Fede superstizione e segni dei tempi

 

Fede superstizione e segni dei tempi

2Timoteo 4:2 predica la parola, insisti in ogni occasione favorevole e sfavorevole, convinci, rimprovera, esorta con ogni tipo di insegnamento e pazienza.
2Timoteo 4:3 Infatti verrà il tempo che non sopporteranno più la sana dottrina, ma, per prurito di udire, si cercheranno maestri in gran numero secondo le proprie voglie,
2Timoteo 4:4 e distoglieranno le orecchie dalla verità e si volgeranno alle favole.

In che cosa si differenzia una fede matura da una fede superstiziosa?
Il tema è certamente complesso e difficilmente può esaurirsi nello spazio di un articolo. Gli elementi più semplici è però facile coglierli e forse sono i più importanti.

La fede superstiziosa nega qualunque fatto che le si opponga e quando qualcuno vi fa riferimento diviene nemico. La fede matura non nega mai un fatto accertato, comodo o scomodo che sia alle proprie convinzioni, e se quel fatto non lo conosce, una volta che arriva a conoscerlo, le viene naturale riordinare le proprie convinzioni alla luce di quel fatto.

Qualche esempio. L’avversione delle dittature di destra e di sinistra, e del mondo evangelico in genere verso l’omosessualità e il disprezzo degli omosessuali deriva dal fatto che essa è considerata una malattia o un vizio.
Oggi i fatti dicono che se esiste certamente un’omosessualità che deriva dal vizio (e il vizio sessuale non risparmia certo gli eterosessuali) è altrettanto certo che in molti casi essa è una condizione di cui non si conosce la causa. I fatti dicono anche che non è una malattia. L’OMS l’ha derubricata dagli anni 70.
Si imporrebbe, se i fatti sono veri, un riordino mentale. E invece si bollano i cristiani che prendono atto del fatto come lassisti.

Altro esempio sul quale spendo qualche parola in più. Il mondo di oggi, che, è mia forte convinzione, appartiene all’ultima epoca della storia umana, è migliore o assai peggiore di quello passato? La domanda, come vedremo, non è oziosa.

La risposta, che deriva in gran parte da una Catechesi, che considera quasi peccato guardare ai fatti, pare assai scontata: “Certo che il mondo è peggiore, il mondo non fa che peggiorare ogni giorno di più, ed ogni giorno il suo peggioramento dimostra che mancano ormai cinque minuti alla mezzanotte.” Chi di noi non ricorda conferenze sul ritorno di Cristo e l’immancabile orologio che segna mezzanotte meno cinque? E l’elenco da parte del predicatore di turno dei mali crescenti del mondo?
Ma i fatti, sulla condizione del mondo e dei suoi abitanti, cosa dicono? In genere si è sommersi da una valanga di testi biblici tratti da Matteo 24, dall’Apocalisse, da I Timoteo 3:1-5.
Peccato però che la malvagità del mondo descritta in questi testi riguarda in primo luogo il tempo di coloro che scrivevano. E peccato che l’annuncio di Cristo, l’’Evangelo del regno predicato in tutto il mondo prima della fine, non parrebbe avere nessun effetto sul mondo che dovrebbe risultare infine simile a quello che precedette il diluvio. Cioè: un eroe del bene e sette seguaci assai malandati. E la totale assenza di risposte all’appello di Noè tranne quella degli animali.

Questo lo avrebbe detto Gesù. Peccato pero che non ci si prende cura di esaminare le parole di Gesù il cui paragone con la società antidiluviana riguarda soltanto la sorpresa in rapporto al tempo dell’evento. Sorpresa che, appunto, in un’altra parabola, conosceranno sia le vergini stolte che quelle sagge. Sorpresa che invece non dovrebbe esistere, se si fosse dialetticamente conseguenti, per quanti leggono nel degrado della realtà i segni evidenti del tempo del Ritorno.

Torniamo ai fatti sul grado di bene e di male presente nel mondo. Se guardiamo i fatti, la società attuale, pur con tutte le sue contraddizioni, le sue tragedie, le sue crisi, il suo immane peccato, è moralmente e spiritualmente la migliore e più felice di sempre.
Per esserne convinti basta dare uno sguardo alla storia passata e alle sue istituzioni.
Si possono aprire le pagine di qualunque secolo in qualunque spazio per vederle costellate di ingiustizia, di orrori, di violenza e, quel che è peggio, di istituzioni che tutelavano tutto ciò.
Se si pensa a istituzioni come la schiavitù, la poligamia, la legittimità della guerra di conquista, le caste, la tirannia, il pensiero unico, la monarchia assoluta considerata di origine divina, l’intolleranza religiosa, la pratica abituale della tortura come normale strumento istruttorio… Ognuno di noi inorridisce all’idea di vivere nelle epoche passate.
Quasi dappertutto la media della vita non superava i trentanni; le epidemie eliminavano sino al 60% della popolazione, così le carestie.
La Bibbia stessa che racconta il cammino del popolo di Dio in maniera cruda ci fa inorridire.
I profeti denunciano un mondo crudele, ingiusto, violento nel quale, tranne che in pochissimi periodi felici, il malato, l’orfano e la vedova erano in balia dei prepotenti.
Esistono circoli culturali che vorrebbero impedire per legge la lettura della Bibbia ai bambini. Se si pensa a letture come quelle del libro dei Giudici ma, anche dei Re e delle Cronache, si è tentati di dar loro ragione.

Nel mondo pagano pratiche ignobili come la pedofilia erano considerate legittime.
Nel mondo attuale invece, pur con tutti i suoi errori, numerosi stati tutelano il malato, l’orfano e la vedova.
Ma veniamo all’epoca del ritorno di Cristo che per noi avventisti inizia a giusta ragione nel 1844. Ebbene, le condizioni di vita dell’uomo, pur attraverso un percorso tortuoso, da allora sono andate migliorando. Le leggi degli uomini, da allora, in gran parte degli stati del mondo, si sono sempre di più avvicinati alle leggi di Dio espresse dai profeti.
Se oggi in Italia c’è chi digiuna per l’affollamento delle carceri dove comunque i carcerati sono nutriti… e ieri si praticava tranquillamente la tortura … E’ esagerato dire che il mondo è migliorato? E’ eretico dire che il senso etico dell’umanità è cresciuto?
E’ vero che in questo percorso non sono mancate guerre terribili: la guerra civile americana e le due guerre mondiali oltre ad altre sanguinose guerre civili come quella in Ruanda.
Ma, purtroppo, le guerre , nei secoli prima erano la quasi normalità; vi sono state guerre durate trent’anni e le guerre di conquista erano periodiche e abituali in Europa e nel mondo. La guerra civile Americana però ha abolito la schiavitù mentre le guerre del passato erano spesso fatte per guadagnare schiavi. E la seconda guerra mondiale ha combattuto e vinto una visione spietata, razzista e totalitaria del potere.
E’ comunque nell’ 800 e nel 900 che, pur con tutte le tortuosità e le contraddizioni applicative, sono nate le costituzioni, gli stati di diritto universale, le democrazie, i diritti dell’uomo, il Welfare.
E negli ultimi decenni?
Tra alti e bassi, tra passi del gambero e passi di gazzella, comunque, complessivamente, il mondo è migliorato.
Nella Firenze dei secoli d’oro, si costruivano cattedrali e nascevano capolavori ma c’erano 20.000 mendicanti molti dei quali invalidi di nascita o invalidi del lavoro. Nell’Italia malvagia di oggi, due milioni di invalidi sono assistiti dalla collettività.

Sul quotidiano la Stampa è apparso di recente un articolo, che elabora un inchiesta britannica intitolato:“Il 2012 è l’anno più felice di sempre “ . Inizia così: “L’anno con meno fame, meno guerre, meno malattie e maggiore prosperità. Lo sostiene citando dati attendibili e statistiche della World Bank, “The Spectator”, un settimanale britannico tra i più raffinati ed esclusivi.” L’articolista continua dicendo che se l’Occidente vive una grave crisi economica esistono altre centinaia di paesi dove le cose sono andate meglio che nel recente passato. Tra il 1990 e il 2008 la fame nel mondo è stata più che dimezzata. La disuguaglianza tra paesi ricchi e poveri si è ridotta sensibilmente. 7 paesi africani hanno fortemente migliorata la loro condizione complessiva. La vita in Africa ha raggiunto la media di 55 anni nonostante l’AIDS. Le statistiche del Peace Research Institute di Oslo dicono che nell’ultimo decennio i morti per guerra sono i più bassi di sempre… Le vittime dei tumori sono diminuite del 30% negli ultimi 40 anni; l’aspettativa di vita in Europa, che era di 78 anni nel 2003, raggiungerà gli 83 anni nel 2013.

Federico Rampini, intitola un suo documentato articolo su New York, una delle metropoli più vaste del mondo: “La giungla d’asfalto degli anni 80 è diventata una metropoli tranquilla.”
Nella posta di Michele Serra appaiono anche dati assai vicini a noi: “Nel 2012 in Italia si sono consumati 526 omicidi, il minimo degli ultimi quarant’anni. Dal 1984 al 2012 il tasso di omicidi per centomila abitanti in Italia è passato da 1,8 a 1. In Calabria, che rimane la regione italiana con il tasso più alto è passata da 5,2 del 1984 al 2,7 del 2012.”
Questi dati non vogliono né dire che avremo un paradiso costruito dagli uomini, poiché le porzioni d’inferno sono e saranno sempre troppe sul pianeta né che si contraddicono le profezie bibliche. Perché le profezie bibliche attentamente studiate non elencano solo gli orrori del mondo (questo lo hanno fatto abitualmente i profeti da Amos a Ellen White leggendo sempre in primo luogo il loro tempo) ma anche il cammino dell’evangelo e l’opera dello Spirito che produrranno una folla come la rena del mare che incontrerà il Signore.

La domanda sul mondo peggiore o migliore di ieri non è oziosa. Il mondo non è migliorato da solo ma è peggiorato o migliorato a causa degli uomini che lo hanno interpretato.
In genere degli operatori di pace si ricordano solo i caposcuola ma nulla sarebbe mai mutato se questi non avessero avuto seguaci meno noti e celebrati. Se la pena di morte è stata abolita (In Toscana per la prima volta nel mondo) lo dobbiamo certo a capiscuola come Cesare Beccaria ma anche e soprattutto ai discepoli che hanno costituito correnti d pensiero capace di incidere sui legislatori.
Nel 1708 in Inghilterra sono stati condannati alla forca due bambini di 7 e 11 anni per un semplice furto. In un tempo in cui tagliare un albero non proprio comportava la morte. Questi orrori sono stati debellati dagli uomini illuminati che hanno avuto il coraggio di lottare per il bene della città. (Cercate il bene della città poiché dal bene di essa dipende il vostro bene. Ger.29:7).
Così è accaduto ed accade in ogni forma d lotta al male e di costruzione del bene.

Ritenere la società, la politica, le chiese, i vicini di casa, inguaribili malati terminali a cui solo la nostra visione del mondo può loro far bene e solo il Ritorno di Cristo guarirli… Significa chiudere gli occhi sulla complessità del mondo e dell’operare di Dio. Significa offrire alle persone migliori una testimonianza ottusa, elusiva, inaccettabile . Significa stimolare le nuove generazioni ad un pietismo individuale, ad un disimpegno dai problemi collettivi, ad una visione bunker della chiesa, a chiudere gli occhi sulla folla di operatori di pace orientati dalla passione civile con i quali è possibile e doveroso operare per migliorare la città nella quale si vive.
Se New York da “giungla d’asfalto” negli anni 80 è oggi “una metropoli tranquilla”(Federico Rampini) non lo si deve al caso ma, alla passione civile del miliardario ebreo Michael Bloomberg che nel 2001 a 59 anni, invece di godersi i suoi miliardi, diventa sindaco di New York, non per sistemare amici e parenti ma, accettando il compenso simbolico di un dollaro al mese, per migliorare la sua città. In 10 anni riesce nell’impresa riuscendo a coinvolgere molti animati dalla stessa passione civile. Spero e credo che tra questi vi siano stati e vi siano molti avventisti per i quali la Beata Speranza non è l’oppio che rinvia all’eternità il bene degli uomini ma, invece l’energia della fede che colora d’eternità il mondo in cui si vive. Poiché la vita è un valore oggi, come tutti profeti hanno detto, è l’eternità sarà la casa eterna dei miti e degli operatori di pace.

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