possono attingere alla sola tradizione orale, com’è avvenuto per oltre un secolo in Italia sullo Spirito di profezia e le profezie apocalittiche. E come avviene in numerose parti del mondo.
5 – I programmi evangelistici miliardari come i Net…possono essere un punto d’onore per l’Avventismo ma risultano frutto di visioni miopi quando si esprimono verso Unioni povere, tra i cui membri però non mancano numerosi i laureati, lasciate alla tradizione orale nell’epoca di Internet.

6 – Il libro, e il libro impegnato, dovrebbe essere considerato uno strumento tanto più indispensabile se la chiesa è numericamente piccola. La futura crescita ha bisogno di basi che solo una documentazione seria sulle cose più delicate può offrire.

7 – Internet è una possibilità interessante anche in rapporto ad Ellen G. White. Si tratta però di un coltello a doppio taglio. La maggior parte del materiale è in inglese e notevole è il materiale contro i cui effetti sono notoriamente più veloci degli effetti positivi.. Rimane necessario più che mai il libro che documenti i temi più complessi e delicati in cui crediamo, e ovviamente, rimangono più che mai attuali lavori equivalenti che possono essere consultati su Internet..
La struttura portante della chiesa italiana è costituita dalla classe medio bassa, secondo le classificazioni sociali più convenzionali. Questa classe, spesso annovera persone assai intelligenti e piene di buon senso, conosce poco l’inglese e ancor meno internet, ma è in grado di leggere un libro e ama farlo. La chiesa deve pensare in primo luogo a questa categoria e fornirla di strumenti. Sino ad ora non l’ ha fatto. Ha lasciato dottrine per noi preziose come quella del Santuario, del creazionismo, delle profezie apocalittiche, della difficile posizione sugli alcolici, dello Spirito di profezia… alla tradizione orale. Il mio lavoro, finanziato coraggiosamente da Villa Aurora, è una inversione di tendenza. Mi sono impegnato a realizzarlo nella speranza che Ellen G. White riceva attraverso la sua opera un accoglienza migliore di quella che ebbe in vita in Italia e che la identità della chiesa ne guadagni in solidità e bellezza.

APPENDICE 1
Materiale di Ellen G. White pubblicato dalla chiesa avventista italiana nella sua storia
Gli avventisti italiani hanno potuto conoscere il ministerio di Ellen G. White attraverso : i suoi scritti e gli scritti su di lei, la predicazione, da parte dei predicatori studiosi della sua storia.
Abbiamo consultato tutto il materiale pubblicato in Italia di e su Ellen G. White che consiste in:
– Articoli apparsi sul “Messaggero Avventista”(l’equivalente italiano della Review and Herald) italiana che sarà denominata “L’ultimo Messaggio” dal 1908 al 1919, “Il Messaggero Avventista” dal 1926 ai nostri giorni; altri articoli compariranno su “L’Araldo della Verità”, una rivista parallela al Messaggero Avventista, ma prevista soprattutto per gli amici della chiesa, dal 1924 al 1941.
– Libri di e su Ellen G. White; il primo compare, stampato negli USA nel 1914.
– Note sul lezionario della Scuola del Sabato, il primo numero viene stampato in Italia nel 1908

ARTICOLI DI ELLEN G. WHITE PUBBLICATI IN ITALIANO DAL 1908

TITOLO Data della pubblicazione
“Si desto e vigila” U.M. – anno II – II trimestre 1908 n°2
“La nostra casa di lassù” U.M. – anno II – III trimestre 1908 n°3
“Il governo di Dio” U.M. – anno II – IV trimestre 1908 n°4
“Le tenebre dell’ateismo” U.M. – anno III – I trimestre 1909 n°1
“L’eletto di Dio” U.M. – anno III – agosto 1909 n°8
“Spigolando nel campo benedetto di
E. G. White (Pensieri Di E. G. White) U.M. – anno IV – aprile 1910 n°4

“In famiglia e in casa” U.M. – anno V – sett. 1910 n°9
“Chiamati ad essere testimoni” U.M. – anno V – ott. 1910 n°10
“La prossimita’ della fine” U.M. –anno VI –gennaio 1911 n°1
“Ministerio…Evangelo- Sian Le Vite
Nostre” U.M. – anno VI – febbraio 1911 n°2
“Emmanuel –Dio con noi” 1°Parte U.M. – anno V – agosto 1911 n°8
“Emmanuel –Dio con noi” 2°Parte U.M. – anno V – settembre 1911 n°9
“Emmanuel –Dio con noi” 3°Parte U.M. – anno V – ott. 1911 n°10
“Emmanuel –Dio con noi” 4°Parte U.M. – anno V – nov. 1911 n°11
“Vi è nato il Salvatore”1° Parte U.M. – anno VI – dic. 1911 n°1
“Vi è nato il Salvatore”2° Parte U.M. – anno VI – gen. 1912 n°2
“Il popolo prescelto” 1° Parte U.M.– anno VI –febbraio1912 n°3
“Il popolo prescelto” 2° Parte U.M. – anno VI – marzo 1912 n°3
“Il compimento del tempo” 1°Parte U.M. – anno VI – aprile 1912 n°4
“Il compimento del tempo” 2° Parte U.M. – anno VI – maggio 1912 n°5
“Il Battesimo” 1° Parte U.M. – anno VI – giugno 1912 n°6
“Il Battesimo” 2° Parte U.M. – anno VI – luglio 1912 n°7
“La Tentazione” 1° Parte U.M.– anno VI – agosto 1912 n°8
“La Tentazione” 2° Parte U.M.– anno VI – sett.1912 n°9
“La Tentazione” 3° Parte U.M. – anno VI – ott. 1912 n°10
“Spigolando nel campo benedetto di
E. G. White” (Pensieri Di E .G. W.) U.M. – anno VI – ottobre 1912 n° 10
“La Tentazione” 4° Parte U.M. – anno VI – nov. 1912 n°11
“Spigolazioni” U.M. – anno VII – aprile 1913 n°4
“Spigolazioni” U.M. – anno VII – ott. 1913 n° 10
“Incoraggiamenti e consigli” U.M. – anno VII – dic. 1913 n°12
“Chi è’ il mio prossimo?” U.M. – anno IX – ott. 1915 n°4
“Emmanuel – Dio Con Noi” U.M. – anno X – febb. 1916 n°1
Spigolando nel campo benedetto di E. G. White (pensieri di E. G. W.) U.M. anno X – sett. 1916 n°4
“La vita dei grandi uomini di Dio” M.A.. – anno I – 1° trim. 1926 n°1
“Consigli ai genitori” M.A.. – anno I – II trim. 1926 n°2

“La vita dei grandi uomini di Dio”
“Fede e preghiera” M.A. – anno III – II trim. 1928 n°2

“Dio rivelato nella natura”
“Un tempo di preparazione” M.A. – anno III – III trim. 1928 n°3

“La ricreazione per i cristiani”
“Per le giovani” M.A. – anno III – II trim. 1928 n°3
“Dio rivelato in cristo” M.A. – anno IV – gen/feb. 1929 n°1
“Testimonianze sulla scuola del sabato” 1° parte
“Testimonianze sulla scuola del sabato” 2° parte M.A. – anno IV – mar-apr. 1929 n°2
“Testimonianze sulla scuola del sabato” 3° parte M.A. – anno IV – mag- giu. 1929 n°3
“Testimonianze sulla scuola del sabato” 3° parte M.A. – anno IV – lug-ago. 1929 n°4
“Testimonianze sulla scuola del sabato” 4° parte M.A. – anno IV – sett-ott. 1929 n°5
“Testimonianze sulla scuola del sabato” 5° parte M.A. – anno V – gen-feb 1930 n°1
“Testimonianze sulla scuola del sabato” 6° parte
“la pagina della famiglia” M.A. – anno V – mag-giu. 1930 n° 3
“Testimonianze sulla scuola del sabato” 7° parte M.A. – anno V – lug/ago. 1930 n°4
“Testimonianze sulla scuola del sabato” 8° parte M.A. – anno V – sett-ott. 1930 n°5
“Discepolato” M.A. – anno VII – giugno 1932 n°5
“Il nutrimento del bambino” M.A. – anno X – feb. 1935 n°2
“Le insidie di satana” M.A. – anno X- agosto 1935 n°8
“Formare un carattere per l’eternità’” M.A. – anno XI – marzo 1936 n°3
“La casa e la scuola” M.A. – anno XI – luglio 1936 n°7
“L’attitudine nella preghiera” M.A. – anno XII – dicembre 1937 n°12
“Come i gigli” M.A. – anno XIII – gen. 1938 n°1
“Rendiamo a dio quel che gli appartiene” M.A. – anno XIII – dic. 1938 n°12
“La fede nella preghiera” M.A. – anno XIV – ott. 1939 n°10
“Distinzione illecita” M.A. – anno XV – nov. 1940 n°11
“Il carattere di dio rivelato in cristo” M.A. – anno XVI – mar. 1941 n°3
“La donna nell’opera di evangelizzazione” M.A. – anno XVI – apr. 1941 n°4
“Il proponimento di dio verso la sua chiesa” M.A. – anno XVI – mag. 1941 n°5
“Faville” M.A. – anno XVII – ott. 1942 n°10
“Gli scritti di profezia sono ispirati?”
“Per l’ora del giudizio” M.A. – anno XVIII – feb.1943 n°2
“La lotta contro le potenze tenebrose” M.A. – anno XVIII – sett.1943 n°9
“Una riforma” M.A. –anno XXI – gen/feb.1946 n°1/2
“La relazione fra cristo e la legge” M.A.– anno XXI – set-ott.1946 n° 9-10
“ Parole di ammonimento”
“La riprensione” M.A. –anno XXII – feb.1947 pag. 10
“Riunioni di comitato” M.A. – anno XXII – mar.1947 n°3 p.8
“La giustizia di Cristo” M.A. – anno XXII – lug.1947 n°7
“Devozione personale” M.A. – anno XXII– ott/nov. 1947
“Compassione” M.A. – anno XXIII – feb.1948 n°2
“Siate decisi!” M.A. – anno XXIII – giu.1948 pag.4
“L’ora del giudizio” M.A. – anno XXIII – suppl.nov.1948
“Parole di prudenza” M.A. – anno XXIII – dic.1948 pag.9
“Tatto cristiano” M.A. – anno XXIV – feb.1949 pag.8
“Coltivare uno spirito di rinuncia” M.A. – anno XXIV – apr.1949 pag.7
“Uno con Cristo in Dio” M.A.– anno XXIV –mag.1949 pag.8
“Saremo noi trovati mancanti?” M.A. – anno XXIV – ott.1949 pag.8
“Come comportarsi nella chiesa” M.A. – anno XXIV – nov.1949
“Piu’ vicino dio a dio” M.A. – anno XXIV – suppl.nov.1949
“Il conflitto imminente” M.A. – anno XXIV – dic. 1949 n°12
“Vita vittoriosa” M.A. – anno XXV – apr.1950 pag. 9
“Deve l’uomo derubare dio?” M.A. – anno XXV mag. 1950 pag. 8
“Quello che si deve insegnare” M.A. – anno XXV – giu. 1950 pag.8
“La crisi finale” M.A. -anno XXV –ago.1950 pag. 8
“Temperanza cristiana” M.A. –anno XXV –nov.1950 pag. 2
“Uscite da Babilonia, o popol mio”
“La nostra responsabilita’ in questa ora solenne” M.A.– anno XXVI – gen. 1951 pag.4
“Responsabilita’ dei genitori” M.A.– anno XXVI – mar.1951 pag.7
“Come comportarsi verso gli erranti” M.A. – anno XXVI – nov. 1951 pag.8
“Terribili eventi stanno alla porta” M.A. –anno XXVI – suppl. nov.1951
“Amiamo gli smarriti” M.A. – anno XXVI – dic. 1951
“La crescita nella grazia” M.A. – anno XXVI –suppl.nov.1952
“Come e’ per pregare?” M.A. – marzo 1953
“La cooperazione dei laici” M.A. – novembre 1953 p.10
“Preparati ad incontrare il tuo dio” M.A. – suppl. novembre 1953
“Di casa in casa” M.A. – gennaio 1954 p. 10
“Volonta’ e riuscita” M.A. – gennaio 1954 p. 11
“Lavoriamo per il regno dei cieli” M.A. – febbraio 1954 p. 10
“Un appello ai membri di chiesa” M.A. – marzo 1954 p.10
“Le conseguenze di una negligenza” M.A. – aprile 1954 p.10
“Lavoriamo mentre dura ancora il tempo di grazia” M.A. – maggio 1957 p.10
“I benefici della musica”
“Coltivare lo spirito di rinuncia” M.A. – giugno 1957 p. 10

pag. 12
“L’utilità’ della ricreazione”
“Si lavori con ardore” M.A. – luglio 1957 p. 10
p. 12
“L’amore per i piaceri mondani”
“I nostri stampati” M.A. – agosto 1957 p. 10
p. 12
“Divertimenti pericolosi per i giovani”
“Il lavoro missionario” M.A. – settembre 1957 pag.11
p. 12
“Appello ai giovani”
“Diffondete i nostri stampati” M.A. – ottobre 1957 p. 11
p. 12
“Fidanzamento e matrimonio”
“Pericoli degli studi astratti” M.A. – novembre 1957 p.7
p. 12
“La scelta del compagno”
“Unita’ e progresso” M.A. – dicembre 1957 p. 6
p. 10/12

“Si deve festeggiare il natale? Se si, in qual modo”
“Bisogna consultare i genitori?”
“Il lavoro missionario” M.A. – gennaio 1958 p. 7
p. 12
“Matrimoni precoci”
“Disprezzo dei consigli” M.A. – febbraio 1958 p. 12
“La verita’ a tutto il mondo” M.A. – aprile 1955 p. 14
“Consigli ai giovani predicatori” M.A. – maggio 1955 p. 14
“Il mondo a bisogno di soccorso” I parte M.A. – luglio 1955 p. 14
“Il mondo ha bisogno di soccorso”
II parte M.A. – agosto 1955 p. 14
“Dare e darsi” M.A. – settembre 1955 p. 12
“Chiamati ad essere testimoni” M.A. – ottobre 1955 p. 12
“Le lezioni della vita” M.A. – nov-dic. 1955 p. 20
“Il lavoro manuale” M.A. – gennaio 1956 p. 12
“I misteri della bibbia” M.A. – novembre 1956 p.8
“La vita santificata” M.A. – suppl. nov. 1956 p. 33
“Il suggello” M.A. – dicembre 1956 p. 1
p. 8
“I misteri della bibbia” I parte
“I misteri della bibbia” II parte M.A. – gennaio 1957 p. 11
“Riforma sull’osservanza del sabato” M.A. – luglio 1957 p. 8
“Il culto della famiglia” M.A. – ottobre 1957 p. 8
“Anche voi siate pronti” M.A. – suppl. ott. 1957 p.2
“I magi a Betlemme” M.A. – dicembre 1957 p. 8
“Un invito all’autocontrollo” M.A. – agosto 1958 p. 3
“Un appello ai giovani” M.A. – settembre 1958 p. 4
“Condizioni di successo” M.A. – ottobre 1958 p. 4
“Cristo, il centro del messaggio” M.A. –suppl. nov. 1958 p. 28
“Cime da scalare” M.A. – dicembre 1958 p. 10
“Il tempio dell’anima” M.A. –gennaio 1959 p. 10
“Voi non vi appartenete” M.A. – febbraio 1959 p. 8
“Levate gli occhi e mirate le campagne” M.A. – suppl. nov. 1959 p. 28
“Consacrazione personale” M.A. – suppl. nov. 1960 p. 28
“La religione in famiglia” M.A. – gennaio 1961 p. 10
“Giovani osservatori del sabato” M.A. – marzo 1961 p. 11
“Preparandoci per il cielo” M.A. – nov. 1961 num. speciale p. 3
“La preghiera, nostra forza” M.A. – maggio 1962 p. 9
“Chi e’ il mio prossimo” M.A. – settembre 1962 p. 9
“L’atteggiamento nella preghiera” M.A. – novembre 1962 p. 4
“Per un tempo come questo” M.A.– nov.1962 num. speciale p. 3
“Guarigione della mente malata” M.A. – luglio 1963 p. 8
“Cristo e la sua chiesa” M.A. – suppl. nov. 1963
“Il grande grido” M.A. – dicembre 1963 p. 3
“Le difficoltà nella chiesa” M.A. – luglio 1964 p. 10
“Il matrimonio con gli increduli” M.A. – dicembre 1967 p. 2
“Come dobbiamo investigare le
scritture?” M.A. – marzo 1968 p. 4
“Abbiamo veramente compreso l’insegnamento più importante del vangelo?” M.A. – gennaio 1980 p. 8
“Le donne nell’evangelizzazione” M.A.- luglio 1984 p. 101
“Moglie cristiana e marito non credente” M.A. – marzo 1985 p. 37
“Gesu’ incoraggia le madri” M.A. –dicembre 1985 p. 187
“Voi siete la luce del mondo” M.A. – gennaio 1973 p. 3
“La nuova vita in cristo” M.A. – aprile 1973 p. 39
“Chi stiamo seguendo?” sermone predicato l’ 11.10.1886 M.A. – dicembre 1973 p. 138
“La grazia di Dio: un dono immeritato” M.A. – ottobre 1994 p. 3

ARTICOLI PUBBLICATI SU “L’ARALDO DELLA VERITA’”

TITOLO DATA PUBBLICAZIONE
“Gesu’ presentato al tempio” A.V. febbraio 1924 n°2 p. 27
“La visita dei magi” A.V. marzo 1924 n° 3 p. 39
“Infanzia di Gesu’” A.V. aprile 1924 n°4 p. 58
“Giorni di conflitto” A.V. maggio 1924 n° 5 p. 72
“Il battesimo” A.V. giugno 1924 n°6 p. 88
“La tentazione” A.V. luglio 1924 n°7 p. 109
“La tentazione” A.V. agosto 1924 p. 121
“Gesu’ cristo nostro salvatore” A.V. ottobre 1924 p. 136
“Insegnamenti di Cristo” A.V. novembre 1924 p. 137
“Insegnamenti di Cristo” A.V. dicembre 1924 p. 170
“Insegnamenti di Cristo” A.V. gen/febb. 1925 p. 111
“Il buon pastore“ A.V. mar/apr. 1925 p. 18
“L’ingresso trionfale a Gerusalemme” A.V. mag/giu 1925 p. 43
“L’ingresso trionfale a Gerusalemme” A.V. lug/ago 1925 p. 60
“L’ingresso trionfale a Gerusalemme” A.V. sett/ott 1925 p. 75
“Togliete di qui queste cose” A.V. gen/feb 1926 p. 8
“La madre” A.V. mar/apr 1926 p. 26
“Il tradimento e l’arresto” A.V. mag/giu 1926 p. 40
p. 40
p. 42
“La famiglia e la sua missione”
“Vita e salute”
“Dinanzi ad Anna, Caiafa e il sinedrio” A.V. lug/ago 1926 p. 56

p. 60
“Gesu’ e i fanciulli”
“Vita e salute”
“Gesu’ cristo nostro salvatore” A.V. nov/ dic. 1926 p. 8
p. 11
“I fondatori della famiglia”
“Dinanzi ad erode” A.V. gennaio 1927 p. 6
p. 8
p. 10
“La casa”
“Vita e salute”
“Doveri dei genitori” A.V. mag/ giu 1927 p. 10
“La perdita del paradiso” A.V. nov/dic. 1927 p. 9
p. 13
p. 14
“A voi che lottate nella vita per vincere”
“Per avere la salute”
“L’amore di Dio e le catastrofi” A.V. mag/giu 1928 p. 5
p. 9
“L’ascensione”
“L’impero della moda” A.V. lug/ago. 1928 p. 14
“Il creatore e l’opera sua”
“Allegrezza: medicina al corpo e anima” A.V. sett/ott. 1928 p. 3
p. 14
“Sulla via di Emmaus” A.V. mag/giu 1929 p. 12
“I vestiti del bambino” A.V. mar/apr. 1934 p. 13
“Con la natura e con Dio” A.V. mag/giu 1934 p. 13
“La dignità del lavoro” A.V. mar/apr. 1936 p. 12
“Una profonda conoscenza di Dio” A.V. marzo 1937 p. 5
“Una profonda conoscenza di Dio” A.V. lug/ago. 1937 p. 3
“Il lavoro di una madre” A.V. nov/dic. 1937 p. 13
“La nuova terra” A.V. mar/apr. 1941 p. 4

ARTICOLI SU ELLEN G. WHITE

TITOLO AUTORE PUBBLICAZIONE
“Origine divina o umana?” F. M. Wilcox M.A.–anno XIV – apr.1939
“Le testimonianze non sono un complemento della bibbia” F. M. Wilcox M.A.– anno XIV mag./giu. 1939
“Nessuna pretesa di infallibilità” F. M. Wilcox M.A.– anno XIV – lug.1939
“La scienza conferma la rivelazione” G. K. Abbott M.A.– anno XIV-sett.1939
“Ispirazione letterale e soppressione” F. M. Wilcox M.A.– anno XIV- ott. 1939
“La sig. White corregge le sue opere” F. M. Wilcox M.A.–anno XIV – dic. 1939
“Una attitudine logica” F. M. Wilcox M.A.– anno XV – gen.1940
“La credenza nelle testimonianze e’ essa condizione di ammissione nella chiesa? F. M. Wilcox M.A.– anno XV – feb.1940
“La sorella White e la chiesa” F. M. Wilcox M.A.– anno XXII apr.1947
“Lo spirito della profezia” S. Agnello M.A.–anno XXIII gen.1948 p.3
“Che cosa dobbiamo pensare degli scritti della sig. White?” F. D. N. Rev. and Herald M.A. feb. 1954 p.6

“E. G. White e il dono profetico” A.Caracciolo M.A. – sett. 1961 p. 1
“L’atteggiamento dei contemporanei della sorella White” D. B. Rebok M.A. – ott. 1961 p. 10
“Memorie di E. G. White” E. Lloyd M.A. – lug. 1962 p. 10
“Dopo 50 anni” I parte W. G.Murdoch M.A. – lug. 1965 p. 8
“Dopo 50 anni” II parte W. G.Murdoch M.A. – agosto 1965
“Un’ intervista immaginaria con E. G. White sul natale” R. Spangler M.A. – dic. 1971 p. 137
“Il diario europeo di E. G. White” G. De Meo M.A. – giu. 1972 p. 64
“E. G. White messaggera di Dio” J. Joiner M.A. – sett. 1976 p. 109
“In che modo E. G. White educava i propri figli” Clarence Dunbebin M.A. – giugno 1979 p. 84
“Pronti oppure no?” Intervista. a E. G. White S. Dabrowski M.A. – lug. 1979 p. 108
“16 maggio 1981: giornata dello spirito di profezia” E. Pereyra M.A. – mag. 1981 p. 74
“Il ruolo di E. G. White nella formazione della dottrina” Ron Graybill M.A. – apr. 1983 p. 56
“Il contr. dello spirito di profezia nell’organizzazione del movimento avventista” Arthur White M.A. – mar. 1985 p. 56
“E. G. White tra apostoli e profeti” T. Blincoe M.A. – mag. 1986 p. 71
“E. G. White – l’accusa di plagio”
“E. G. White in Europa” G. Steveny M.A. – lug-ago.1986 p.122
“Una mamma per la chiesa”
(E. G. White) H. Pearson M.A. – giu. 1994 p. 3
“E. G. White e il legalismo” C. Furnari M.A. – feb. 2000 p. 17
“I 6000 anni di E. G. White” A. Pellegrini M.A. – mar. 2000 p. 12

LIBRI DI ELLEN G. WHITE PUBBLICATI DAL 1914

OPERA DATA PUBBLICAZIONE
Guida a Gesu’ (SC) (stampato negli USA) 1914
Il sermone sul monte (MB) 1920
Una luce nella notte (estratto GC) 1920
Guida a Gesu’ (SC) (stampata negli USA) 1921
IL Colportore evangelista (CM) 1925
Il gran conflitto(GC) (edizione. ridotta. stampata.negli USA) 1926
Guida a Gesu’ (SC) 1929
Testimonianze sulla scuola del Sabato (CSW) 1931
Il tempo e l’opera (15 cit. tratte da testimonianze) 1933
Guida a Gesu’ (SC) 1939
La grande lotta tra Cristo e Satana (il capitolo finale del GC ciclostilato) 1940 con il nome di E. G. Bianchi
Il regno di Dio (citazioni con grafico di G. Cupertino per mostrare l’adempimento degli eventi predetti nel GC) 1942

La tragedia del Golgota (gc estratto) 1943 con il nome di E.G. Bianchi
Che cosa ti manca (?) 1946
La tragedia del Golgota ( estratto GC) 1947, 1951, 1958,1968,1973
I tesori delle testimonianze (TT) 1949, 1957 Vol. I
Cristo nostro Salvatore (edizione ridotta di DA) 1949
La casa sulla roccia (MB) 1950
Guida a Gesu’ (SC) 1954
La speranza dell’uomo (GC) 1955
Il colportore evangelista (CM) 1957
La chiesa del rimanente (the remnant church) 1963
Vivere in Cristo (SC) 1964
Con Gesu’ sul monte delle beatitudini (MB) 1964
Beatitudini (MB) 1965
Con Gesu’ da Betlemme al calvario (riedizione sotto altro titolo di Cristo nostro salvatore del 1949 1966

Guida a Gesu’ (SC) 1967
Una luce nella notte (1° capitolo di DA) 1975
Educazione cristiana (ED) 1975
Momenti di luce (Gem of thought from the pen of Ellen G.White) 1982

La via migliore (SC) 1977 1° edizione
Il gran conflitto (GC) 2000 4° edizione
Principi di educazione cristiana (ED) 1975, 1978 1° edizione
La speranza dell’uomo (DA) 1978 1° edizione. 1990 5° edizione.
I tesori delle testimonianze volume1 (2TT) 1979
Guida a Gesu’ (SC) 1980
Conquistatori di pace (PP) 1985
I tesori delle testimonianze volume3 (3TT) 1988
Gli uomini che vinsero un impero (AA) 1990
Parole di vita (COL)
In cammino (CM) 1994
I tesori delle testimonianze volume1 (1TT)
Consigli sull’economato cristiano (CS) 1994
Profeti e re (PK) 1994
La via migliore (SC) 1996
I tesori delle testimonianze volume1(1TT) 1996
Patriarchi e profeti (PP) 1998
La speranza dell’uomo (DA) 1998
Con Gesu’ sul monte delle beatitudini (MB) 1998
Messaggi ai giovani (MYP) 1998
La famiglia cristiana (AH) 1999
Profeti e re (PK) 2000
Il gran conflitto (GC) 2000
Sulle orme del gran medico (MH) 2000

LIBRI SU ELLEN G. WHITE

E. G. White Esperienze e insegnamenti cristiani (traduzione di LS) 1928 (?)

Anonimo Spirito di profezia
(Ciclostilato per gli studenti di teologia di Villa Aurora) ed.? 1968 (?)

Anonimo Rivelazione e ispirazione nell’esperienza di un profeta
(ciclostilato per gli studenti di teologia di Villa Aurora) ed. ? 1978

D.A. Delafield Dio parla ancora al suo popolo, Falciani-Firenze: ADV 1979

Fernando Chaij Preparazione per la crisi finale, Firenze-Falciani: ADV 1979
B.N. Wagner Preparazione per la pioggia dell’ultima stagione, Falciani-Firenze:
ADV,1985

Facchini–Marrocu Le ragioni di una riforma, Falciani-Firenze: ADV,1987

Artur L.White La posizione della Bibbia e solo della Bibbia e il suo rapporto con
gli scritti di E.G.White, Falciani-Firenze: ADV, 1983

Robert W.Olson
Giuseppe De Meo Ellen White in Europa e in Italia, Falciani-Firenze: ADV, 1987

Rolando Rizzo L’identità Avventista, Falciani-Firenze: ADV, 1992. pp.97-111

Roger Coon Radici nella profezia, Falciani-Firenze: ADV, 1993

APPENDICE 2

Formulario pubblicato sul BIA

La lettura di L’eredità di un Profeta
(questionario utile al memoire di R.Rizzo per Collonges sul rapporto tra Ellen G. White e la Chiesa Avventista Italiana)

Avventista battezzato dal…19…….. età……Incarico nella chiesa———

1 – Hai letto il libro in questione Tutto () Buona parte () Ho letto i capitoli i cui soggetti mi interessavano maggiormente ()

2 – Prima della lettura del libro credevi in Ellen White come ad un profeta di Dio ? Si () No () Pienamente () con qualche dubbio () con molti interrogativi () Con pochi argomenti () Con solidi argomenti ()

3 – Dopo la lettura totale o parziale del libro
Tutto è rimasto come prima () I dubbi sono diminuiti () Sono aumentati () La fiducia nella chiesa è rimasta la stessa () E’ diminuita () E’ aumentata () Senti la vocazione della chiesa allo stesso modo () La senti meno intensa () Più intensa () Credi in Ellen White con gli stessi argomenti di prima () Con maggiori argomenti ()

4 – Qual è il capitolo del libro, l’episodio, il soggetto che più ti hanno colpito positivamente?____________________________________________________________

5 – C’è qualcosa che ti ha fortemente sorpreso? __________________________ _________________________________________________________________________

6 – C’è qualche capitolo o pagina che ti ha creato dei problemi?_____________
_________________________________________________________________________

7 – Esprimi con parole tue, sinceramente, l’esperienza complessiva che ha costituito per te questa lettura ______________________________________________ ______________________________________________

APPENDICE 3

Chiesa italiana in cifre 1910 – 2001

1910 52 membri
1913 100
1921 155
1922 182
1923 230
1924 331
1927 387
1928 410
1933 710
1942 1038
1946 1290
1949 1437
1953 2081
1963 3001
1981 4751
1986 4915
1990 5095
2001 6354

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

Le opere sotto elencate non mi sono servite per redigere il Memoire ma per scrivere L’Eredità di un profeta a cui il Memoire si riferisce. Sulla tematica del Memoire non esistono lavori in merito; il mio lavoro in qualche modo è il primo sull’argomento, ragione per cui i lavori citati sono pochissimi e sono ricavabili dalle note a pie pagina.

Anonimo EUD, Ellen G.White et le don de Prophétie, Collonges sous Salève: édition Fides, 1966.

Association Pastorale, Division Euroafricaine des Adventistes du 7e Jour, Etudes sur l’Apocalypse, 2 volume, Collonges sous Salève: édition Fides ,1988.

Chiaij Fernando, Preparazione per la crisi finale, Firenze-Falciani: ed.ADV, 1976.

Coon Roger W., Inspiration/Revelation: What it is and How it Works, The Journal of Adventist Education, (vol.44, number 1,2,3, October 1981 through March 1982), libro tratto dal sito Internet del White Estate 2000.

Coon Roger W, Radici nella profezia, Firenze-Falciani: ed .ADV,1994.

De Dinan Cyrille, Pourquoi je ne suis pas Adventiste du Septieme jour?, Paris:Librairie P.F. Francois, 1950.

De Meo Giuseppe, Granel di sale, un secolo di storia della Chiesa Cristiana Avventista in Italia, Torino: ed. Claudiana , 1980.

Douglass Herbert E., Messenger of the Lord, Mountain View: Pacific Press Publishing Association, 1998.

Encyclopaedia Seventh-day-Adventist, Washington D.C.: Review and Herald Publishing Association, 1966.

Goldstein Clifford, Day of dragon, Mountain View : Pacific Press Publishing Association, 1993.

Girardet Giorgio, Protestanti perché? Torino: ed. Claudiana , 1983.

Graham Roy E., Ellen G. White, Co-founder of the Seventh-Day Adventist, New York: Peter Lang Publishing, inc.,1985.

Hasel Gerhard F., Biblical Interpretation Today, Washington D.C.: Biblical Research Institute, 1985.

Henry, F.H. Carl, La Rivelazione nella Bibbia, Napoli: ed. Centro Biblico, 1973.

Heschel Abraham, Il Messaggio dei profeti, Città di Castello: ed. Borla , 1981.
Hyde Gordon M., A symposium on biblical Hermeneutics, Washington D.C : Review and Herald Publishing Association,1974.

Knight George, Myths in Adventism, Hagerstown: Review and Herald Publishing Association, 1985.

Knight George, Meeting Ellen White, Hagerstown: Review and Herald Publishing Association, 1996.

Knight George, Reading Ellen White, Hagerstown: Review and Herald Publishing Association, 1997.

Knight George, Ellen White World, Hagerstown: Review and Herald Publishing Association, 1998.

Knight George, Walking with Ellen White, Hagerstown: Review and Herald Publishing Association, 1999.

Institute pour la recherche biblique Conference Generale des Adventiste du 7e Jour, Prophètie et escatologie, 2 volumi, Collonges sous Salève: ed. Fides, 1982.

Knight George, Ellen G,White, vita ed opere, Firenze-Falciani: ADV, 1998.

Land Gary, The World of Ellen White, Hagerstown: Review and Herald Publishing Association, 1987.

Mustard G. Andrew G., James White and SDA Organization, Berrien Spring: Andrews University Press, 1987.

Nichol Francis D., Ellen White and her critics, Washington D.C.: Review And Herald Publishing Association, 1951.

Olson Robert W. e Giuseppe De Meo, Ellen White in Europa, Firenze-Falciani:ed.ADV, 1987.

Olson Robert W. e Jean Zurcher, Ellen White en Suisse, Zurich:Union Adventiste Suisse.

Pache Renè, L’ispirazione e l’autorità della Bibbia, Roma: Unione cristiana edizioni Bibliche, 1978.

Rea Walter T., The White lie, Turlock: M & R Publication, 1982.

Ricchiuti Paul, Ellen White friend of angels, Mountain View: Pacific Press Publishing Association, 1998.

Ricciotti Giuseppe, Storia d’Israele, Torino: Società Editrice Internazionale, 1964.

Robertson John, The White truth, Mountain View: Pacific Press Publishing Association, 1981.

Vaucher Alfred Felix, Les prophéties apocalyptiques et leur interprétation, Collonges sous Salève: ed. Fides, 1972.

Viera Juan Carlos, The voice of the Spirit, Mountain View: Pacific Press Publishing Association, 1998.

White Arthur , Ellen G. White (vols.6), Hagerstown: Review and Herald Publishing Association, 1981-1986.

ARTICOLI

Butler Jonathan, “The White lie by Walter Rea”, Spectrum, vol.12 N° 4 1982, box 5530, Takoma Park Maryland 20912

Casebolt Donald, “Is Ellen White’s Interpretation of Biblical Prophecy Final?”, Spectrum, vol.12, N° 4,1982, box 5530, Takoma Park Maryland 20912

Coffen W.Richard, “A fresh Look at the dynamics of inspiration” Ministry, pp.9-15, December 1999
Coffen W.Richard, “Thy Word is a light unto my feet” pp.20-23, Ministry February 2000

Fernadez Marcel, “Crise a Mineapolis (1888)”, Servir, periodico della EUD, N° II 1994

Haloviak Bert, “Ellen White and The SDA Church”, tratto da internet: SDAnet.Org, 2000

Haloviak Bert – Gary Land, “Ellen White Doctrinal Conflict: context of the 1919, Bible Conference”, Spectrum, vol.12 N° 4 1982, box 5530, Takoma Park Maryland 20912

Knight George, “A quell autorité se referrer”?, Servir N° 3 del 1994

Patrick Arthur N., “Re-visioning the role of Ellen White for Seventh-day Adventist beyond 2000”, (consultato il 19 Gennaio 1998), da internet , SDAnet.org, 2000

Patrick Arthur N., “Ellen White. The Adventist Church, and its religion teachers: a call for transformed relationships”, tratto da internet , SDAnet.org, 2000

Patrick Arthur N., “Ellen White and Adventist in the 1990s”, tratto da internet , SDAnet.org, 2000

Splanger J Robert, “Ellen White: Prophet or Plagiarist?”, Ministry, international journal of the Seventh-day Adventist Ministerial Association, Review and Herald , June 1982

Shigley Gordon, “Amalgamation of Man and Beast”, Spectrum, vol.12 N° 4 1982, Takoma Park Maryland.

White Arthur, “Non erano creduloni”, Il Messaggero Avventista, p.72-73, ed. ADV, Falciani (Firenze)1982

White Estate, “The truth about The White lie”, Ministry insert, August/1982

Wolfgramm Robert, “Between Ellen and Hell: learning to live with imperfection”, Ministry insert, August/1982

INDICE

ABBREVIAZIONI..………………………………………………………………………………………….2

ALTRE ABBREVIAZIONI…………………..…………………………………………………………….3

INTRODUZIONE……………………………………………………………………………………………4

CAP.1 IL PROBLEMA ELLEN G. WHITE NELLA CHIESA CRISTIANA AVVENTISTA ITALIANA………………………………………………………………………7

Una forte convinzione…………………………………………………………………………………7
1- La storia di Ellen G.White è la storia di un avventista esemplare…………………………….8
2- L’intreccio inestricabile della sua esperienza umana e profetica con la nascita
e lo sviluppo della Chiesa Avventista del 7° Giorno…………………………………………..10
3- L’intreccio altamente positivo della sua vita con la vita della chiesa nei suoi
primi settanta anni…………………………………………………………………………………11
4- Ellen G.White è il segno più evidente della vocazione profetica della chiesa……………..11
5- Il ministero di Ellen G.White è il segno più evidente della premura di Dio verso
la chiesa……………………………………………………………………………………………12
Una forte preoccupazione………………..………………………………………………………… 12
Problemi dell’assoluta indifferenza………………………………………………………………… 13
I problemi di Ellen G. White prontuario enciclopedico del vivere……………………………….13
I problemi del rigetto…………………………………………………………………………………15
Visione miracolistica degli scritti di Ellen G. White……………………………………………….17
Schema ottocentesco americano delle editrici……………………………………………………18
Una serie di 5 articoli sull’opinione…………………………………………………………………22
Corso all’istituto avventista di teologia…………………………………………………………….23
Seminari nelle chiese………………………………………………………………………..………23

CAP.2 ELLEN G. WHITE E LA CHIESA CRISTIANA AVVENTISTA ITALIANA…25

Ellen G. White in Italia…………….………………………………………………………………..25
La situazione non era felice per almeno quattro motivi……………………………..……………28
1- Ragione ambientale………………………………………………………………………………31
a) L’abitudine al compromesso intellettuale……..………………………………………………..32
b) L’esasperazione del “Sola Scrittura”……………………………………………………………33
2- L’impreparazione del corpo pastorale…………………………………………………………..33
3- L’assenza di sufficiente letteratura di Ellen G.White……….…………………………………34
4- L’assenza quasi totale di letteratura storica, teologica ed ermeneutica su Ellen G.White..34

CAP.3 MATERIALE DI ELLEN G. WHITE PUBBLICATO DALLA CHIESA AVVENTISTA ITALIANA NELLA SUA STORIA…………………………………………35

Articoli di Ellen G. White sulla Review italiana………..……………………………………….….35
Temi trattati dagli articoli di Ellen G. White………………………………..………………………36
Temi trattati negli articoli su Ellen G. White………………………………….……………………37
I libri in italiano di Ellen G. White…………………….…….………………………………………41
Libri italiani su Ellen G. White…………………..…………………………………………………..42
Osservazioni conclusive sulle pubblicazioni di e su Ellen G. White…………………………….45
CAP. 4 LE DOMANDE CHE SI PONEVANO SINO A IERI LE COMUNITA’ AVVENTISTE ITALIANE SUL MINISTERIO PROFETICO DI ELLEN G.
WHITE…………………………………………………………………………………………… 47

Le difficoltà di un simile schema……………………….…………………………………………..48
Le domande sorgono dalla richiesta di sollevare problemi………………………………….…..49
Hanno risposto classi della scuola del sabato, non singoli………………………………….…..49
Leggenda esplicativa sui raggruppamenti di domande……………………………..……………50
La relazione della chiesa italiana con Ellen G. White letta attraverso i dati……………………52
Conclusioni………………..………………………………………………………………………….53

CAP.5 L’EREDITA’ DI UN PROFETA, UNA RISPOSTA ALLE DOMANDE DI FONDO……………………………………………………………………………………………54

I 5 fondamentali bisogni della chiesa in rapporto ad Ellen G.White affrontati ne l’Eredita’ di
un Profeta…………………………………………………………….…………………..…………..57
1° bisogno: comprensione del fenomeno profetico biblico…………….………………….…….57
2° bisogno: comprensione del contributo determinante data dal fenomeno profetico
al nascere e allo stabilirsi dell’avventismo………………….…………………………………….58
3° bisogno: comprensione del patrimonio ingente che resta alla chiesa………………………58
4° bisogno: comprensione del ruolo che deve avere oggi Ellen G. White e dei criteri
di gestione dell’eredità del profeta……………….…………………………………………………58
5° bisogno: comprensione della rettitudine whitiana se pur vissuta in una cornice
umana e non mitica…………………………………..…………………………….………………..59

Cap. 6 PROBLEMI INCONTRATI E SOLUZIONI APPLICATE………………………..60

Difficoltà n°1: le fonti………………………………………………………………..………………..60
Difficoltà n°2: la bibliografia…………………………….………………………….……………….61
Difficoltà n°3: tutto in lingua inglese………………………….…………………………….………63
Difficoltà n°4: i criteri per la sintesi…………………………………………………….……………63
Difficoltà n°5: la scelta del linguaggio………………………………………………………………65
Linguaggio…………………………………………………………………………………………….65
La partecipazione emotiva…………………….……………………………………………………65
L’organizzazione del capitolo……………………….………………………………………………66
Capitolo 1: il fenomeno profetico biblico…………..………………………………………………66
Difficoltà n°6: alcune scomode verità da dire………………………………….………………….68

CAP.7 IL PRIMO IMPATTO DE L’EREDITA’ DI UN PROFETA SULLA CHIESA AVVENTISTA ITALIANA…………………………………………………………………….71

Reazioni telefoniche…………………..…………………………………………………………….72
Reazioni negative……………………………………………………………………………………72
Una prima reazione negativa………….……………………………………………………………72
Una seconda reazione negativa…………..……………………………………………………….74
Una terza reazione negativa…………….………………………………………………………….75
Reazione spontanea complessivamente positiva con elementi critici…………………………78
Reazioni interamente positive…………………………………………………..………………….80
Reazioni alle critiche negative…………..……………………………….…………………………85
Reazioni tramite modulo ricavato dal “Bia”………………………………………………………..88
Conclusione…………………………………………………………………………..………………95
APPENDICE 1…………….….………………………………………………………………….99
Articoli di Ellen G. White pubblicati in italiano dal 1908…………………………………………100
Articoli pubblicati su “l’Araldo della Verità”………………………………………………………105
Articoli su Ellen G. White…………………..………………………………………………………107
Libri di Ellen G. White pubblicati dal 1914…………………….…………………………………109
Libri su Ellen G. White…………….……………………………………………………………….111

APPENDICE 2……………………………………………………………………..…………..134
Formulario pubblicato sul “Bia”…………………………..……………………………………….134

APPENDICE 3………………………………………………………………………………….135
Chiesa Italiana in cifre 1910-2001…………………………………………………………………135

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE……………..……………………………….………………136

ARTICOLI…………….……………………………………………………………….……….138

INDICE……………………………………………………………………..…………………..139

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