Apocalisse 14:6-20 e il messaggio dei tre angeli

 

 

APOCALISSE 14:6-20

UNA RIVISITAZIONE PERSONALE

di Rolando Rizzo

 

INDICE

 

Premessa                                                  p. 3

 Introduzione                                                       p. 7

 Il tempo in cui si colloca questa profezia                        p. 8

 I – I poteri avversi a Dio e i tre angeli predicatori  p. 11

   Le radici veterotestamentarie                                      p. 12

 II – L’identificazione di Babilonia                           p. 14

Identificazione storica dei poteri avversi a Dio                p. 15

L’identificazione di Babilonia                        p. 17

Gli anticristi durante la storia dell’avventismo p. 21

Il nazismo                                                   p. 21

Il comunismo                                              p. 23

      L’apartheid sudafricana                        p. 25

L’apartheid americano                                p. 261

 III – L’identificazione di Babilonia oggi         p. 30

Poteri anticristici moderni                            p. 32

 IV – Babilonia e il Rimanente                                 p. 39

 V – I tre angeli e la Babilonia del futuro              p. 46

Il messaggio dei tre angeli                           p. 50

I tre angeli predicatori                                         p. 52

 VI – Il popolo  imprevisto nato in Babilonia          p.57

 VII – Comportamento pratico personale                    p. 60                    

  I tre angeli di apocalisse 14Apocalisse 14: 6-20

PREMESSE

Nella nostra storia avventista, di cui mi sento onorato e parte, lo studio e l’interpretazione dell’Apocalisse hanno costituito e costituiscono un forte carattere identitario.

La nostra comunità di fede, storicamente, è nata dallo studio di Daniele e dell’Apocalisse.

Se però si analizzano i 28 punti dottrinali e la Confessione di fede, ossia i documenti più identificanti, ci si accorge che, tranne che per alcuni pochi elementi, l’interpretazione delle profezie predittive non costituisce elemento di fede. Nel senso che il battesimo non viene amministrato sulla base dell’accettazione della tradizione interpretativa avventista di Daniele e dell’Apocalisse.

Il commentario ufficiale avventista edito negli anni ‘50 non di rado offre per alcuni brani dell’Apocalisse due o tre interpretazioni a riprova che questa rivelazione ha elementi predittivi assai complessi che solo il futuro ci aiuterà a comprendere.

 

Accade sovente che vengano presentate tesi di dottorato anche da parte di dirigenti dell’Opera le cui interpretazioni divergono talvolta dalle interpretazioni tradizionali senza che questo, a livello mondiale, venga considerato un elemento di turbamento.

Non si tratta di un fatto nuovo ma di una prassi che appartiene al DNA della Chiesa Avventista.

La Conferenza Generale di Minneapolis 1888 registrò uno scontro durissimo tra le vecchie leve e quelle emergenti anche sulla interpretazione di un brano di Daniele.

Le due figure più autorevoli del tempo (Butler, Smith…) chiamarono in soccorso proprio Ellen White che precedentemente aveva ben valutato la loro interpretazione. Ellen White rispose che bisognava studiare meglio la Bibbia non  sconfessando né le nuove leve, ma neppure i vecchi guerrieri.

Tutte le parti furono invitate ad approfondire nella convinzione tutta whitiana di una verità che non cessa mai di avanzare:

Ovunque il popolo di Dio cresce in grazia, otterrà costantemente una più chiara comprensione della sua Parola.

Essi discerneranno nuova luce e nuova bellezza nelle Sacre Verità. Questo è stato vero nella storia della chiesa in tutte le età, e continuerà a essere vero sino alla fine. Ma sempre quando la vita spirituale declina c’è la tendenza a cessare di avanzare nella conoscenza della verità. Gli uomini si adagiano soddisfatti della luce già ricevuta e scoraggiano ogni ulteriore investigazione della Scrittura. Essi diventano conservatori e cercano di impedire la discussione [1]

Alcuni pochi elementi predittivi però fanno parte del credo avventista; essi costituiscono il 27° punto di fede:

  1. Il millennio e la fine del peccato Il millennio è il regno millenario di Cristo in cielo con i suoi santi fra la prima e la seconda risurrezione[2].

E soprattutto il concetto di rimanente che è presente sia nel tredicesimo punto della Confessione di fede che nel tredicesimo punto dottrinale:

Il tredicesimo punto della Confessione di fede così recita:

  1. Credi che la Chiesa Avventista del 7° Giorno sia la chiesa del rimanente

della profezia biblica e le persone di ogni nazione, razza e lingua siano accolte

e invitate a farne parte? È tuo desiderio diventare membro di questa comunità

locale come parte integrante della chiesa mondiale?[3]

Simile, ma soltanto un po’ più esteso  è il tredicesimo punto dottrinale:

  1. Il rimanente e la sua missione

La chiesa universale è composta da tutti coloro che credono veramente in

Cristo, ma negli ultimi giorni, in un periodo di generale apostasia, un rimanente

è chiamato a osservare i comandamenti di Dio e preservare la fede di

Gesù. Questo rimanente annuncia che è giunta l’ora del giudizio, proclama la salvezza in Cristo e annuncia la sua imminente seconda venuta. Questa proclamazione è simboleggiata dai tre angeli di Apocalisse 14, coincide con l’opera del giudizio in cielo e ha come risultato un’opera di ravvedimento e di riforma sulla terra. Ogni credente è chiamato a partecipare personalmente a questa testimonianza di portata mondiale)[4]

Entrambi i brani, nella loro laconicità presentano nel contempo elementi di chiarezza e di voluta ambiguità (strategica non morale). Essi collocano con chiarezza l’avventismo nel rimanente fedele degli ultimi giorni, caratterizzati dall’apostasia.

Dopo oltre un secolo dalla sua redazione originaria è però assai complicato comprendere cosa esattamente si possa intendere oggi per ultimi giorni e per periodo di  generale apostasia. Anche considerando che per il NT gli Ultimi giorni iniziano con la resurrezione di Cristo. Vedi Atti 2.

Il rapporto con le altre comunità cristiane è appena accennato: (La chiesa universale è composta da tutti coloro che credono veramente in Cristo).  Solo l’autentica relazione con Cristo dà il diritto di cittadinanza cristiana ma poi , almeno a livello di Confessione di fede, nulla più si dice.

Se si vuole approfondire bisogna analizzare la prassi di questi 150 anni, i documenti ufficiali, e le tradizioni interpretative popolari in merito, e allora scaturiscono almeno due visioni e prassi troppo distanti tra di loro:

  • Posizione numero 1. L’apostasia è in atto e riguarda tutte le comunità di fede che non accettano il sabato; tutte in qualche modo formano Babilonia e qualunque loro gesto è tattico ed è finalizzato alla formazione prossima di un unico potere che sarà nemico del popolo di Dio che si compone degli avventisti e di quanti usciranno da Babilonia e si uniranno ad esso. Alle altre confessioni bisogna certo testimoniare la Verità ma non avere nulla a che fare con loro. L’ecumenismo è un cedimento. Da alcuni è considerato colposo perfino affittare l’utilizzo domenicale dei nostri locali di culto anche se molte comunità avventiste hanno trovato accoglienza in locali evangelici per decenni.
  • Posizione numero 2. E’ soprattutto presente nel mondo avventista colto ed è espresso da numerosi fatti e fonti ufficiali. I concetti di apostasia, di Babilonia, di rimanente, sono concetti molto più complessi e non possono, almeno per il momento, definirsi a partire dal solo atteggiamento verso il sabato.
  • Negli arcipelaghi cattolici ed evangelici esistono non solo singoli credenti, ma collettività sorelle che vivono la fede in Cristo e il cui ideale è la Parola di Dio, nonostante la comprensione diversa di alcuni assunti.
  • Esistono quindi laici e pastori che dialogano senza pregiudizi con tutti e con tutti sono disposti a collaborare in progetti benefici e La stessa Conferenza Generale è presente come osservatrice in tutti i grandi eventi ecumenici, invita alle sue sessioni le comunità protestanti ed è alla testa di grandi raggruppamenti di dialogo ecumenico.
  • Anche se preferisce non usare la parola ecumenismo per timore che queste iniziative vengano confuse con chi, in nome dell’ecumenismo, svilisce le peculiarità dottrinali. Inoltre, quando un membro di una comunità evangelica aderisce all’avventismo, se il battesimo ricevuto nella comunità d’origine gli è stato amministrato da adulto e per immersione, è ritenuto valido.

 

Dichiariamo con grande convinzione che non solo non condividiamo la prima posizione, ma che essa ci lascia sinceramente perplessi e fa di quell’avventismo una realtà per noi inaccettabile.

Per esperienza sappiamo che spesso quella visione è condivisa da tanti bravi fratelli. Proprio per loro infatti vogliamo rileggere Apocalisse 14:16 – 31 convinti che la gretta visione presuntuosa che si è venuta a creare è evangelicamente insostenibile e nel suo profondo non si accorda con la tradizione avventista, con la prassi generale della dirigenza avventista, con lo Spirito di profezia, con il normale buon senso e soprattutto non si accorda con le Sacre Scritture, per come la storia si è svolta e si svolge sotto i nostri occhi.

Data questa realtà, riteniamo necessaria una riflessione e una rilettura di Apocalisse 14:16-31 e, soprattutto, una sua applicazione pratica alla realtà che viviamo ogni giorno.

Introduzione

Il testo:

Apocalisse 14:6 Poi vidi un altro angelo che volava in mezzo al cielo, recante il vangelo eterno per annunziarlo a quelli che abitano sulla terra, a ogni nazione, tribù, lingua e popolo.

Apocalisse 14:7 Egli diceva con voce forte: «Temete Dio e dategli gloria, perché è giunta l’ora del suo giudizio. Adorate colui che ha fatto il cielo, la terra, il mare e le fonti delle acque».

Apocalisse 14:8 Poi un secondo angelo seguì dicendo: «Caduta, caduta è Babilonia la grande, che ha fatto bere a tutte le nazioni il vino dell’ira della sua prostituzione».

Apocalisse 14:9 Seguì un terzo angelo, dicendo a gran voce: «Chiunque adora la bestia e la sua immagine, e ne prende il marchio sulla fronte o sulla mano,

Apocalisse 14:10 egli pure berrà il vino dell’ira di Dio versato puro nel calice della sua ira; e sarà tormentato con fuoco e zolfo davanti ai santi angeli e davanti all’Agnello».

Apocalisse 14:11 Il fumo del loro tormento sale nei secoli dei secoli. Chiunque adora la bestia e la sua immagine e prende il marchio del suo nome, non ha riposo né giorno né notte.

Apocalisse 14:12 Qui è la costanza dei santi che osservano i comandamenti di Dio e la fede in Gesù.

Apocalisse 14:13 E udii una voce dal cielo che diceva: «Scrivi: beati i morti che da ora innanzi muoiono nel Signore. Sì, dice lo Spirito, essi si riposano dalle loro fatiche perché le loro opere li seguono».

Mi permetto di rivisitare questo brano alla luce:

  • delle radici profetiche veterotestamentarie (che poi sono alla base di tutta l’Apocalisse);
  • di un minimo di buon senso;
  • dell’umiltà necessaria riguardo a ciò che ancora non è avvenuto;
  • del tempo che è passato dalle prime interpretazioni avventiste che ovviamente vanno rivisitate e arricchite.

Il tempo in cui si colloca questa profezia [5]

E’ indubbio che essa si colloca nell’epoca che precede il ritorno del Signore. Ciò è facilmente ricavabile dai versi che seguono il cap. 13 e concludono il cap. 14.  Mi permetto di sottolineare in corsivo le espressioni che lo provano.

Apocalisse 14:14 Poi guardai e vidi una nube bianca; e sulla nube stava seduto uno, simile a un figlio d’uomo, che aveva sul capo una corona d’oro e in mano una falce affilata.

Apocalisse 14:15 Un altro angelo uscì dal tempio, gridando a gran voce a colui che stava seduto sulla nube: «Metti mano alla tua falce e mieti; poiché è giunta l’ora di mietere, perché la mèsse della terra è matura».

Apocalisse 14:16 Colui che era seduto sulla nube lanciò la sua falce sulla terra e la terra fu mietuta.

Apocalisse 14:17 Poi dal tempio, che è nel cielo, uscì un altro angelo; anch’egli aveva una falce affilata.

Apocalisse 14:18 E un altro angelo, che aveva potere sul fuoco, uscì dall’altare e gridò a gran voce a quello che aveva la falce affilata: «Metti mano alla tua falce affilata e vendemmia i grappoli della vigna della terra, perché le sue uve sono mature».

Apocalisse 14:19 L’angelo lanciò la sua falce sulla terra e vendemmiò la vigna della terra e gettò l’uva nel grande tino dell’ira di Dio.

Apocalisse 14:20 Il tino fu pigiato fuori della città e dal tino uscì tanto sangue che giungeva fino al morso dei cavalli, per una distesa di milleseicento stadi.

Le immagini della mietitura (raccolta dei salvati) e della vendemmia (giudizio sui perduti) sono in modo evidente raffigurazioni nel contempo rassicuranti e fortemente inquietanti del giudizio finale.

La predicazione universale dei tre angeli si colloca con assoluta evidenza nell’ultima epoca della storia.

I primi cristiani, apostoli compresi, credevano e speravano, almeno inizialmente, che la Parusia potesse appartenere alla loro vita. Sono passati duemila anni. I primi avventisti compresero e sperarono la stessa cosa.

Ellen White, come tutti i profeti che l’hanno preceduta, ha sempre pronunciato la parola presto ininterrottamente per 70 anni. Ma, su quel presto, sono ormai passati 150 anni.

Si parla arbitrariamente di ritardo e se ne cercano le ragioni, ma lo si fa ignorando il testo biblico che mai presuppone che il Signore ritardi: Dio dunque, passando sopra i tempi dell’ignoranza… ha fissato un giorno, nel quale giudicherà il mondo con giustizia per mezzo dell’uomo ch’egli ha stabilito, e ne ha dato sicura prova a tutti, risuscitandolo dai morti. Atti 17:30-31

Il Signore non ritarda l’adempimento della sua promessa, come pretendono alcuni..  2Pietro 3:9.

Nella Bibbia sono gli uomini e non Dio a sentire il senso del ritardo:
– lo sentono in ritardo le 10 vergini per la loro pochezza;
– lo crede in ritardo il malvagio servitore;
– lo credono in ritardo i cristiani di Tessalonica.
La Bibbia, al contrario, dalla Genesi all’Apocalisse, afferma la puntualità di Dio.

Nonostante che con il cuore ne sentisse l’avvicinarsi repentino, la stessa Ellen White ebbe a scrivere parole importanti in merito al tempo dando al suo presto una dimensione più liturgica che cronologica; scrive infatti:

Ciò che fu essenziale per il successo dell’esperienza cristiana al tempo dei discepoli è essenziale ai nostri giorni…Satana è sempre pronto a riempire la mente con teorie e calcoli…C’è un intenso desiderio da parte di molti di colpire il mondo con cose originali, che spingono verso stati di estasi spirituali…Egli non venne per gratificare la curiosità…Sempre di più sono stata messa in guardia riguardo alla questione del tempo. Non vi sarà mai più un messaggio per il popolo di Dio che si baserà sul tempo. Noi non siamo in grado di definire il tempo. Noi non dobbiamo conoscere il tempo definitivo per l’effusione dello Spirito Santo e per il ritorno di Cristo…Il tempo non sarà mai più un test….Noi non dobbiamo vivere eccitati dal tempo. Noi non dobbiamo essere assorbiti da speculazioni riguardo ai tempi e ai momenti che Dio non ha rivelato. Gesù ha detto ai suoi discepoli di vegliare, ma non per un tempo definito…Essi dovevano vegliare, attendere, pregare, lavorare…Lettere mi sono pervenute nelle quali mi era richiesto una luce speciale riguardo al tempo …Ed io ho risposto che il solo messaggio che ho da trasmettere…Che ora è il tempo di lavorare mentre è giorno, poiché verrà la notte in cui nessuno potrà più lavorare .[6]

In conclusione, pur essendo questa l’epoca del ritorno del Signore, non abbiamo alcuna certezza sulla sua durata.[7]

Sfugge a molti che la stessa Ellen White, nel Gran Conflitto, commentando questo brano, utilizza le stesse modalità dei profeti biblici i quali annunciano il giorno del Signore per modificare il presente, come se esso fosse imminente nonostante, nei fatti, si rivelerà molto lontano.

Nel Gran Conflitto[8] cita Amos, Isaia, Geremia, Sofonia, Gioele … i quali tutti parlano del giorno del Signore, e associa il messaggio di Apocalisse 14 alle stesse necessità:

L’Eterno vide che molti dei cosiddetti credenti non edificavano per l’eternità e nelle sua infinita misericordia volle far giungere loro un messaggio che li scuotesse dal torpore e li spingesse a vivere in fedeltà in vista del Giorno de Signore ma nel presente.[9]

La preparazione auspicata dai profeti ha sempre riguardato il vivere presente.

 

I poteri avversi a Dio e i tre angeli predicatori

La raffigurazione profetica ci presenta un quadro assai problematico della vita sulla terra prima del ritorno del Signore: vi prosperano dei poteri che vogliono prendere il posto di Dio.

Quali che siano, nel concreto della storia, i poteri avversi a Dio e la predicazione che li contrasta, vediamo prima in che cosa consiste la loro opera apostata. Vediamo qual è la natura del loro crimine verso l’umanità e l’alternativa che i tre angeli propongono con la loro testimonianza.

Apocalisse 14:11 Chiunque adora la bestia e la sua immagine e prende il marchio del suo nome , e ne prende il marchio sulla fronte o sulla mano,  non ha riposo né giorno né notte.

Apocalisse 14:12 Qui è la costanza dei santi che osservano i comandamenti di Dio e la fede in Gesù.

Il crimine spirituale consiste nell’appropriarsi degli esseri umani e renderli schiavi a vita.

L’immagine usata è quella del marchiare. La pratica della marchiatura è un’azione violenta che in genere ha per oggetto gli animali. Quando si vuole pubblicamente affermare la proprietà su una bestia, si arroventa uno stampo di ferro che contiene le iniziali o l’immagine simbolo di una casata, poi lo si poggia con violenza sulla pelle dell’animale immobilizzato con la forza e lo si marchia in modo indelebile.

Da quel momento l’animale appartiene visibilmente a chi l’ha marchiato.

Pratiche simili si sono esercitate anche con gli schiavi.

Al contrario, i tre angeli predicano un messaggio di libertà e invitano gli esseri umani a rifiutare questa volontaria resa alla schiavitù e ad accettare l’antico libero patto che nasce dalla fiducia nell’amore divino. Esso si è espresso in Gesù Cristo la cui etica liberatrice è sinteticamente espressa dai dieci comandamenti di Dio, come sintesi dall’intera Rivelazione:  che è insieme insegnamento, appello e comandamento.

I comandamenti di Dio però non marchiano, ma suggellano, secondo il resto dell’Apocalisse.

Ma c’è di più. Questi poteri avidi, totalitari e violenti, non marchiano gli esseri umani su una sola parte del corpo, ma doppiamente: sulla fronte e sulla mano.

Ossia, pretendono come loro esclusiva proprietà il cervello degli umani, il pensiero che è dentro la fronte … ed anche il loro operare che si esprime soprattutto con le mani. Pensiero ed azione, quindi, tutto deve essere marchiato, asservito.

Abbiamo qui una lontana eco degli antichi miti orientali della creazione laddove gli dèi crearono gli uomini perché facessero il lavoro che loro non volevano fare.

Immagini  veterotestamentarie

Giovanni nell’Apocalisse, come in numerose altre occasioni, si pone in continuità profetica con l’Antico Testamento. Non conia l’immagine della marchiatura, ma la mutua dalla pagina biblica più nota agli ebrei.

Essa è contenuta in Deuteronomio 6, il capitolo che contiene lo Shemà Israel. Un testo citato da Gesù per annunciare il gran comandamento.

Deuteronomio 6 così inizia:

Questi sono i comandamenti, le leggi e le prescrizioni che il SIGNORE, il vostro Dio, ha ordinato di insegnarvi, perché li mettiate in pratica nel paese nel quale vi preparate a entrare per prenderne possesso.

Comandamenti, leggi, prescrizioni. In altre parole questa e la Thorah: che vuol dire sì regole, ma soprattutto insegnamento, parole, Parole di Dio.

Proprio il Deuteronomio nella raccolta ebraica porta il titolo di Parole, le Parole di Dio. Non una parola in particolare, ma tutta la Parola di Dio.

Questa Parola è concepita per l’uomo: Affinché tu sia felice (v.3), viene dall’unico Dio:: Il SIGNORE, il nostro Dio, è l’unico SIGNORE. (v.4) che cerca un rapporto non di schiavitù ma d’amore esclusivo : Tu amerai dunque il SIGNORE, il tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima tua e con tutte le tue forze.

Proseguendo nell’appello, Mosè conia un’immagine per stimolare il suo popolo ad un rapporto non episodico e non solo liturgico  con la Parola:

Questi comandamenti, che oggi ti do, ti staranno nel cuore;

li inculcherai ai tuoi figli, ne parlerai quando te ne starai seduto in casa tua, quando sarai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai.

Te li legherai alla mano come un segno, te li metterai sulla fronte in mezzo agli occhi.

Ecco l’immagine usata da Giovanni.

L’opera violenta del marchiare, appartiene ai poteri avversi a Dio. Significa che essi sono capaci di appropriarsi della mano e della mente degli esseri umani per piegarli, anima e corpo, al proprio potere. Significa eliminare la loro fiducia in Dio e impedire che la loro fronte e le loro mani esprimano i valori del suo insegnamento.

La predicazione universale ispirata da Dio e gridata da parte dei tre angeli è lì per impedire che questo accada. Per stimolare gli esseri umani a rifiutare la marchiatura della schiavitù e scegliere liberamente il suggello della libertà.

Nella tradizione avventista il marchio della bestia di Apocalisse 14 è stato identificato con l’imposizione della domenica; come tempo settimanale di santificazione di origine umana in contrapposizione al sabato biblico.

Credo che la tradizione della mia comunità di fede abbia certamente esaltato una verità contenuta nel testo, una verità che può anche essere simbolo dell’intera verità.

Credo altresì che tale interpretazione sia però riduttiva in rapporto all’intera verità, perché il testo esprime qualcosa di più vasto: ha a che fare con l’intero Decalogo e l’intera Rivelazione divina soprattutto nella loro sostanza.

Stabilito il crimine dei poteri avversi a Dio a cui si contrappone la testimonianza e l’appello dei tre angeli, si tratta ora di tradurre in soggetti storici riconoscibili la simbologia dei tre angeli e quella di Babilonia.

Nella nostra tradizione interpretativa popolare, i tre angeli rappresentano il Movimento Avventista; Babilonia, il potere papale assieme al  protestantesimo che ha congelato lo sviluppo della riforma non recuperando il quarto comandamento come invece aveva recuperato il secondo.

Ma come l’identificazione del marchio della bestia con l’imposizione della domenica al posto del sabato ci sembra parte di una realtà più complessa e vasta, così riduttive ed eccessivamente schematiche e superficiali ci appaiono le altre due identificazioni.  Soprattutto se si tiene conto di quali percorsi ci testimonia fin  qui  la storia.

 

 

 

L’identificazione di Babilonia

Secondo Apocalisse14:6-20, l’epoca finale sarà caratterizzata da un Gran Conflitto per il controllo del pensare e dell’operare dell’uomo. I poteri avversi a Dio vorranno appropriarsi dell’uomo riempiendo la loro anima  di visioni esistenziali opposte a quelle di Dio: visioni di false libertà e di reali schiavitù.

Iddio, attraverso i suoi messaggeri, si fa sentire a livello universale riproponendo la sua offerta di amore e le sue vie per il bene terreno ed eterno.

Nulla di nuovo, poiché tutto ciò avviene da sempre, ma l’ultima battaglia pare essere la più determinata e feroce.

 

Identificazione storica dei poteri avversi a Dio

Nel testo, questi poteri vengono sintetizzati con Babilonia la grande, la prostituta e corruttrice dei potenti del mondo.

Gli angeli gridano che, nonostante essa appaia potente, in realtà è debole e va considerata caduta. I figli di Dio devono rifiutarne il marchio e non devono temerla perché, a dispetto delle apparenze, il suo potere è da considerarsi debellato. Come la morte, sconfitta nel disegno di Dio dal giorno della resurrezione di Cristo.

Anche qui il profeta non fa che riandare alla storia di Israele e a ripeterne un momento, laddove un altro profeta parla di un potere apparentemente infrangibile che è in realtà debole, che nella fede può considerarsi divelto, abbattuto.

Scrisse infatti Isaia, 7 secoli prima di Giovanni, riguardo ad un potere che avrebbe dominato il popolo di Dio e che allora era nel pieno del suo fulgore:

Isaia 21:9 Ed ecco venire un carro con un uomo e due cavalli.

Quello gridava: Caduta, caduta è Babilonia!

E tutte le immagini scolpite dei suoi dèi sono frantumate al suolo».

Isaia 21:10 Popolo mio, che sei trebbiato come il grano della mia aia,ciò che ho udito dal SIGNORE degli eserciti, dal Dio d’Israele, io te l’ho annunziato!

Babilonia, mentre Isaia scriveva, era tutt’altro che caduta, al contrario rappresentava assieme all’Egitto, il maggiore potere del Medio Oriente. Ma i suoi piedi erano d’argilla. Nella fede poteva considerarsi caduta.

La nuova Babilonia, che è potente e che un giorno sedurrà tutti i poteri del mondo (Apoc.13:14), come l’antica Babilonia è da considerarsi un potere finito, in fiamme, il cui fumo sale nei secoli dei secoli.

Isaia 34:9 I torrenti di Edom saranno mutati in pece e la sua polvere in zolfo; la sua terra diventerà pece ardente.

Isaia 34:10 Non si spegnerà né notte né giorno, il fumo ne salirà per sempre; di età in età rimarrà deserta, nessuno vi passerà mai più.

Ma chi è la Babilonia di oggi e quella che si manifesterà negli ultimi tempi?

La Chiesa avventista al suo sorgere ha identificato la Babilonia apocalittica nel cattolicesimo romano che si è sviluppato compiendo innumerevoli e tragici arbitri in rapporto al mandato evangelico e l’ha identificata con lo stesso potere che agirà negli ultimi tempi.

Anche e soprattutto perché, i primi avventisti, come i primi cristiani, non facevano alcuna distinzione tra il loro tempo e gli ultimi tempi.

L’avventismo ne ha preconizzato l’imminente e innaturale alleanza con la sorgente repubblica nord americana.

La storia, ovviamente, parte da lontano.

Dal IV secolo in poi, con Costantino, il movimento cristiano si trasforma lentamente da comunità d’annuncio e d’Evangelo in potere dominante, autoritario, sanguinario, blasfemo, sostituendosi nei titoli, nell’intolleranza e nel potere all’antica Roma imperiale.

Nel 1844, quando l’avventismo mosse i primi passi,  sul trono detto di Pietro regnava ancora  Papa Gregorio XVI  a cui nel 1846 succederà Pio IX che gestirà l’impero  sino al 1878.

I primi 34 anni dell’avventismo nascente ebbero come lontano “interlocutore” uno dei più autoritari papi della storia, l’autore del famigerato del, uno dei documenti più autoritari di tutta la storia dei papi che disprezzava la libertà di coscienza come visione pestilenziale e riteneva un crimine la libertà religiosa.

Nonostante che i poteri temporali gli fossero stati via via strappati, Pio IX considererà tutto ciò un sopruso e correderà la figura papale perfino del dogma dell’infallibilità, illudendosi forse di ritornare agli antichi fasti.

Da Pio IX ad oggi, però, troppe cose sono cambiate nel cattolicesimo e troppe cose inattese sono avvenute sulla terra. Se consideriamo l’attuale situazione del mondo, non possiamo mantenere invariata l’interpretazione della profezia riguardo al presente e riguardo al futuro.

Pare che le api, dopo avere costruito le loro cellette e prima di depositarvi le pupe, chiudano i minuscoli esagoni alla base e poi li riempiano con sostanze utili agli eredi. Degli scienziati hanno forato questi strati occlusivi durante il tragitto che le api compiono per apportare i materiali …

Le api, al ritorno, si accorgono che ciò che hanno depositato non c’è più. Hanno un piccolo momento di sbandamento poi, vinte dall’istinto, depositano comunque le sostanze raccolte, anche se le cellette sono prive di fondo e non sono più capaci di trattenere ciò che loro vi pongono.

Esse agiscono per istinto, non stimolate dalla ragione, compiono meccanicamente ciò che è registrato nel loro cervello. Molti esseri umani fanno lo stesso: hanno in testa il disegno di un percorso. Per loro tutto rimane immutabile, nonostante quel percorso abbia da tempo mutato i suoi connotati.

Un’interpretazione di Apocalisse 14 non può che tener conto di ciò che nel frattempo è accaduto nei tre elementi centrali evocati del brano:

  • L’identificazione di Babilonia.
  • La definizione dei comandamenti di Dio.
  • La definizione e l’identificazione del rimanente.

 

Non si tratta di buttare al mare l’antico schema interpretativo ma, se non si vuole imitare le api,  si rende necessario un suo sviluppo, un suo aggiornamento, una presa d’atto della sua complessificazione. ispirandosi ai fatti oggettivi accaduti durante oltre un secolo.

 

L’identificazione di Babilonia

Ho curato anni fa un libro dal titolo Dal cristianesimo al Cattolicesimo, esso elenca 17 dottrine o credenze cattoliche contrarie all’insegnamento biblico che io chiamo anticristico, utilizzando le ultime parole scritte dal noto biblista cattolico Sergio Quinzio poco prima di morire.[10]

Una di esse è la pretesa papale secondo cui Cristo avrebbe sulla terra un Vicario diverso dallo Spirito Santo; questa idea, che nel passato giustificava il potere papale su ogni realtà umana, è oggi come ieri anticristica e babilonica.

Però non sarebbe onesto non riconoscere quanto in questa realtà è mutato; quanto tale identificazione sia diventata più ricca di sfumature e di complessità.

Io non rinnego nulla delle scoperte avventiste, in primo luogo l’integrità del decalogo e la dottrina dell’unità dell’uomo in contrapposizione a quella pagana dell’immortalità dell’anima. Neppure, ovviamente, la sua idiosincrasia verso la pretesa papale.

Nonostante numerosi e seri elementi di distanza dalla Rivelazione, il cattolicesimo d’oggi però non è più quello di Pio IX. Quali che ne siano state le cause, molte cose sono cambiate, soprattutto dopo il Concilio Vaticano II.

Il cattolicesimo attuale non è più un inattaccabile monolite, ma un vasto e variegato arcipelago nel quale convivono anime diverse e numerose. Certamente alcune di esse, forse le maggiori, appartengono alla Babilonia biblica: penso alla sete di potere e di privilegi, alla tendenza verso il ritorno all’integralismo, al vecchio dominio delle coscienze, all’abitudine di allungare le mani sullo Stato.

Ma esistono in essa anche numerose anime profondamente evangeliche.

Se è vero che almeno quelle 17 differenze, che ho elencato nel libro da me curato, ufficialmente esistono, nella pratica la realtà è molto più complessa ed il cattolicesimo attuale esprime valori, personalità, istituzioni, sino a pochi decenni fa impensabili. Ed esistono, soprattutto nella sua base, dirigenti, parroci, vescovi con disponibilità al dialogo, che ammirano il mondo evangelico, che vedono nella Riforma protestante un’azione positiva della grazia di Dio.

In sintesi. Il cattolicesimo ha cambiato radicalmente il suo atteggiamento verso:

  • la Riforma protestante;
  • il proprio passato;
  • la Bibbia e i credenti;
  • la libertà religiosa;
  • la libertà di coscienza in genere;
  • l’esperienza spirituale dei non cattolici;
  • la collaborazione con gli altri cristiani;
  • una diversa considerazione degli ebrei.

 

Questi sono fatti incontrovertibili. Solo chi ragiona come le api, continua imperterrito a giudicare il cattolicesimo come 70-80 anni fa. Ho sentito personalmente tuonare dal pulpito: Curia papale tira fuori la Bibbia, date la Bibbia al popolo! Ma oggi, gli inviti alla lettura della Bibbia, nella Chiesa cattolica, giungono da tutte le parti; le librerie cattoliche sono invase da Bibbie, da commentari di ottima fattura ed esistono numerose organizzazioni che stimolano lo studio della Scrittura nelle case.

In guerra, avere certezze assolute sull’identità del nemico e sulla strategia che utilizzerà per attaccare può essere letale.

Avere in mente un unico soggetto, Roma-Babilonia, e mantenerlo unico, nonostante la storia sia stata catastrofica per molti avventisti che non si sono accorti di quanto pluralismo è esistito ed esiste oggi nel regno dell’anticristo, è un errore provato dai fatti.

E’ accaduto a molti avventisti che, attenti ad un unico e chiaro nemico, si sono lasciati marchiare la fronte e la mano da poteri altrettanto anticristici, in rapporto al vangelo, del peggiore papismo medievale.

L’avventismo, identificando ideologicamente il solo cattolicesimo romano con la prostituta di alto bordo dell’Apocalisse, non si è accorto di altri poteri che sono sorti nel frattempo e che ci hanno marchiato le mani e la mente. Poteri che non abbiamo denunciato come avremmo dovuto, dai quali non ci siamo difesi e non abbiamo difeso la nostra gioventù[11].

Ma alcuni avventisti già si scandalizzano a sentir parlare di una pluralità di anticristi: per essi l’anticristo deve essere uno solo, quello medievale, oggi e sempre.

Ma già il testo biblico prevede figure anticristiche di natura diversa.

Gli apostoli non esitavano a pluralizzare i pericoli anticristici che la chiesa correva. Lo stesso autore dell’Apocalisse in 1Giovanni 2:18 afferma: Ragazzi, è l’ultima ora. Come avete udito, l’anticristo deve venire, e di fatto già ora sono sorti molti anticristi. Da ciò conosciamo che è l’ultima ora.

1Giovanni 2:19 Sono usciti di mezzo a noi, ma non erano dei nostri; perché se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi; ma ciò è avvenuto perché fosse manifesto che non tutti sono dei nostri.

1Giovanni 2:20 Quanto a voi, avete ricevuto l’unzione dal Santo e tutti avete conoscenza.

1Giovanni 2:21 Vi ho scritto, non perché non conoscete la verità, ma perché la conoscete e perché tutto ciò che è menzogna non ha niente a che fare con la verità.

1Giovanni 2:22 Chi è il bugiardo se non colui che nega che Gesù è il Cristo? Egli è l’anticristo, che nega il Padre e il Figlio.

1Giovanni 2:23 Chiunque nega il Figlio, non ha neppure il Padre; chi riconosce pubblicamente il Figlio, ha anche il Padre.

Addirittura, i caratteri che identificano l’anticristo, per il Giovanni delle epistole, erano assai diversi dai nostri… Negare il Cristo poteva voler dire essere anticristo o anche negare il Padre.

In 1Giovanni 4:3 :”Ogni spirito che non riconosce pubblicamente Gesù, non è da Dio, ma è lo spirito dell’anticristo. Voi avete sentito che deve venire; e ora è già nel mondo.

L’anticristo non si identifica in questo testo in una sola persona, ma nello spirito che nega la realtà umana di Cristo, o anche di Cristo e del Padre: ciò può riguardare numerosi e variegati soggetti.

E purtroppo molti sono i poteri anticristici che si sono tragicamente succeduti dal 1844 ai nostri giorni.

 

Gli anticristi durante la storia dell’avventismo

Il nazismo

Il piccolo mondo avventista tedesco si è diviso su Hitler non perché ne avesse capito il potere anticristico, il peggiore potere che sia apparso nella storia dell’Occidente, ma tra coloro che hanno espresso solidarietà e collaborazione e coloro che gli si sono opposti. Non però in ragione della sua mostruosità, ma per ubbidienza ad una presunto pacifismo assoluto ordinato dalla Bibbia.

Nelle chiese avventiste italiane abbiamo visto pastori avventisti tedeschi orgogliosi di indossare la divisa del terzo Reich. Predicavano il rischio di essere marchiati dal papato e intanto si sono lasciati marchiare da Hitler.

Sfuggirono a questo marchio, pagando con la vita, luterani come Boohnoffer che non osservavano la forma del sabato, ma erano in tono con le sue profonde finalità che molti avventisti non avevano percepito.

Traggo dal manuale di Etica del corso omonimo che tiene a Villa Aurora Vittorio Fantoni:

In Germania, nel periodo imperiale, la maggior parte degli avventisti fu estremamente nazionalista e militarista; Plantak cita un autore avventista che, nel dicembre del 1915, sosteneva che la guerra non fosse né contro il VI, né contro il IV comandamento. Le vicende che seguirono furono molto tristi per la Chiesa; comunque nel 1923, i dirigenti riconobbero i gravi errori commessi dalla leadership, ma il tutto fu indebolito dalla posizione della CG che affermava doversi lasciare ai membri, sul tema della guerra, assoluta libertà di coscienza; questa attitudine fu pagata poi col nazismo. Nel 1928, prima dell’avvento al potere di Hitler, gli avventisti erano tra coloro che richiedevano un forte Fuhrer; è indicativo che a Friedensau, dove praticamente tutti erano avventisti, il 99,9 dei cittadini votò per il partito nazionalsocialista. I giornali avventisti sostennero fortemente le idee naziste anche per quel che concerne il problema ebraico (diversi membri di origine giudaica furono esclusi dalle  comunità avventiste), venne persino tacitamente appoggiata l’idea della sterilizzazione dei disabili. La dottrina della superiorità del popolo tedesco venne accettata, così come la necessità della guerra; solo una minoranza resistette in modo chiaro alla tentazione nazista. Alcuni autorevoli leader avventisti videro in Hitler il capo designato da Dio; Otto Bronzio, sul Der Adventbote, scrisse che: “la rivoluzione nazionalsocialista era la più grande di ogni tempo, perché permetteva la conservazione di una pura eredità della sua vita etnica”[12]. Fu soprattutto questo concetto di eredità etnica a fare breccia tra gli avventisti che si espressero a favore della superiorità razziale dei tedeschi nei confronti degli altri europei. Gli studenti avventisti furono incoraggiati a “volere e a pensare in tedesco”[13]. Molti avventisti parteciparono (e spinsero i figli a partecipare) alle organizzazioni naziste come la Gioventù Hitleriana, l’Associazione delle giovani tedesche, il Servizio del Lavoro (una sorta di sindacato nazista), la Croce Rossa tedesca, sebbene fosse noto che esse erano gestite dalle SA e dalle SS. Scrive Plantak: “Patt suggerisce che la ragione principale per avvicinarsi, da parte degli avventisti, al Fronte Nazista del Lavoro fu la disoccupazione e altre difficoltà economiche e che la maggior parte dei lavoratori avventisti cedettero alla pressione e divennero quindi membri dei sindacati nazisti per salvare le loro famiglie”.[14] Infine, come già detto, chiaro fu l’appoggio avventista alla politica estera nazista e, di conseguenza, alla guerra; gli avventisti, come tutti, furono vittime della disinformazione che dipingeva Hitler come un uomo di pace.[15] Significativo che, anche dopo l’attacco a Norvegia e Danimarca (1940), le pubblicazioni avventiste continuavano a sostenere Hitler.

Scrive ancora Plantak: “Sebbene alcuni avventisti individualmente apparentemente resistevano alla tentazione nazista, Sicher ha mostrato tramite le pubblicazione dell’epoca che ‘nessuna attiva e ufficiale opposizione all’inumano regime nazista sembrava essere esistita e neppure essere permessa tra gli avventist.[16]

 

Il comunismo

Il Comunismo è un’ideologia che si è affermata con la violenza ed ha coinvolto metà dell’umanità creando uno dei più vasti imperi totalitari mai esistiti.

Gli universitari, nei paesi sovietici, quale che fosse la facoltà frequentata, dovevano dare un esame di ateismo ed ogni aspetto della vita doveva essere regolato dagli interpreti dell’ideologia al pari dell’antico cattolicesimo medievale. Anche lì le mani e la mente venivano marchiate a fuoco.

Non solo, ma i giovani dovevano servire quel regime sanguinario e imperialistico con le armi. Anche in questo frangente il rapporto avventista con i comandamenti di Dio è stato molto discutibile.

Attingo ancora dal Manuale di Vittorio Fantoni:

In Unione Sovietica è stato ben noto il contrasto tra l’Avventismo ufficiale e i Liberi e Veri Avventisti. Anche qui venne chiesto, dai dirigenti avventisti, ai giovani di partecipare al servizio militare, anche in guerra. Nel 1924, alcuni avventisti vennero invitati a Mosca per un incontro Stato-Chiesa; i delegati furono intimiditi e istruiti su come dovessero votare; durante tale convenzione si creò una frattura tra due gruppi avventisti: uno che firmò il documento, in un clima di cooperazione con lo Stato, l’altro che rifiutò e venne quindi relegato in una sorta di chiesa clandestina che si autodefinì come quella dei Liberi e Veri Avventisti (LVA) che venne costantemente perseguitata dalle autorità e in particolare dal KGB.[17] Il leader dei LVA (per circa 13 anni, dal 1954 quando fu eletto presidente) fu Vladimir A.Shelkov (1896-1980, consacrato pastore nel 1929) che morì prigioniero in un campo di lavoro a 84 anni, vittima dapprima di ben tre sentenze di condanna per un totale di 23 anni di pena, e infine concluse la sua vita con altri 5 anni di carcere; i suoi unici crimini furono il pacifismo e l’osservanza del Sabato. Le persecuzioni contro i LVA furono particolarmente intese negli anni 1978-79, quando ci furono molte confische, arresti e incriminazioni. Da notare che i LVA, intanto, avevano stabilito ampi contatti coi movimenti russi per i diritti umani; Shakarov e Solgenitsin (e altri personaggi importanti) si impegnarono pubblicamente a favore della liberazione di Shelkov. In particolare forte fu la solidarietà di Shakarov che manifestò all’esterno della corte di giustizia dove avvenne la condanna di Shelkov, nel 1979 (assieme a suo genero e ad altri leaders).Ma quello di Shelkov non fu l’unico che interessò i LVA che subirono altre persecuzioni, tra cui quelle di due collaboratori del leader, I.S.Lepshin e R.A.Spalin. I leader avventisti e, in genere, l’avventismo occidentale non mostrò interesse e solidarietà per tale triste vicenda, che pure si protrasse per decenni, e anche quando visitarono l’URSS non tentarono neppure di stabilire un contatto coi LVA. Essi ritenevano, o mostrarono di ritenere, che i LVA fossero soltanto una propaggine dei riformisti tedeschi.

In Romania. ricordiamo il triste esempio offerto dal presidente dell’Unione Romena, Dumitru Popa. Egli, nell’aprile del 1987, assieme ad altri leaders religiosi rumeni, partecipò ad una conferenza stampa all’ambasciata rumena a Washington; evidentemente era stato loro concesso di andare negli USA per assicurare i membri del Congresso che in patria nessuno era imprigionato o perseguitato per le proprie convinzioni religiose. Già la crisi dei regimi comunisti era nell’aria ed essi cercavano legittimazioni in occidente. In quel periodo però il regime rumeno stava mettendo in atto, a motivo di pretestuosi necessità architettoniche, la distruzione sistematica di edifici ecclesiali, inoltre c’erano stati arresti, ad esempio quello di Dorel Catarama, avvenuto nel 1982 da parte della polizia segreta. Catarama, alla fine venne condannato, per resistenza alla polizia, a 10 anni, che in appello furono aumentati a 14 e con un terzo processo ulteriormente allungati. Il caso aveva avuto un’eco notevole negli USA a motivo di alcuni familiari di Catarama lì emigrati; solo nel 1986, a motivo delle pressioni americane, egli fu liberato e coi suoi familiari emigrò negli USA: “Malgrado questo e molti casi simili, è ironico notare che il presidente degli avventisti rumeni abbia potuto venire negli USA e testimoniare della libertà religiosa in Romania solo pochi mesi dopo.[18]

 

 

L’apartheid sud Africana

Gli avventisti sudafricani ritenevano, osservando il sabato, di sfuggire alla marchiatura sulla mano e sulla fronte da parte del potere papale, ma non si accorsero di essere marchiati sulla fronte e sulla mano dal potere razzista che tolse dignità per lunghi lustri agli indigeni sud africani.

Solo negli anni 90, i fratelli sudafricani, hanno riconosciuto il loro terribile errore ponendolo proprio in relazione con Apocalisse 14. Hanno scritto: “Di fronte all’eresia dell’apartheid  confessiamo che abbiamo fallito nell’osservare i comandamenti di Dio e nel restare fedeli a Gesù distorcendo il suo Vangelo eterno…Confessiamo che nonostante il nostro zelo per i comandamenti di Dio, abbiamo fallito nel contestualizzare quello che significava nella pratica…Come abbiamo potuto dichiarare al mondo di osservare nel modo giusto il santo sabato senza tener conto della sua richiesta di giustizia…[19]

Certamente, la prima responsabilità per ciò che non è accaduto in Sud Africa è stata dei fratelli di quel paese, ma l’intera fratellanza avventista mondiale ha colpe non lievi per avere accettato quella triste realtà. Se le chiese sudafricane avessero tolto il sabato dalla Confessione di fede tutto il mondo avventista si sarebbe allarmato e indignato. Hanno invece accettato la cancellazione della dignità umana di un intero popolo illudendosi di essere il Rimanente fedele.

Certamente, gli anglicani, e soprattutto la Chiesa Riformata olandese, sono i primi colpevoli di questo crimine contro l’umanità, di questa marchiatura della mano e della mente di milioni di persone.

Fortuna che grazie a Dio, metodisti come Mandela, ed anche non credenti, hanno affrontato il carcere e tanti la morte per non ricevere sulla fronte e sulla mano il marchio satanico del razzismo. Esiste una forma dei comandamenti ed un loro contenuto. In Sud Africa agli avventisti sono sfuggiti i contenuti agli altri la forma.

L’apartheid americano

Il silenzio della Chiesa è stato anche molto criticato negli anni ‘60 riguardo alle battaglie per il riconoscimento generalizzato dei diritti umani negli USA: siamo personalmente convinti che la Chiesa abbia perso una grande opportunità non solo di servizio, ma anche di crescita etica, a causa di tale disimpegno. Attingo ancora da Vittorio Fantoni che cita un autore avventista:

Scrive Pearson che gli Avventisti, concependo loro stessi come i guardiani della dottrina cristiana nella sua forma conclusiva e assoluta, hanno avuto la tendenza a credere di dover generalmente occupare posizioni conclusive e inalterabili. Ma molte questioni etiche contemporanee sono così complesse che diventa straordinariamente difficile giungere a soluzioni conclusive. Gli Avventisti, a livello ufficiale, hanno sovente risolto questo problema evitando impegni etici forti.[20]

Nel nord-America, le popolazioni di colore furono, per alcuni secoli, sottoposte a dure leggi razziali.

Soprattutto negli Stati del sud, gli osservatori del sabato che giustamente hanno lottato per non essere marchiati dal potere romano, non si sono però accorti che le leggi che consentivano di avere fontanelle vietate ai cani  e ai negri, e gli autobus dove anche le donne anziane dovevano cedere il posto ai giovani bianchi, costituivano una marchiatura ancora più ignobile.

Grazie a Dio, per eliminare questo obbrobrio, sono stati soprattutto i Battisti che, come i primi cristiani, hanno offerto il loro sangue come seme di liberazione. Battisti che osservavano il sabato (pochi) e battisti che non lo sentivano come perenne. Con i battisti hanno combattuto i metodisti, i Mennoniti, i Quaccheri, l’Esercito della salvezza…

Tutti quelli che secondo visioni distorte di Apocalisse 14 dovremmo già oggi chiamare Babilonia a causa della non accettazione della forma del comandamento del sabato …

Il pastore Stelian Barbulescu ha realizzato la sua tesi di laurea sul tale argomento; egli ha scritto tra l’altro:

La Chiesa avventista dormiva durante gli anni di King

Un‟analisi dei contenuti della Review and Herald rivela che mentre negli anni 1860-65, era focalizzata su due questioni: il problema razziale e la guerra … nel periodo 1960-65, fu molto diverso. Al tempo della guerra di secessione si contano più di cento articoli su tali temi tutti in prospettiva progressista, con diversi rimproveri a Lincoln per la sua lentezza … Negli anni 1960-65, ci sono solo una mezza dozzina di articoli che trattano della questione razziale, con diversi inviti alla prudenza.

Certamente la Chiesa come organizzazione dormiva … Però, la componente afroamericana avventista si è invece impegnata molto, ma c’erano anche degli avventisti bianchi coinvolti: ad esempio Roy Branson, oggi decano associato di Loma Linda, che era a fianco di King nella marcia di Selma a cui partecipò anche Abraham Joshua Heschel. Si impegnò anche il pastore Charles Joseph, del Mississippi.

Singoli fratelli dunque, il resto del mondo avventista non collegò i comandamenti di Dio alla loro intrinseca sostanza.[21]

Questa ripetuta assenza di collegamento tra la forma dei comandamenti di Dio e la loro sostanza fa scrivere sconsolato a Vittorio Fantoni:

Certamente la Chiesa avventista non è attrezzata eticamente ad affrontare il problema della sua presenza all’interno di regimi dittatoriali o in nazioni scossi da conflitti razziali.

Poi correda il suo dispiacere con diversi esempi

Il sottoscritto ha sentito più volte raccontare, senza poterla verificare, una vicenda che riguarda la situazione degli avventisti a Haiti durante la dittatura di Francois Duvalier[22]; essi sarebbero stati lasciati liberi e, talvolta protetti, in quanto Duvalier, prima di conquistare il potere, inseguito dalla polizia del precedente regime, sarebbe stato soccorso da una anziana donna avventista a cui lui avrebbe promesso riconoscenza. Tale vicenda è narrata enfatizzando come Dio protegge la Chiesa, trascurando il fatto che lo strumento di tale protezione è stato un dittatore sanguinario che invece è visto quasi con una certa simpatia.

La Chiesa avventista in Sud Africa non ha mai reagito in modo chiaro e ufficiale nei confronti della segregazione razziale imposta dal regime; ha suscitato non poche critiche il fatto che pochi anni fa la Chiesa avventista sudafricana abbia invece preso una severa posizione contro l’omosessualità.

Ma gli esempi, di adesione formale ai dieci comandamenti e di amnesie sui suoi contenuti sostanziali sarebbero ancora tanti. Mi limito a citarne sommariamente solamente ancora tre.

Il primo riguarda ciò che accade in Argentina durante la dittatura militare che, come tutte le dittature, ha teso a marchiare sulla fronte e sulla mano. Chi si rifiutava spesso veniva incarcerato, torturato, talvolta gettato dagli aerei in fondo al mare.

La dittatura militare, come spesso accade, data l’incompetenza politica, gettò presto il paese in una crisi economica spaventosa.

Il generale Galtieri, presidente, nonostante fosse a capo di un territorio abitato da circa la metà della popolazione italiana e vasto 10 volte l’Italia, non trovò di meglio per salvarsi dalla crisi, che invadere le Malvinas. Un piccolo arcipelago che non valeva nemmeno il danaro speso per invaderlo.

La maggiore e rinomata scuola avventista in Argentina, che aveva pubblicato opuscoli in cui comparivano parole di grande apprezzamento per quel governo, quando scoppiò la guerra la stragrande maggioranza degli studenti non riuscì a capire quanto quella guerra somigliasse ad una tragica foglia di fico, quanto fosse stupida e delinquenziale poiché dichiarata per coprire disastri e crimini.

Così avvenne per la guerra all’Iraq. Norman Mailer, il Montanelli americano, prima che la guerra fosse scatenata né spiegò i motivi che nulla avevano a che vedere con i diritti umani, la democrazia, la giustizia, il bene dell’Iraq, il possesso iracheno di armi di distruzione di massa.

I suoi articoli furono pubblicati sui maggiori quotidiani del mondo. Io stesso ne feci conoscere le dichiarazioni più importanti prima che la guerra scoppiasse alla chiesa di Firenze.

Molti giovani avventisti americano però si arruolarono volontari e parteciparono a quella guerra disastrosa che ha destabilizzato come peggio non avrebbe potuto quell’area già problematica.

Il Ruanda è stato certamente teatro di un’altra crisi, con personaggi e visioni anticristiche di sopraffazione, di razzismo e di violenza che hanno prodotto devastazioni inimmaginabili e circa un milione di morti….Quindi, in opposizione alla sostanza delle leggi d’amore di Dio.  Scrive con dolore Vittorio Fantoni sulla Chiesa Avventista presente in grande forza  in Ruanda:

La Chiesa avventista del Ruanda, numerosissima e florida prima del periodo del conflitto tra Hutu e Tutsi, visse la stessa sanguinosa divisione che si sviluppò nel paese: al suo interno ci furono stragi e uno dei suoi dirigenti venne incriminato per genocidio. Evidentemente il messaggio etico della Chiesa non era penetrato, forse anche per la propria superficialità, a livello della differenza etnica.

Non sono mancati in questo campo straordinarie eccezioni. Certamente la più nota è quella di Kisseka . Ricavo ancora dal Manuale di Etica di Vittorio Fantoni:

Significativamente in contro-tendenza il caso dell’Uganda dove l’avventista Babi Mululu Kisekka divenne primo ministro dell’Uganda dopo il drammatico regime di Amin Dada, un sanguinario dittatore. Kisekka (1912-1999) era un noto medico avventista, che aveva avuto alte responsabilità nel sistema sanitario nazionale fino agli anni ’50. Dopo aveva partecipato alla vita politica del suo paese con alti incarichi, ma con l’avvento delle dittature dovette andare in esilio, dove continuò ad appoggiare il National Resistance Movement, un gruppo di opposizione al regime. Quando alla presidenza fu eletto Yoweri Museveni, questi chiamò Kisekka al ruolo di primo ministro che occupò dal 1986 al 1991; nel 1991 fu poi elevato al rango di vice-presidente dell’Uganda, nel 1994 si ritirò dalla vita pubblica. Kisekka non nascose mai la sua fede avventista che lo aveva portato a servire come anziano di chiesa e direttore dell’YMCA dell’Uganda (1965-1975); è stato inoltre membro dell’Uganda Bible society e dell’International Religious Liberty Organization. Per la gran parte degli osservatori Kisekka ebbe successo nella sua azione di pacificazione e di recupero dei diritti umani e civili, manifestando come tra gli avventisti possono emergere uomini che sanno coniugare impegno ecclesiale e responsabilità istituzionali e politiche.

Tutto gli esempi negativi che ho portato non mi impediscono di essere avventista convinto, poiché il peccato appartiene all’esperienza singolare e collettiva degli umani. Abbiamo peccato come popolo e come chiesa.

Mantenere una visione puristica e assoluta di Popolo del Rimanente che osserva i comandamenti di Dio e ha fede in Gesù ci sembra una visione mitica di noi stessi di cui non abbiamo alcun bisogno.

Per continuare a rimanere nel rimanente che onora tutti i comandamenti di Dio in ogni loro implicazione non è necessario l’esigenza di essere i soli considerando tutti gli altri Babilonia…Si può rimanere in qualche solco tranquillamente riconoscendo la nostra inadeguatezza risolvibile solo dalla grazia di Dio.

Ma, se è vero quello che abbiamo detto, la riflessione  su:

a – L’identificazione di Babilonia;

b – La definizione dei comandamenti di Dio;

c – La definizione e l’identificazione del rimanente.

Non può non risultare più complessa poiché non può non tener conto di quanto accaduto e accade sotto i nostri occhi.

 

 

L’identificazione di Babilonia oggi

Giudicare il cattolicesimo odierno marchiandolo senza se e senza ma come Babilonia, valutandolo soltanto in rapporto a ciò che è stato e a ciò che sarà secondo l’interpretazione tradizionale di Ap.13 e 17, ossia al potere espresso nel buio medioevo e a quello che crediamo profetizzato per l’ultimo giorno,  lo si può fare soltanto se si nega la sincerità del suo presente. Soltanto se si stimano i grossi passi compiuti in senso evangelico come strategie menzognere di potere.

Ciò facendo, non si offende  un potere astratto, ma  milioni di autentici e onesti fedeli, migliaia di straordinarie istituzioni, migliaia di eccezionali figure che spendono ogni giorno la vita per il prossimo e che sono il frutto evangelico delle riforme cattoliche.

Io credo che si compia un grossolano errore ermeneutico: le profezie predittive sono spiegate dalla storia passata; tranne che per i trend generali, la predizione è concepita per rivelare l’onniscienza di Dio a cose compiute.

Ora ve l’ho detto prima che avvenga, affinché, quando sarà avvenuto, crediate. Giovanni 14:29[23]

Così com’è avvenuto con Gesù, che nessuno comprese pienamente sino a quando, risorto, spiegò se stesso attraverso le profezie messianiche, noi crediamo che sarà così anche per le profezie non ancora compiute che riguardano l’avversario …

Lo stesso discorso vale per l’immenso e variegato arcipelago cristiano non cattolico che conta 8000 espressioni diverse in molte delle quali hanno fatto breccia dottrine che sino a ieri appartenevano soltanto agli avventisti e a pochi altri.

I più grandi biblisti protestanti (ma anche cattolici come Sergio Quinzio) hanno abbandonato, come non biblica, la dottrina pagana dell’immortalità dell’anima: parliamo di De Pury, Cullman, Barth, Brunner … in Italia Piero Bensi, poco prima della morte. lo ha espresso in un libro presentato nel 1990 al Consiglio dei pastori di Firenze.

Identificare Babilonia, senza alcuna sfumatura e numerosi distinguo, con un solo potere è una visione comoda, ma presuntuosa, semplicistica e riduttiva per almeno tre ragioni:

1 – Nel considerare l’integrità formale del decalogo un metro assoluto di giudizio che caratterizza il movimento simboleggiato dai tre angeli predicatori universali, significa dimenticare l’integrità sostanziale del decalogo, che è amore nei confronti dell’uomo (per Giacomo, la religione pura e immacolata è visitare gli orfani e le vedove).

Significa dimenticare la traduzione che ne fa Gesù in Matteo 25: 31-46, secondo cui il metro del giudizio non sarà l’espressione formale del decalogo, ma la sua dimensione interiore e sostanziale che prevede l’interesse per gli stranieri, gli assetatati, gli affamati, gli ignudi, i carcerati…

Il cattolicesimo attuale è la maggiore istituzione religiosa al mondo che si interessa degli ultimi, dei deboli, degli stranieri, degli handicappati, che da pane agli affamati…

Con immense contraddizioni, certo. Ma anche noi non siamo certo immuni da contraddizioni.

Sino al cardinale Pappalardo il mondo cattolico negava la mafia; oggi molti cattolici la combattono. Don Puglisi, Don Diana, il cattolicissimo Borsellino sono martiri della mafia. Oscar Romeno è stato ucciso per difendere gli ultimi in Centro America.

Tutto ciò non mi impedisce, come non ha impedito a Quinzio[24], di credere che anche l’attuale papato coltivi ancora elementi anticristici. Ma un conto è testimoniare al mondo cattolico una fede che ritiene necessario abbandonare la dottrina pagana dell’immortalità dell’anima, il culto di Maria, la stessa figura papale … altro conto è dimenticare l’attuale cattolicesimo, negarne i molti passi compiuti in senso evangelico, disconoscerne l’immensa opera caritativa e bollarlo genericamente come Babilonia…

Inoltre, rimane sempre più necessaria la considerazione sostanziale dei comandamenti di Dio ai quali non ci siamo sempre attenuti.

 

Poteri anticristici moderni

Nelle pagine precedenti abbiamo elencato numerosi poteri anticristici che hanno marchiato le mani e la fronte di molti di noi.

Nei tempi che viviamo tali poteri vanno ancora declinati al plurale. Oggi, ad esempio, non c’è nulla di più anticristico e marchiante dell’economia che prescinde dall’etica considerato il ruolo che ha assunto nella società globalizzata.

E’ il vecchio Dio Mammona che pare abbia marchiato nell’anima la parte maggioritaria dell’umanità.

Tutto ha senso non se arricchisce la collettività, ma se aumenta il potere per pochi.  Tutto rientra in una logica accettata anche se è la più perversa mai concepita dall’uomo. Addirittura: ogni anno un terzo della produzione mondiae 81,3 miliardi di tonnellte di cibo) inisce nella spazzatura. .[25]

Si tratta di montagne di carne, cereali, formaggi, frutta … che vengono coscientemente distrutte ogni giorno in nome della stabilità economica dei paesi ricchi e dei più ricchi tra i loro esponenti. Mentre un miliardo di persone muore di fame.

Il primato di un’economia amorale ha allargato le mafie nel mondo, essa avvelena ogni giorno intere regioni della terra, desertifica, produce guerre, muta il clima rovinosamente … E tutto ciò pare avvenire nell’impotenza delle masse che non reagiscono poiché sulla fronte e sulla mano hanno accettato come normale ciò che naturalmente è assolutamente anormale.

Il ricco Epulone concedeva le briciole che cadevano dalla sua tavola, l’Epulone moderno distrugge i granai perché ciò giova alla sua economia che arricchisce pochi a danni di molti.

Il credente di buon senso deve certo preoccuparsi della Babilonia degli ultimi tempi, ma attento al proprio tempo.

Il tempo che si vive dovrebbe avere il primo posto nelle sue scelte spirituali, etiche, sociali; anche perché,  indipendentemente dal tempo del ritorno del Signore, c’è per tutti un tempo di resa dei conti.

Troppi credenti, guardando lontano, speculando il lontano, perdono di vista l’oggi. Ritenendo con troppa certezza la Babilonia di domani già totalmente identificata e totalmente iscritta in uno schema rigido, a molti sfuggono le Babilonie di oggi e il loro ruolo presente.

La storia di questo ultimo secolo ce ne offre dimostrazioni inconfutabili.

Leggendo queste righe che, come sempre faccio, prima di renderle pubbliche le sottopongo ad amici competenti, Adelio Pellegrini mi scrive:

Il grosso problema, che  hai difficoltà a circoscrivere, è il concetto di Babilonia.

Interessante quello che scrivi presentando le forze che tendono a marchiare, condizionare il pensiero comune, E’ utile metterlo come sfondo del quadro biblico e corrisponde allo spirito dell’anticristo.

Però il potere che metterà questo marchio Giovanni lo mette in relazione con la Bestia di Apoc, 13pp.

Certo oggi il piccolo corno di Dan 7 sembra anacronistico metterlo in relazione con quello che abbiamo sempre detto. I suoi fedeli e non solo sono perseguitati in Africa, nel Medio e nel Lontano Oriente.

Il suo volto, specialmente con papa Francesco, non è quello del passato.

Indubbiamente c’è stato il Concilio Vaticano II che però Giovanni Paolo II e Benedetto XVI hanno cercato di insabbiare. Ma noi avventisti di questo non abbiamo nessuna conoscenza. I frutti del Concilio però si vedono: uno per tutti , una produzione ricchissima di scritti a comprensione della Scrittura dei quali, come Chiesa Avventista, possiamo e dobbiamo fare tesoro.

Certo, una difficoltà esiste, ma deriva dal legame troppo stretto che abbiamo con l’interpretazione tradizionale e la scarsa considerazione dei generi letterari.

Non è certo agevole considerare Davide il tipo del Messia se non si specifica che nel genere letterario tipologico il personaggio nel suo insieme può essere completamente dimenticato e ricordato soltanto in uno o due caratteri. Davide era sensuale, violento, sanguinario … l’esatto contrario di quello che sarà Gesù. Parrebbe non esserci alcuna logica, ma la tipologia ha a che vedere con l’immagine non necessariamente con la sostanza.

Noi sappiamo chi si è identificato con il piccolo corno in certi periodi della storia; la stessa storia però ci dice che il suo progetto totalitario e violento non è mai stato esclusivo. Il piccolo corno dell’ultimo giorno può presentarsi in una pluralità di espressioni che ci sorprenderanno in rapporto a come lo abbiamo immaginato.

. Il piccolo corno dell’ultimo giorno può presentarsi in una pluralità di espressioni che possono sposarsi con il campo religioso in modalità che potranno fortemente sorprenderci e inserirsi in un quadro che sarà molto diverso da quello che immaginiamo.

Il mio amico carissimo Adelio Pellegrini, da me sollecitato in proposito mi scrive:

Per quanto riguarda Babilonia-Roma è vero quello che dici compreso il documento della AGESCI (Che segue NDA). Ma, al di là dell’imbiancatura Roma è Roma. Lo stesso papa Francesco che presenta l’Eterno come il Misericordioso, da buon papa, gesuita, vescovo e…. è il primo a negare che Dio sia il Misericordioso. Lo nega ogni qualvolta invita i fedeli a pregare la vergine che interceda con tutti i santi. Non lo dice come lapsus froidiano, ma come fedele cattolico. E’ vero che sono molti i teologo cattolici che non credono all’immortalità dell’anima, ma di fatto non contano nulla, la chiesa non ha cambiato una virgola. Padre Pio a Roma, voluto da papa Francesco con il suo compagno di viaggio, la dice lunga.  Tutta l’idolatria secolare e millenaria di Roma è rivendicata. Il Papa continua ad essere sua santità, davanti a lui i suoi segretari e non solo si inginocchiano, e l’omaggio all’anticristo continua. Continua anche la fabbrica dei santi, e rispetto a ieri non è cambiato nulla e non cambia nulla. Roma è il vero gattopardo.

I teologi protestanti che negano l’immortalità dell’anima non mi sembra che abbiano fatto cambiare la credenza nelle loro chiese ed è un dilagare nel mondo cinematografico e della televisione la visione che i morti vedono, benedicono, proteggono.

Tutto ciò non dove essere sottovalutata, come caratteristica di Babilonia.

In Italia abbiamo la Costituzione che difende la libertà religiosa, ma una legge sulla libertà religiosa non è ancor stata fatta e guarda caso, chi rema contro è proprio Roma.

In Roma è ancora assente il concetto di laicità e non mi sembra che ci siano delle anime che la difendano.

Roma i diritti acquisiti (insegnamento nelle scuole , i religiosi pagati dalle regioni per l’attività negli ospedali, ecc.) se li difende e non li mette in discussione.

Il piccolo corno è collocato geograficamente molto precisamente e domani sarà lo stesso di ieri. 

Quanto Adelio mi scrive mi ha convinto a mutare alcune espressioni presenti nelle prime stesure di questa riflessione, ma non l’idea di fondo riguardo al presente e al futuro.

Tutti i fatti che cita Adelio su Papa Francesco sono veri, ma sono veri anche tutti i fatti che cito io. Siamo certamente ad una situazione contraddittoria e nel cattolicesimo certamente esistono numerosi tratti anticristici.

Ma gli elementi eliminati non ho il diritto di considerarli furbizie tattiche anche per il solo fatto che, se anche lo fossero nel pensiero dei vertici, hanno prodotto mutamenti profondi nella base.

Per lungo tempo i rapporti tra Cina e USA sono stati di totale contrapposizione.  Come il foro in una diga, i rapporti tra i due popoli sono mutati. L’inizio è stata una banale partita di ping pong tra le due nazionali. Quasi un nulla, ma quel nulla ha poi portato mutamenti immensi e irreversibili.

Nel cattolicesimo è accaduto molto di più di una partita di ping pong e nulla sarà più come prima.

Non credo che Papa Francesco neghi la misericordia di Dio con la pur certo errata fabbrica dei santi e con Padre Pio. Come gli avventisti che credono nella sostituzione vicaria non neghiamo certamente la misericordia di Dio. Esistono contraddizioni intellettuali che non sempre lo sono nella pratica.

Rimango dell’idea che il cattolicesimo di oggi convive con numerosi elementi anticristici ma che non è quello medievale e non sappiamo come sarà quello di domani.

In ogni modo i rapporti dell’oggi, almeno per rispetto delle masse che credono nei mutamenti avvenuti, devono ispirarsi all’oggi e non possono ispirarsi a ciò che sul piano interpretativo tradizionale dovrebbe essere il cattolicesimo di domani.

Insomma, l’interpretazione tradizionale deve rimanere come possibile campanello d’allarme nel caso si produca un ritorno all’indietro ma non possono regolare i rapporti dell’oggi dato che le basi dialettiche sono affatto diverse e migliori.

Mentre scrivo queste riflessioni, ricevo da un carissimo amico cattolico uno straordinario documento: il Patto Associativo dell’Agesci, una delle più autorevoli istituzioni che curano la gioventù cattolica attraverso lo scautismo. E’ un documento impressionante per la sua evangelicità, per il senso di ricerca e di libertà, per le finalità di servizio disinteressato nei confronti dell’uomo soprattutto se debole, per i suoi riferimenti costanti a Cristo e per l’assenza totale di riferimenti ai santi e Maria.

Vi si incontrano espressioni come queste:

Ci rivolgiamo ai giovani come a persone capaci di rispondere liberamente alla chiamata di Dio e di percorrere la strada che porta all’incontro ed alla comunione con Cristo.

Gesù Cristo è, infatti, la parola incarnata di Dio e perciò stesso l’unica verità capace di salvare l’uomo.

In Cristo tutta la realtà umana ed ogni esperienza religiosa trovano il loro pieno significato.

Ci impegniamo ad educare al discernimento e alla scelta, perché una coscienza formata è capace di autentica libertà.

Ci impegniamo a rifiutare decisamente, nel rispetto delle radici storiche e delle scelte democratiche e antifasciste espresse nella Costituzione del nostro Paese, tutte le forme di violenza, palesi ed occulte, che hanno lo scopo di uccidere la libertà e di instaurare l’autoritarismo e il totalitarismo a tutti i livelli, di imporre il diritto del forte sul debole, di dare spazio alle discriminazioni razziali.

Ci impegniamo a spenderci particolarmente là dove esistono situazioni di marginalità e sfruttamento, che non rispettano la dignità della persona, e a promuovere una cultura della legalità e del rispetto delle regole della democrazia. Ci impegniamo a formare cittadini del mondo ed operatori di pace, in spirito di evangelica nonviolenza, affinché il dialogo ed il confronto con ciò che è diverso da noi diventi forza promotrice di fratellanza universale.

Qui non si tratta di una piccola associazione dissidente, ma di un’organizzazione cattolica che rappresenta in Italia decine di migliaia di giovani. Questo documento sarebbe stato inconcepibile ai tempi di Pio IX e di Ellen White.

Come decine di altri documenti va in controtendenza con quanto profetizzato dal Gran Conflitto. Dobbiamo dispiacercene? Dobbiamo mettere in dubbio la grandezza profetica di EGW?

Nulla di tutto questo. Dobbiamo invece ringraziare Iddio del fatto che l’unicità di Cristo ha fatto tanta strada nel mondo giovanile cattolico… che il cattolicesimo attuale non è quello di Pio IX … e che il piano di Dio si sviluppa in modo assai più complesso di quanto abbiano immaginato i nostri pionieri.

Come dovunque, sin dai tempi di Abramo, alla tomba vuota, i piani di Dio si rivelano sempre più ricchi di immaginazione e fantasia dei nostri piani, spesso egoistici e ristretti.

Anche perché Iddio deve rispondere alla libertà umana che anch’essa è fortemente sorprendente e creativa nel bene come nel male: vedi racconto di Giona.

Gli agnelli travestiti da lupi bisognerebbe riconoscerli dai fatti e noi umani non abbiamo che le possibilità dell’oggi; i fatti di domani dovrebbero farci identificare i lupi di domani.

Non è un fatto teorico. L’identificazione ideologica ha prodotto e produce danni incalcolabili alla vita presente della famiglia avventista ed alla credibilità della sua testimonianza.

Un esempio:

Scrive Ellen White ne Il gran conflitto citando un autore cattolico:

L’eresia e l’ incredulità sono dei crimini, e nei paesi cristiani come l’Italia e la Spagna, per esempio, dove tutti sono cattolici e dove la religione cattolica è una parte essenziale della legge del paese, esse vengono punite come gli altri delitti…Ogni cardinale, arcivescovo e vescovo della chiesa cattolica nel giurare fedeltà al papa dice anche le seguenti parole: “Io respingerò e perseguiterò con tutte le mie forze gli eretici, gli scismatici e tutti i ribelli al nostro detto Signore e ai suoi successori.[26]

Nel giuramento attuale che i vescovi pronunciano non esiste alcuna traccia di questa visione.

L’Italia è un paese laico, pur con delle contraddizioni, e comunque esiste una legge che tutela gli osservatori del sabato. Esiste una Facoltà Teologica Avventista riconosciuta dallo stato. Le due cose sono state sostenute e votate da parlamentari cattolici. Siamo all’esatto contrario da quanto profetizzato da EGW.

Giudicare il cattolicesimo giudicandolo soltanto in rapporto a ciò che è stato e a ciò che sarà, ossia al potere espresso nel buio medioevo e a quello profetizzato per l’ultimo giorno, si può fare soltanto se si nega la sincerità del suo presente, almeno da parte di qualificati e numerosi suoi esponenti, se si stimano i grossi passi compiuti in senso evangelico come strategie menzognere di potere.

Se ciò vale per il cattolicesimo, lo stesso giudizio non può non valere per tutto quel mondo evangelico e protestante che non solo non si è alleato con Roma contro gli osservatori dei comandamenti di Dio, ma ha combattuto sin qui come noi le deviazioni romane e, come noi non abbiamo fatto, ha combattuto gli attentati mostruosi alla sostanza dei comandamenti di Dio. Cosa che hanno riconosciuto i fratelli sud africani e importanti studiosi avventisti.

Babilonia quindi, è realtà assai più complessa di quanto abbiamo immaginato, e forse lo sarà ancora di più nel futuro.

Più complesso si è rivelato il cammino dei nostri fratelli evangelici e meno trionfante è stato il nostro cammino.

Ciò non mi impedisce di identificarci con il Rimanente fedele conscio però dei suoi limiti e della straordinarietà del piano di Dio che prevede un’orchestra complessa e variegata piuttosto che un solo strumento che annunci al mondo i contenuti di Apocalisse 14.

 

 

 

Babilonia e il Rimanente

Nelle pagine precedenti abbiamo citato per sommi capi:

  • i mutamenti avvenuti nel potere che ritenevamo immutabile;
  • l’adesione sostanziale ai comandamenti di Dio di numerosi soggetti che in una visione semplicistica vengono accomunati a Babilonia unicamente a causa della non adesione formale alla santificazione del sabato;
  • la distanza, in certi luoghi e in certi periodi della storia, del nostro popolo dalla sostanza dei comandamenti di Dio.

 

Tutto ciò, nella misura in cui è vero non può che farci riformulare l’identificazione di Babilonia e del rimanente fedele.

Io non condanno nessuno. Faccio solo delle considerazioni per evidenziare i limiti della nostra interpretazione tradizionale e soprattutto della loro applicazione esistenziale. Interpretazione che non va gettata a mare ma va arricchita, resa capace di prendere atto della complessificazione del tema, messa a punto giorno per giorno armonizzandola con i fatti e la storia.

Poiché la nostra fronte e la nostra mano vogliono marchiarla in tanti. Tra questi poteri, certamente vi sono frange vaticane più o meno potenti che siamo chiamati a giudicare, non una volta per tutte, ma giorno per giorno. Che un giorno potranno prevalere.

Come negli USA dove esiste certo un protestantesimo apostata che potrà stendere la mano ad un certo cattolicesimo: penso alla destra evangelical, ad espressioni protestanti come il Ku Klux Klan, che si professa bianco, protestante, omofobo, razzista, antisemita…

Babilonia oggi si esprime attraverso numerose e rinnovate, cangianti figure che vogliono asservire le nostre menti e le nostre mani. Pensiamo ai grandi potentati economici che vogliono farci ragionare e vivere in una logica di possesso e di consumo senza limiti, che ci associano allo spreco, alla distruzione della terra, all’indifferenza verso interi continenti utilizzati come terre di rapina e pattumiere.

Pensiamo alle mafie, che vogliono farci ragionare, vivere in culture mafiose dove l’omertà è la normalità, il sopruso, il privilegio, l’illegalità, la morale sociale del così fan tutti informa la sottocultura di intere regioni italiane e di tanti ignari osservatori del sabato.

Pensiamo alla morale sessuale del nostro tempo che ci viene soprattutto dalla cultura americana, laddove la sessualità è un gioco indipendente dall’amore e dalla responsabilità.

Da questo marchio sulla fronte e sulla mano vengono al mondo ogni anno, solo negli USA, 600.000 bambini che non hanno un padre che li riconosca.

Ecco alcuni dei motivi per cui ci pare assolutamente riduttivo e fuorviante identificare nel solo potere papale la Babilonia da cui difendersi oggi e domani, il potere avverso a Dio che marchia sulla mano e sulla fronte.

Noi sappiamo ciò che è stato ieri il papato; sappiamo però che ciò che è oggi e che, nonostante gli elementi non evangelici e anticristici che ancora convivono numerosi nel suo percorso, è diverso da ieri per motivi seri.

Non sappiamo esattamente ciò che ne sarà domani. Non sappiamo come i poteri avversi a Dio evolveranno, attraverso quali alleanze si formerà l’ultima Babilonia totalitaria e intollerante di Apocalisse 13 e 17.

Un avventista serio non si sposa con nessuno, ma collabora in tutto ciò che è buono con tutti e guarda i segni dei tempi che nulla hanno a che vedere con i teoremi esoterici ma con le cose concrete della storia. Il popolo di Dio deve vivere come Gesù che operava, agiva e testimoniava. Gesù era un segno da cogliere, poiché era un fatto e una proposta all’anima.

Rischia di essere marchiato sulla fronte e sulla mano chiunque ritiene superato il metro del giudizio finale indicato da Gesù. Esso è certo connesso ai comandamenti di Dio ma non certo alla sua sola estensione esteriore.

C’è certo anche il decalogo nel metro di giudizio del Pastore che separa le pecore dai capri ma soprattutto nella sua dimensione interiore ed esistenziale:

Matteo 25:31 Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti gli angeli, prenderà posto sul suo trono glorioso.

Matteo 25:32 E tutte le genti saranno riunite davanti a lui ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri;

Matteo 25:33 e metterà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.

Matteo 25:34 Allora il re dirà a quelli della sua destra: “Venite, voi, i benedetti del Padre mio; ereditate il regno che v’è stato preparato fin dalla fondazione del mondo.

Matteo 25:35 Perché ebbi fame e mi deste da mangiare; ebbi sete e mi deste da bere; fui straniero e mi accoglieste;

Matteo 25:36 fui nudo e mi vestiste; fui ammalato e mi visitaste; fui in prigione e veniste a trovarmi”.

Matteo 25:37 Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare? O assetato e ti abbiamo dato da bere?

Matteo 25:38 Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto? O nudo e ti abbiamo vestito?

Matteo 25:39 Quando mai ti abbiamo visto ammalato o in prigione e siamo venuti a trovarti?

Matteo 25:40 E il re risponderà loro: “In verità vi dico che in quanto lo avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me.

Matteo 25:41 Allora dirà anche a quelli della sua sinistra: “Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli!

Matteo 25:42 Perché ebbi fame e non mi deste da mangiare; ebbi sete e non mi deste da bere;

Matteo 25:43 fui straniero e non m’accoglieste; nudo e non mi vestiste; malato e in prigione, e non mi visitaste”.

Matteo 25:44 Allora anche questi gli risponderanno, dicendo: “Signore, quando ti abbiamo visto aver fame, o sete, o essere straniero, o nudo, o ammalato, o in prigione, e non ti abbiamo assistito?

Matteo 25:45 Allora risponderà loro: “In verità vi dico che in quanto non l’avete fatto a uno di questi minimi, non l’avete fatto neppure a me.

Matteo 25:46 Questi se ne andranno a punizione eterna; ma i giusti a vita eterna.

Con ciò nessuna sottovalutazione del sabato in ogni sua forma che osservo e predico da 50 anni, ma un forte appello a non ignorare il contenuto profondo del decalogo, scritto per l’uomo; soprattutto in favore degli orfani e delle vedove e a valutare i percorsi religiosi altrui in base ai contenuti piuttosto che alla pur importante forma:

La religione pura e immacolata dinanzi a Dio e agli uomini è visitare gli orfani e le vedove nelle loro afflizioni e mantenersi puri dal mondo. Giac. 1:27

O comunque, a valutare l’una e l’altra cosa.

Babilonia quindi è oggi molte cose, la Babilonia di domani sarà un fatto molto complesso che non possiamo desumerlo da pochi versetti dell’Apocalisse e dalle pagine finali del Gran Conflitto che si esprime nel genere letterario apocalittico.[27]

Se si leggono i brani finali del Gran Conflitto nella loro prima sintetica stesura nel volume 2 di Spiritual Gifts, ci si accorge agevolmente che, come Giovanni, Ellen White scrive ciò che vede.[28]

Tutte le affermazioni predittive sono precedute dalla frase: Io vidi.

Accadde oggi come ai tempi di Cristo: come i caratteri, le modalità e i tempi della venuta del Messia superarono le possibilità comprensive umane nonostante le profezie messianiche, cosi le profezie escatologiche hanno sin qui superato le previsioni, le elaborazioni sul tempo e sui soggetti protagonisti dell’ultima epoca della storia.

Lo si voglia o no, la storia sin qui ha seguito, sotto molti aspetti percorsi assai diversi da quelli profetizzati da Ellen White. Il mondo si è fisicamente rimpicciolito ma i poteri si sono diversificati. Imporre oggi qualcosa di religioso all’intero mondo è diventato impossibile.

Certamente vi saranno protestanti apostati, cattolici che rinnegheranno tutte le modifiche in senso evangelico che la chiesa ha accolto nell’ultimo secolo… La Babilonia del futuro sarà composta da quanti si coaguleranno e vorranno imporre all’universo mondo con la forza, i  loro comandamenti invece che quelli di Dio, nella forma e nella sostanza.

Sia per i mutamenti avvenuti nel cattolicesimo, sia per ciò che è avvenuto nel mondo che è oggi fortemente diviso … Ieri avevamo pochi poteri che dominavano il mondo: l’Inghilterra, la Francia, il Portogallo…Oggi i poteri si sono diversificati e cresciuti in maniera esponenziale…Oggi abbiamo, gelosi della propria autonomia: l’India, l’Iran, la Cina, la Russia, la Corea, gli USA. Questi ultmi hanno leggi libertarie di cui vanno fieri sia i conservatori che i progressisti…Pensare ad un papato che coaguli questi stati, li guidi, li costringa ad emanare una legge contro il sabato biblico… è oggi pura fantasia, è un coprire di ridicolo la testimonianza avventista.

Ciò non significa che la profezia non si realizzerà mai … ma non è infedeltà stare ai fatti, attendere umili quell’epoca, quel quando, quel se, quel come.

Secondo Ellen White non sarà difficile identificare Babilonia nel tempo finale; il momento cruciale sarà Quando le potenze terrene, unitesi per far guerra ai comandamenti di Dio, decreteranno che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e servi dovranno conformarsi alle abitudini della chiesa osservando il falso giorno di riposo. Tutti coloro che rifiuteranno di sottomettersi saranno passibili delle pene civili e alla fine dichiarati degni di morte … Poiché la questione sarà stata posta così chiaramente ne deriva che chiunque calpesta la legge di Dio per obbedire ad un ordine umano riceverà il marchio della bestia poiché accetta il segno di un’autorità al quale ubbidisce invece che a Dio![29]

Ellen White non fa l’equazione che molti fanno: accettazione della domenica uguale ad accettazione del marchio della bestia. Parlando dei cristiani che accettano sinceramente la domenica scrive:

Il Signore accetta la loro sincerità e la loro integrità di propositi nei suoi confronti. Ma quando l’osservanza della domenica verrà imposta per legge, e il mondo sarà illuminato dall’obbligatorietà del vero sabato, allora chiunque trasgredirà il comandamento di Dio per obbedire ad un precetto che trae autorità da Roma, onorerà il papato al di sopra di Dio, perché si piegherà a Roma e alla potenza che ne impone l’istituzione allora adorerà la bestia e la sua immagine…Una volta che la cosa sarà stata chiaramente esposta al mondo, gli uomini saranno invitati a fare una scelta…Chi persisterà nella trasgressione riceverà il marchio della bestia.[30]

Quindi non chi osserva la domenica oggi sinceramente è marchiata, ma chi domani, quando il potere la renderà obbligatoria, sceglierà la schiavitù invece che la libertà.

La stessa impostazione ha Ellen White sul protestantesimo. Quale protestantesimo, e quando, deve essere considerato apostata e quindi  di supporto all’autorità della bestia?

Quando le principali chiese degli Stati Uniti, unendosi sui punti di dottrina che sono loro comuni, influiranno sullo stato per imporre i loro decreti e sostenere le loro istituzioni, allora l’America protestante avrà formato un’immagine della gerarchia romana, e l’applicazione di pene ai dissidenti sarà l’inevitabile risultato.[31]

Il protestantesimo apostata, quindi, non è l’attuale che in generale nulla ha fatto in quella direzione, ma sarà costituito da quei protestanti che si uniranno e invocheranno leggi religiose liberticide e punitive verso le minoranze che non si adegueranno.

Per tutti i grandi raggruppamenti ecumenici oggi la Libertà Religiosa è una valore cruciale e non ricerca la forza del potere civile per imporsi.

L’immagine della bestia rappresenta quella forma di protestantesimo apostata che si andrà gradatamente sviluppando quando le chiese protestanti cercheranno l’aiuto del potere civile per imporre i loro dogmi.[32] 

Per il momento tutto pare svilupparsi all’incontrario e non da oggi. Quando i fatti ci diranno che l’inversione si sta verificando faremo come i cristiani che si comportarono di conseguenza quando videro circondata Gerusalemme alla fine della generazione annunciata da Gesù.

 

La predicazione dei tre angeli e la Babilonia del futuro

 

La predicazione dei tre angeli, dunque, non è realizzata per indicare gli apostati e i marchiati, ma per preparare il mondo cristiano a non farsi marchiare quando la marchiatura sarà stabilita per legge e saranno quindi chiare le finalità dei poteri dominanti. In ogni caso, l’Evangelo eterno è la perla di gran prezzo la cui predicazione ha valore in se e non è soggetto ai tempi. Il Vangelo eterno è luce necessaria per ogni tempo. Comunque riguardo al tempo ultimo Ellen White scrive:

Poiché la questione è stata posta così chiaramente (con la promulgazione della legge liberticida da parte dei poteri coagulati n.d.a.) ne deriva che chiunque calpesta la legge di Dio per obbedire ad un ordine umano riceverà il marchio della bestia…Nessuno però sarà oggetto dell’ira di Dio prima di avere avuto l’occasione di conoscere la verità e di rigettarla. Intere folle non hanno ancora udito le verità speciali per il nostro tempo. L’obbligo di osservare il quarto comandamento non è stato mai loro presentato nella sua vera luce”[33]

Sapere del sabato e rigettarlo, nel mondo protestante ed evangelico che ho conosciuto, non significa ribellione alla volontà di Dio. Sapere qualcosa, spesso, per mille ragioni, non vuol dire necessariamente capire. Ma, ovviamente, sapere del decalogo quando le autorità cristiane si uniranno ai poteri del mondo per opprimere, offrirà una luce copiosa che renderà impossibile non capire.

Come tutti, ricordo spesso mio padre.

Ricordo ciò che mi ha trasmesso, l’amore per la conoscenza e, soprattutto, l’amore per la Parola di Dio.

Ricordo però con grande rammarico un limite umano, spirituale e culturale che ha accompagnato la sua eredità positiva. E’ un pregiudizio che mi sono scrollato di dosso dopo anni di riflessione ed esperienza, ma che purtroppo è presente nelle convinzioni di molti avventisti.

Mio padre testimoniava spesso della Verità: era così che chiamavamo il messaggio avventista. Parlando del sabato, mio padre mostrava alle persone i testi che ne provavano il privilegio e la necessità di continuare a santificarlo. Lo faceva una, due volte, tre volte … poi cominciava ad innervosirsi per il fatto che gli altri non accettavano quello che a lui pareva così chiaro. Alla fine ne concludeva: Io il mio dovere l’ho fatto. Se non vuole accettare la volontà di Dio è affar suo, io l’ho avvertito.

Mio padre riteneva che avere mostrato i testi biblici più volte fosse sufficiente alla comprensione e all’accettazione del messaggio. Commetteva tre errori grossolani:

1 – si dimenticava del fatto che lui stesso era arrivato al battesimo dopo ben quattordici anni di pazienza di tanti fratelli;

2 – si dimenticava o, comunque, non capiva che, malgrado lui avesse sinceramente accettato Cristo, non si era però liberato totalmente delle malattie della cultura nella quale era cresciuto. Nonostante l’Evangelo, troppi elementi con esso dissonanti circolavano ancora nel suo sangue: l’irascibilità, la violenza (tenuta a bada, diminuita, ma non eliminata)…

3 – pur avendo letto la Bibbia migliaia di volte (la conosceva praticamente a memoria), non aveva fatto caso al fatto che i discepoli di Cristo lo avevano accettato di cuore, ma nulla avevano accettato della sua missione dopo ben tre anni e mezzo di parole ed esempio. Ci vollero ancora i quaranta giorni che passò con loro da risorto, e per certe cose neppure quelli furono sufficienti.

 

Questo vale per gli individui e per le collettività.

La tradizione domenicale rimane troppo forte per il mondo cristiano. Essa è argomentata e bisogna riconoscere che il NT non aiuta molto poiché nessun testo è conclusivo in merito. Gli apostoli paiono non occuparsene.

Dico questo per evidenziare la complessità del problema. Ho aiutato, grazie a Dio, numerose persone ad accettare il dono del sabato ed ho la piena convinzione che il sabato della creazione e del decalogo rimane un grande privilegio del tempo della redenzione, sino al ritorno del Signore testimoniato anche dal Nuovo Testamento, ma in modo indiretto, induttivo..

I cristiani sinceri compiono un atto di ribellione a Dio soltanto quando arrivano a capire e a convincersi della perennità del comandamento e lo rifiutano. Nella misura in cui non se convincono, come ognuno di noi non si convince di tante cose buone, perché non le capiscono, essi vivono un limite e non un atto  di ribellione.

Perciò Ellen White afferma che il marchio della bestia diventerà reale quando: Tutti coloro che avranno rifiuteranno di sottomettervisi saranno passibili delle pene civili e alla fine dichiarati degni di morte….Poichè la questione è stata posta così chiaramente, ne deriva che chiunque calpesta la legge divina per obbedire ad un ordine umano, riceverà il marchio della bestia poiché accetta il segno di un’autorità alla quale ubbidire invece che a Dio.  [34],

Ellen White pensava che tutto ciò si sarebbe presto realizzato. Il fatto che non si sia realizzato nei tempi che sentiva e che, anzi, tutto si è sviluppato all’opposto di quella predizione, ci  obbliga ad una diversa considerazione della materia.

Quando la storia assumerà la piega predetta, reagiremo di conseguenza.

Oggi, non possiamo non reagire alla verità del mondo religioso così come si presenta a noi; e mi riferisco sia al mondo protestante che a quello cattolico.

Molti avventisti mostrano ai cattolici, e a giusta ragione, i testi biblici che provano la perennità del sabato.

Ma i cattolici che lo rifiutano, e ne conosco tanti, non compiono coscientemente un atto di ribellione a Dio continuando ad osservare la domenica per almeno due motivi:

Nella visione cattolica, che considero ovviamente errata, la Chiesa ha ricevuto dal Signore l’autorità di adattare il decalogo … non c’è niente di più sbagliato per me protestante.

D’altronde lo spartiacque con il cattolicesimo è proprio l’identificazione della primaria fonte di autorità.

Troppo forti rimangono nella coscienza le abitudini mentali e le tradizioni.

Sino all’incontro con Cornelio, Pietro, in perfetta buona fede, nonostante la vicinanza con Gesù, faceva una gran fatica ad abbandonare l’abitudine mentale di considerare diversamente ebrei e gentili.

Dare dell’apostata a chi non vive in fedeltà la luce che come avventisti abbiamo recepito è un esercizio facile ma non dovrebbe caratterizzarci.

Noi siamo testimoni non giudici.

Noi abbiamo il dovere e il privilegio di testimoniare le perle straordinarie che abbiamo scoperto, sabato compreso. Dobbiamo continuare serenamente la nostra obbedienza all’integrità formale del decalogo e imparare da chiunque, quando ne siamo carenti, l’ubbidienza alla sua integrità sostanziale.

Identificare la Babilonia di oggi è assai difficile poiché le Babilonie sono tante e spesso invisibili. Identificare la Babilonia del futuro, sarà facilissimo a suo tempo poiché dovrà verificarsi che:

  • Le potenze terrene si uniranno in un patto universale e scellerato come accadde per la costruzione della torre di Babele;
  • Istituzioni protestanti e cattoliche si coaguleranno e ricorreranno al potere civile per invocare un Medio Evo di ritorno;
  • Verranno varate leggi chiaramente avverse ai comandamenti di Dio;
  • Leggi che prevederanno in modo chiaro e netto la pena di morte per i trasgressori;
  • Allora, conseguentemente, coloro che non avranno fino a quel momento capito il valore del sabato, visto tale accanimento, potranno capire …

 

Babilonia oggi è quindi costituita da qualsiasi potere che vuole farci schiavi, conquistando la nostra mente e il nostro cuore.

Esistono grandi figure babiloniche e piccole figure. Esistono movimenti religiosi oggi assai numerosi che non hanno papi universali, ma papi locali: che ricevono profezie, visioni e che si impadroniscono delle menti e delle mani dei loro fedeli.

Esistono potentati detti evangelici tutti imperniati sul potere carismatico di una sola persona.

Ogni tanto alcuni – come i mille e più del reverendo Jones –   muoiono suicidi assieme ai loro capi,  … Qualcuno invece va in galera poiché se ne scoprono le menzogne redditizie, qualche potentato crolla perché se ne scopre l’immoralità…

Molti papetti però lucrano denaro e potere annullando la coscienza di personalità talmente bisognose di un padre da sceglierne tra i malfattori.

Tutte le Babilonie infine si coaguleranno in un potere universale…

Il messaggio dei tre angeli

Messaggio del 1° angelo

  • Annuncia il “Vangelo eterno”
  • Invita a glorificare e temere Iddio
  • A riconoscere il Dio Creatore
  • Annuncia il tempo del giudizio

 

Messaggio del 2° angelo

Annuncia la morte della potente Babilonia nel progetto divino, il suo potere a sicuro termine

Messaggio del 3° angelo

Fa appello a prendere distanza dal potere di Babilonia, qualunque Babilonia, e a rifiutarne il marchio sulla fronte e sulla mano.

Fa appello a porre la propria fiducia in Cristo e a vivere alla luce dei suoi comandamenti.

Il messaggio dei tre angeli non è diverso, tranne ovviamente per i riferimenti alla novità di Cristo, dai messaggi dei profeti che hanno preceduto Giovanni.

Giovanni non solo mutua dai profeti dell’AT le immagini che usa sviluppandole, ma ne ribadisce i contenuti di fondo.

Sempre per i profeti, è necessario ritornare al Dio creatore dei cieli e della terra, all’antica fedeltà, al patto violato, ai comandamenti di Dio dimenticati.

Isaia 8:20 Alla legge! Alla testimonianza!» Se il popolo non parla così, non vi sarà per lui nessuna aurora!

Ogni richiamo è sempre intriso d’amore, ha come scopo la conversione, il ritorno a casa, ma ha sempre come sfondo l’inevitabile giudizio di Dio che appare sempre vicino.

Isaia 13:6 Urlate, poiché il giorno del SIGNORE è vicino; esso viene come una devastazione dell’Onnipotente.

Geremia 46:10 Questo giorno, per il Signore, per il DIO degli eserciti,

è giorno di vendetta, in cui si vendica dei suoi nemici. La spada divorerà, si sazierà,

Ezechiele 30:3 Poiché il giorno è vicino, è vicino il giorno del SIGNORE:

giorno di nuvole, il tempo delle nazioni.

Gioele 3:14 C’è una folla, una moltitudine, nella valle del Giudizio! Perché il giorno del SIGNORE è vicino, nella valle del Giudizio.

Abdia 15 Infatti il giorno del SIGNORE è vicino per tutte le nazioni e come hai fatto, così sarà fatto a te: le tue azioni ti ricadranno sul capo.

Sofonia 1:7 Tacete davanti al Signore, DIO, poiché il giorno del SIGNORE è vicino,

Zaccaria 14:1 Ecco, viene il giorno del SIGNORE in cui le tue spoglie saranno spartite in mezzo a te.

Malachia 4:5 Ecco, io vi mando il profeta Elia, prima che venga il giorno del SIGNORE,

giorno grande e terribile.

I tre angeli annunciano la novità di Cristo come rivelazione finale di Dio e ne relazionano il cammino morale conseguente all’antica rivelazione divina sintetizzata nella formula: I comandamenti di Dio!

 

I tre angeli Predicatori

Chi sono questi tre angeli predicatori? E’ possibile localizzarli nel nostro tempo?

Dando per scontato che si tratta di una visione apocalittica, risulta chiaro che qui abbiamo a che vedere con un movimento di predicazione.

I primi avventisti si sono identificati con questo movimento ultimo di testimonianza per almeno cinque ragioni bibliche:

1 – La comprensione della profezia delle 2300 sere e mattine che dava loro consapevolezza dell’inizio dell’ultima epoca della storia.

2 – Il loro recupero integrale del decalogo, posto tra le credenze fondamentali

3 – La profezia che già prevedeva un rimanente fedele in Apocalisse 12:

Apocalisse 12:17 Allora il dragone s’infuriò contro la donna e andò a far guerra a quelli che restano della discendenza di lei che osservano i comandamenti di Dio e custodiscono la testimonianza di Gesù.

4 – I caratteri di questo rimanente che sono esattamente gli stessi con cui li caratterizza Apocalisse 14:12 in vista della predicazione finale Qui è la costanza dei santi che osservano i comandamenti di Dio e la fede in Gesù.

5 – La consapevolezza di avere tra loro un autentico profeta di Dio in Ellen White;Apocalisse 19:10  Perché la testimonianza di Gesù è lo spirito della profezia»

 

Queste cinque ragioni li convinsero di avere una missione riformatrice, profetica, escatologica e, in fatto di responsabilità e di missione, di potersi identificare con i tre angeli di Apocalisse 14.

Il tempo che è passato, assai superiore a quello da loro previsto, non ha scolorito questa identificazione[35], che però, come tutte le elaborazioni sulle quali è passato un secolo, necessita di un aggiornamento.

Se è vero quanto abbiamo detto sin qui sulla definizione dei comandamenti di Dio, che possono talvolta non essere vissuti interamente nella loro forma, pur presenti in configurazioni profonde nella loro sostanza, in individui e collettività …

Se è vero anche il contrario: che i comandamenti, come avvenne in frange maggioritarie del mondo farisaico, possono essere osservati, ma vuotati della loro sostanza … allora, come i poteri babilonici possono essere numerosi e sorprendenti, così l’identificazione con i tre angeli e la consapevolezza della loro responsabilità può riguardare più soggetti. Che assieme formano l’orchestra di Dio nella quale ogni strumento ha la sua specificità. L’avventismo ha un suono specifico, unico, di cui l’intero mondo cristiano ha bisogno.

Appartengono al movimento rappresentati dai tre angeli tutti coloro che testimoniano con la loro vita la loro fiducia in Gesù Cristo e la loro aderenza ai comandamenti di Dio.

Alcuni di questi uniscono forma e contenuti, mentre altri non sempre raggiungono la forma, ma ne vivono per fede e interamente la sostanza espressa soprattutto in Matteo 25: 31-46   Ebbi fame, fui in prigione…

Il perché verità come il sabato, così evidenti nella Parola di Dio per me e per noi avventisti, non siano accettate da sinceri cristiani è un mistero, com’è un mistero assai più grave e doloroso capire com’è stato possibile in Sud Africa non porre in relazione il decalogo con la segregazione razziale.

Tutto si spiega soltanto con i limiti dell’umano che hanno anche i migliori uomini di Dio.

William Miller, che Ellen White ha sempre considerato un uomo di Dio, e ne ha spesso parlato come un fedele servitore  che aspetta la resurrezione dei giusti, pur conoscendo a menadito la Bibbia, non si è associato a quel gruppo benedetto da Dio che ha fondato l’Avventismo del 7° giorno. Miller mai ha accettato il sabato. Aveva i suoi limiti di comprensione, come tutti, come noi.

Fare del sabato oggi una discriminante conclusiva tra i marchiati e i suggellati è errato. Ciò avverrà a suo tempo.

La storia ci racconta una verità più complessa sulla proclamazione e l’osservanza dei comandamenti di Dio. Ci dice che collettivamente non sempre abbiamo proclamato con coerenza questo messaggio, anzi qualche volta l’abbiamo tradito. Ma ci dice anche che è esistito un cristianesimo che ne ha incarnato la sostanza meglio di quanto noi abbiamo fatto.

Dolorose ma illuminanti sono queste note che Vittorio Fantoni riporta dal suo corso di Storia della Chiesa avventista:

Scrive Pearson che gli Avventisti, concependo loro stessi come i guardiani della dottrina cristiana nella sua forma conclusiva e assoluta, hanno avuto la tendenza a credere di dover generalmente occupare posizioni conclusive e inalterabili. Ma molte questioni etiche contemporanee sono così complesse che diventa straordinariamente difficile giungere a soluzioni conclusive. Gli Avventisti, a livello ufficiale, hanno sovente risolto questo problema evitando impegni etici forti.[36]

Si può anche affermare che la tendenza avventista a considerarsi come un movimento staccato dal resto della cristianità ha indebolito la spinta a conseguire un sentimento di solidarietà con gli altri cristiani e le loro attività.

La cautela mostrata in relazione alle iniziative ecumeniche ha da un lato tutelato la chiesa, ma dall’altro costituito un ostacolo al nostro impegno nell’affrontare i grandi problemi sociali che, per le loro dimensioni, avrebbero richiesto una risposta cristiana coordinata e massiccia.

Dopo un periodo, dall’inizio dei ‘60 fino al termine della decade successiva, in cui si è verificato un pure timido aprirsi della chiesa verso significative problematiche teologiche, socio-politiche ed etiche, la leadership per reazione si è poi sforzata di ristabilire la tradizionale identità avventista[37] e questo processo, attualmente ancor più accentuato, per taluni studiosi, sta alla base di un almeno parziale fallimento etico dell’avventismo contemporaneo.

Sulla base di tanti fatti,  noi avventisti, dobbiamo integrare la nostra convinzione tradizionale, con la gioia di sapere che possiamo implorare il perdono di Dio per tutte le volte che abbiamo separato la sostanza dei comandamenti dalla loro forma ed anche gioire nel sapere che l’orchestra di Dio è assai grande, assai più complessa e meravigliosa di quella legittimamente immaginata agli inizi del movimento, che comunità sorelle, in numerose circostanze siano state e siano a volte, nella sostanza, più fedeli di noi.

Si è sempre detto è scritto che ovunque, in ogni raggruppamento cristiano, esistono anime sincere … io credo che dopo un secolo e tanti fatti, si possa dire che esistono non solo individui, ma collettività sincere.

Il mondo protestante ed evangelico in generale comprende circa 8000 raggruppamenti religiosi. C’è in questo numero tutto e il  contrario di tutto, ma certamente esistono raggruppamenti seri che annunciano i comandamenti di Dio nella loro sostanza.

Purtroppo, noi rivolgiamo spesso loro l’accusa che hanno abolito la legge di Dio; loro ricambiano accusandoci di legalismo farisaico.

Abbiamo entrambi torto poiché nessun metodista o battista serio, ma neppure nessun cattolico serio, pur se ritiene abolito il sabato, rinnega i valori intrinseci ad esso e alla legge in generale. Come nessun avventista serio può sostenere che la legge abbia un valore salvifico. Né molti movimenti protestanti hanno abolito i riferimenti etici che la Bibbia esprime attraverso il decalogo né l’avventista serio è legalista. Si scontrano due forme diverse che contengono spesso la stessa sostanza: quella espressa in Matteo 25.

Questa convinzione nulla toglie all’integrità della nostra testimonianza intesa come responsabilità e intrisa di bisogno di perdono; essa rimane unica nel suo genere e di essa l’intero mondo cristiano ha bisogno, nella misura in cui è espressa come dono della grazia e nel profondo rispetto di chi, per il momento, non ne comprende alcuni tratti, noi compresi che, se non abbiamo difettato nella forma, a volte abbiamo scarseggiato di sostanza.

Abbiamo la consapevolezza che mai una testimonianza amorevole, coerente, umile, lascia nello stesso stato chi la riceve; e che verrà il tempo durante il quale tutti coloro che amano la sostanza dei comandamenti di Dio e hanno fiducia in Gesù formeremo un popolo solo guidato dal solo Pastore che ha speso la sua vita per le pecore e che nella sua preghiera profetica più bella e tragica, ha immaginato le divisioni nel mondo cristiano a partire dai suoi stessi discepoli ed ha invocato Dio e gli uomini per la loro unità.

Giovanni 17:22 Io ho dato loro la gloria che tu hai data a me, affinché siano uno come noi siamo uno;

Giovanni 17:23 io in loro e tu in me; affinché siano perfetti nell’unità, e affinché il mondo conosca che tu mi hai mandato, e che li ami come hai amato me.

Non un’unità verticistica che minimizzi la portata delle differenze dottrinali, ma un’unità che scaturisce dall’illuminazione della coscienza e che ha il Cristo come centro aggregante.

Ed un giorno, già qui sulla terra, l’intero popolo di Dio che ha fiducia in Cristo e ha aderito alla sostanza dei suoi comandamenti sarà uno. Ciò avverrà qui sulla terra, quando i poteri anticristici avranno la convinzione di avere in mano tutto il potere per sottomettere l’intera umanità.

Sarà questo desiderio di potere del profondo che si manifesterà in leggi chiaramente coercitive della coscienza, imposte dalla forza dello Stato, che rivelerà chiaramente gli appartenenti a Babilonia e al popolo del rimanente.

Nel frattempo, apriamo gli occhi più che mai sull’oggi, poiché molti anticristi possono sorgere nel mondo, come ne sono già sorti, che magari ci lasciano liberi il sabato ma ci persuadono ad appartenere a Babilonia il resto della settimana.

E soprattutto ricordiamoci che al centro del messaggio avventista c’è l’evento del Ritorno di Cristo come compimento della Redenzione non i tempi e i modi. L’altro perno dell’avventismo è la carità nel vivere.

E’ su questo evento, centrale nella mia speranza, e su questo perno siamo tutti uniti. La divisione sui tempi e sui modi, dovrebbe essere motivo di dialogo sereno, e non dovrebbe contenere alcun elemento lacerante.

 

 

Il popolo imprevisto nato in Babilonia

Durante gli ultimi venti anni durante i quali mi sono aperto al mondo non avventista ho incontrato sia nel mondo protestante che in quello cattolico praticante persone eccezionali.

Mi è impossibile non considerarli fratelli in Cristo per il loro stile di vita, per le scelte politiche e sociali, per l’amicizia che sono capaci di donare, per la generosità umana , personale, sociale, per il posto che occupa Cristo nella loro esistenza personale e nelle loro famiglie, per il rispetto della mia fede e delle mie peculiarità dottrinali, per la carità non finta che informa la loro vita giornaliera..

Per esigenze di spazio mi limiterò a parlare di personalità cattoliche le quali, in teoria, dovrebbero essere le più lontane dalla mia sensibilità avventista.

Per esigenze di concretezza ne citerò soltanto quattro; un intellettuale e politico con sua moglie, un professore universitario e deputato in un paio di legislature, un sacerdote ora vescovo, un primario .

Tutte e quattro queste persone le ho incontrate attraverso i miei libri. In maniere diverse li hanno letti tutti e tutti me li hanno presentati  in pubblico.

Lo hanno fatto con non finta partecipazione, nonostante ognuno d’essi, pur attraverso il taglio letterario espongono ed esaltano la fede avventista.

Molti, che non li hanno letti, pensano ai miei romanzi come a Romanzi neutri. Non lo sono.

Un giornalista, direttore di una rivista trimestrale che si pubblica nella Sibaride, ha scritto del mio “Il mulino sul Colognati”:

Il libro ha un assunto ben preciso legato alla missione pastorale dell’autore. Gli offre infatti l’occasione per somministrare sapientemente ai lettori le linee essenziali della fede avventista ed esaltarne gli effetti.[38]

Ciononostante questi quattro personaggi, tutti impegnati socialmente, religiosamente, politicamente sono diventati amici intimi. Frequentano la mia casa, io frequento la loro. Tutti vivono una vita improntata alla carità e alla misericordia. Discutiamo di dottrina e il Ritorno di Cristo, ma soprattutto Cristo è la loro speranza come lo è per me. Due di loro hanno pubblicato dei libri, uno ne ha pubblicati diversi. Non ho mai trovato in loro l’esaltazione dei santi e di Maria. Cristo è al centro dei loro scritti.

Come dovrei considerarli? Marchiati dalla bestia perché non condividono il sabato? Ma se ne condividono la sostanza, le finalità di carità?

Mi si obietta: è questo il guaio dell’Ecumenismo? Quando al di la delle dottrine in astratto avvicini le persone le differenze rischiano di contare sempre meno?

E’ questo è un male?

Se rischiassero di contare sempre meno per interessi personali sarebbe un problema spirituale grave. Ma rischiano di contare sempre meno perché esse si sono ridotte e l’avvicinamento al cuore del Vangelo è stato sin qui notevole.

Tutto ciò è avvenuto non per tutti i cattolici, ma per moltissimi , per almeno due ragioni:

 

1 – La falla aperta dal Concilio Vaticano II

Il Concilio Vaticano secondo non ha distrutta la diga ma ha aperto falle consistenti. Motivo per cui, secondo me e per molti versi, dei papi come Karol Wojtyla, al di la delle parole, nei fatti, hanno cercato di chiuderle. Ma le brecce quando sono aperte è impossibile ripararle.

 

1 –Il lato dogmatico è diventato secondario

Nel mondo cattolico coesistono varie anime. Si può essere ridotte allo stato laicale se sacerdoti se si attaccano pochi dogmi ritenuti basilari, Per il resto esiste un’ampia libertà. Ho conosciuto preti che hanno quasi tolto le immagini dalle chiese…

3 –Come ho già scritto

Il cattolicesimo ha cambiato radicalmente il suo atteggiamento verso:

  • La Riforma protestante.
  • Il proprio passato.
  • La Bibbia e i credenti.
  • La libertà religiosa.
  • La libertà di coscienza in genere.
  • L’esperienza spirituale dei non cattolici.
  • La collaborazione con gli altri cristiani.
  • Una diversa considerazione degli ebrei.

 

Io non posso non credere al futuro potere predetto in Apocalisse 13 e 17, ma non posso identificare il presente e le persone che hanno Cristo nel cuore con quelle profezie. Poiché il presente è dissimmetrico in rapporto al passato e al futuro che abbiamo creduto senza la possibilità di inserirvi gli elementi di sorpresa e di mistero che sempre complessificano le cose immaginate quando avvengono.

Loro, questo popolo profondamente cristiano nelle sostanza, non posso non trattarlo da fratello alluvionandolo con una verità futura che oggi non li rappresenta e che nel suo sviluppo è tutta da verificare.

Non posso giudicare, per onestà intellettuale non per tattica, gli atti attuali con il metro del passato e del futuro.

D’altronde, nessuno dei nostri pionieri ha immaginato dalle profezie il Concilio Vaticano secondo, e soprattutto le sue conseguenze.

La profezia sulla ferità guarita è stato ubicata ai patti lateranensi del 1928 ed io la considerò corretta. Solo che la guarigione non si è sviluppata  come ritorno all’antico potere se non , per qualcosa, agli inizi, nel ventennio fascista.

Poi, quale che ne siano i motivi ispiratori, è arrivato il ciclone del Concilio Vaticano II ed ha prodotto all’interno del cattolicesimo il popolo che incontriamo.

E non bisogna dimenticare che l’Ecumenismo non nasce in ambito cattolico ma che soltanto una parte del cattolicesimo lo vive. Proprio quella parte aperta alle Scritture e convinto della bontà di quelle dottrine che Pio IX considerava pestifere: la libertà di religione e di coscienza.

Da queste amicizie ho imparato e imparo molte cose ed altre ne testimonio. Se un giorno Il piccolo corno ritornerà alle antiche becere consuetudini, allora i miei amici non faranno fatica a riconoscerlo dai fatti. Riassumendo Ellen White:. Quando:

  • Le potenze terrene si uniranno in un patto universale e scellerato come accadde per la costruzione della torre di Babele;
  • Istituzioni protestanti e cattoliche si coaguleranno e ricorreranno al potere civile per invocare un Medio Evo di ritorno;
  • Verranno varate leggi chiaramente avverse ai comandamenti di Dio;
  • Leggi che prevederanno in modo chiaro e netto la pena di morte per i trasgressori;
  • Allora, conseguentemente, coloro che non avranno fino a quel momento capito il valore del sabato, visto tale accanimento, potranno capire …

 

Il popolo cattolico che io frequento vede con orrore una chiesa del genere. Lo potrà capire facilmente dai fatti quando almeno cominceranno ad avvenire, se avverranno nella forma che immaginiamo. Non potrà invece capirlo da un’interpretazione profetica le cui modalità di realizzazioni sono facili da predire solo per chi non è avvezzo a considerare la complessità e l’imprevedibilità delle profezie predittive.

Se le profezie messianiche fossero state così chiare e semplici da capire, come molti giudicano le profezie escatologiche, la domenica di Pasqua intorno alla tomba di Cristo vi si sarebbe radunata una folla di discepoli. Essa era invece deserta.

 

 

Le mie risoluzioni pratiche

Questo breve paragrafo finale mette in rilievo le mie convinzioni di fondo sul comportamento pratico personale ed ha il solo scopo della chiarezza estrema in rapporto alla mia posizione. Tutto ciò è ricavabile dal mio scritto ma temo che per motivi diversi, da non trascurarsi i problemi linguistici, nasceranno numerosi equivoci. Per quanto è possibile cerco di prevenirli. Nella sostanza nulla cambia per ciò che riguarda la Confessione di fede e i 28 punti dottrinali. Nella mia riflessione nulla si contrappone ai documenti essenziali dell’Avventismo. Per cui:

A –In tutte le occasioni che la chiesa mi offrirà di testimoniare il Messaggio Avventista (Conferenze pubbliche, radio, TV, articoli…) continuerò, come sempre ho fatto ad utilizzare le profezie predittive apocalittiche (Daniele 2 –  7 -8 e 9 …. E il seguito nell’Apocalisse di Giovanni) seguendo la tradizione, identificando il papato del passato come un’istituzione anticristica assoluta, quello del presente immediato come un’istituzione comunque anticristica che si è però disfatta di numerose pretese e prassi che ne migliorano fortemente l’identità in senso evangelico e che ha prodotto (suo malgrado?) un popolo nuovo e imprevisto…

B – Continuerò a predicare come errori e abusi ogni mutamento nella legge di Dio e ogni travisamento della visione biblica dal decalogo alla natura dell’uomo…

C – Giudicherò le istituzioni ecclesiastiche e i suoi rappresentanti in base alla visione e alla prassi del giorno per giorno. Questo nella convinzione che il messaggio profetico indichi alcune pietre miliari della storia ma non gli interi percorsi che sempre riservano sorprese. In altre parole: se il papa difenderà la libertà di coscienza avrà il mio plauso senza alcun pregiudizio, se porterà in processione la salma di padre Pio avrà il mio totale dissenso senza se e senza ma.

D – Continuerò a ritenere necessario  il dialogo ecumenico ma alla condizione che tra le sue finalità, non ultima, esso debba contemplare l’adeguamento di tutti a ciò che scaturisce della Parola di Dio. Che qualunque grado di unità non possa che raggiungersi nella fedeltà alla Parola di Dio rettamente intesa.

E- Continuerò a collaborare a progetti concertati e condivisi in qualunque campo, in accordo con le Scritture, ovunque si lotti contro il male ed in favore della dignità dell’uomo.

  • Continuerò come sempre a praticare una catechesi che preveda il battesimo per immersione da adulti, l’accettazione e la pratica dell’intero decalogo, l’attesa del Ritorno di Cristo, unica via scelta da Dio per entrare nell’eternità…Previa accettazione della Confessione di fede avventista. Tra i saluti continuerò a preferire Maranatà e nelle mie preghiere continuerò a ripetere come nel Padre nostro: Venga il tuo regno.

 

 

[1] Ellen G.White, Counsels to Writers and Editors, pp. 32-39.

 

[2] Manuale di chiesa edizione del 2010 pag.153

[3] Manuale di chiesa  edizione del  2010 pag.42

[4] Manuele di chiesa edizione del  2010 pag. 148

[5] – Nel mio sito www.rolandorizzo.it ho pubblicato numerosi studi sul tempo del ritorno del Signore, alla voce Attualità Teologiche

[6] Sermone di Ellen White del 1891 dal titolo “Non sta a voi conoscere i tempi o i momenti.” I Selected Messages.

[7] Vedi nel mio sito alla voce attualità teologiche alla voce Ritarda? Il Signore non ritarda.  E anche alla stessa voce l’articolo : Il Gesù che accoglie e che aspettiamo.

[8]  Pag. 228, ed. italiana ADV 1977 (originale pag.310)

[9]  Idem pag.228

[10]

 

[12] Cit. da Zdravko Plantak, “The Silent Church”, Macmillan Oress LTD, London, 1998. p. 18.

[13] Cit. da Zdravko Plantak, “The Silent Church”, p. 19.

[14] Zdravko Plantak, “The Silent Church”, p. 19.

[15] In particolare, l’occupazione dell’Austria venne descritta nei giornali denominazionali come una liberazione voluta da Dio tramite Hitler. Anche il successivo assorbimento nel Reich della Cecoslovacchia non suscitò alcuna reazione.

[16] Zdravko Plantak, “The Silent Church”, p. 21.

[17]  I punti chiave, sul piano dottrinale, della controversia tra Avventismo ufficiale (in URSS)  e LVA erano così sintetizzabili: i LVA non permettevano ai loro giovani di fare il servizio militare; rifiutavano ogni controllo o registrazione governativa; credevano che la CG, non avendo radiato che aveva partecipato alla I guerra mondiale, fosse divenuta Babilonia; consideravano il loro gruppo come il Rimanente del Rimanente.

[18] Zdravko Plantak, “The Silent Church”, p. 24.

[19] Vedi Messaggero Avventista luglio-agosto 2015 pagg.16-18

[20] Michael Pearson, “Millenial Dreams and Moral Dilemmas. Seventh-day Adventism and contemporary ethics“, p. 25.

[21]  Barbulescu Stellian, Martin Luther King,  un profeta del ’900, ISTITUTO AVVENTISTA DI CULTURA BIBLICA VILLA AURORA Facoltà di teologia

Tesi di laurea specialistica in teologia, riferimento 97 Anno accademico 2010-2011

 

 

[22] François Duvalier (19071971), noto come Papa Doc, fu presidente di Haiti dal 1957 e successivamente dittatore dal 1964 fino alla sua morte.

[23] Vedi su www.rolandorizzo.it alla voce attualità teologiche l’articolo : L’Apocalisse non è una sfera di cristallo.

[24] Nel suo ultimo libro che è quasi una confessione, Sergio Quinzio, indica nel potere temporale dei papi e nell’accettazione dell’immortalità dell’anima, due elementi anticristici nella sua fede cattolica. Vedi Sergio Quinzio, Mysterium iniquitatis, Adelphi ed. 2009

[25] Vedi internet alla voce : esuberi alimentari, secondo GSI italia

[26] Il Gran Conflitto, edizione italiana del 1977, pag. 411 (364-5 dell’ed. originale)

[27] Vedi il mio L’ eredità di un profeta, ADV 2001, il capitolo 17: Ellen White profeta apocalittico, pagg.357-393

[28]  Idem pag. 388

[29] Il Gran Conflitto, o.c. pag.440 (ed.or. pagg.694-605)

[30] Gran Conflitto, o.c. pag. 328 ed.it. (ed.or. pagg448-450)

[31]  Idem pag. 325 (ed. or. Pagg444-445)

[32] Op.cit. pag.325 (or. 444-445)

[33] Op.cit.pag. 440 (or.604-605)

[34] Il Gran Conflitto, edizione italiana del 1977, p.440

[35] Una trattazione sistematica del tema Rimanente è possibile leggerla nel mio L’identità avventista , ed. ADV 1992 alle pagg.55-71

[36] Michael Pearson, “Millenial Dreams and Moral Dilemmas. Seventh-day Adventism and contemporary ethics“, p. 25.

[37] Ancora oggi, la catechesi avventista, molto centrata sul lezionario della Scuola del sabato, si concentra su tematiche e riposte legate alla riaffermazione della specifica e tradizionale identità avventista, trascurando, ci sembra, molti bisogni concreti ed attuali, col rischio di entrare in una spirale di non pertinenza e di conseguente insignificanza.

[38] Pietro Napolitano,  Apollinea, luglio agosto 2008

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