Sul sito Light Channel Italia è apparso un sermone sulla più grande nostra speranza del pastore Doug Bachelor che trovo sinceramente discutibile. La tesi del pastore è che dopo i seimila anni viene il millennio biblico preceduto dal Ritorno del Signore. Il Signore quindi dovrebbe essere già tornato ma il ritardo starebbe per essere presto colmato. Pur sperando che abbia ragione lui per il presto trovo bizzarro e illecito l’uso della Bibbia.
Mi permetto la seguente reazione:
Di notte ho ascoltato con sofferente sgomento il sermone di Bacheloor. Credo un dovere morale reagire.
Due premesse:
– Predico con convinzione e energia la beata Speranza da 45 anni. E’ la maggiore speranza della mia vita e sono convinto che viviamo l’epoca del Ritorno del Signore..
– Da uomo di azione quale sono sempre stato non posso che apprezzare l’impegno di tanti fratelli nella proclamazione della Beata Speranza anche attraverso questo nuovo strumento. Ma proprio perché apprezzo gli sforzi ed i sacrifici provo sofferenza nel vederli dilapidati da una vera e propria manipolazione del testo biblico.
– Lungi da me l’idea di mettermi al posto di Dio e di giudicare il cuore; Whitiano quale sono, secondo il suo consiglio, mi limito a valutare gli atti, che mi paiono gravi per le seguenti ragioni:
1 – Nonostante il fatto che la infantile sopravvalutazione del tempo dell’evento in rapporto alla sostanza dell’evento sia un problema di ogni generazione cristiana, io credo che dopo 2000 anni abbiamo il dovere di ragionare da adulti. E da adulto ad adulti chiedo: ma è più serio e nobile considerare così importante la vicinanza a noi dell’Evento e non invece, umilmente, generosamente, ecclesiologicamente, dare maggiore importanza al progetto di Dio che, se avesse ubbidito alle preghiere degli uomini, sarebbe venuto nel primo secolo, nel secondo…Impedendo perciò il formarsi di una folla immensa come la rena del mare che lo accoglierà agitando miliardi di rami di palma? Ceravamo anche noi nel piano di Dio e grazie a Dio se non è venuto il 22 ottobre del 1844.
2 – Molti hanno bisogno di sapere che l’evento è vicino per essere attivi e prepararsi… Ma è serio? Ma non sarebbe meglio accettare quello che Gesù disse al Pietro curioso di cose secondarie:
Giovanni 21:20 Pietro, voltatosi, vide venirgli dietro il discepolo che Gesù amava; quello stesso che durante la cena stava inclinato sul seno di Gesù e aveva detto: «Signore, chi è che ti tradisce?»
Giovanni 21:21 Pietro dunque, vedutolo, disse a Gesù: «Signore, e di lui che sarà?»
Giovanni 21:22 Gesù gli rispose: «Se voglio che rimanga finché io venga, che t’importa? Tu, seguimi».
Ma non dovremmo piuttosto trovare motivazioni per la preparazione in rapporto ai bisogni di solidarietà, d’amore, di speranza, di fede…Degli uomini del nostro tempo… Se Gesù, in rapporto alle nostre attese ritarda, nulla toglie alle motivazioni del vivere cristiano. Anzi, ne aggiunge. La dimensione della preparazione è sempre proporzionale alla durata della missione.
3 – Per quale motivo sottovalutare nei fatti parole chiare di Gesù come queste:
Matteo 24:35 Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
Matteo 24:36 «Ma quanto a quel giorno e a quell’ora nessuno li sa, neppure gli angeli del cielo, neppure il Figlio, ma il Padre solo.
Matteo 24:42 Vegliate, dunque, perché non sapete in quale giorno il vostro Signore verrà.
Matteo 24:43 Ma sappiate questo, che se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte il ladro deve venire, veglierebbe e non lascerebbe scassinare la sua casa.
Matteo 24:44 Perciò, anche voi siate pronti; perché, nell’ora che non pensate, il Figlio dell’uomo verrà.
Atti 1:7 Egli rispose loro: «Non spetta a voi di sapere i tempi o i momenti che il Padre ha riservato alla propria autorità.
Atti 1:8 Ma riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all’estremità della terra».
Gesù invita severamente a non prevedere ne il giorno, né l’ora, ne i tempi, ne i momenti.
Si risponde allora? Ma i segni dei tempi? Gesù non parla forse del fico e dei suoi ficucci?
Delle due l’una: o Matteo 24 e Luca 21 sono un guazzabuglio contraddittorio: poiché non si possono dare segni assai vicini all’arrivo di un evento e poi ordinare di non prevedere …
ne il giorno, né l’ora, ne i tempi, ne i momenti, oppure, come io credo, ed è facilmente dimostrabile, i segni della estrema vicinanza riguardano altro che la venuta del Signore.
4- Che la parabola del fico e dei ficucci non riguarda il ritorno di Gesù appare evidente dal fatto che in Matteo 24 i discepoli pongono a Gesù non una domanda ma tre riferite (ci dice la storia) a tre eventi non ad uno: Matteo 24:3 Mentre egli era seduto sul monte degli Ulivi, i discepoli gli si avvicinarono in disparte, dicendo: «Dicci, quando avverranno queste cose (la distruzione del Tempio e di Gerusalemme) e quale sarà il segno della tua venuta e della fine dell’età presente?
Il fico e i ficucci, la generazione che non passerà, la carità che si raffredderà… La storia ci dice che tutto ciò si è realizzato nel 70 dc.
Sulla fine dell’età presente, in Matteo c’è un solo segno che riguarda la fine del mondo: Matteo 24:14 E questo vangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo, affinché ne sia resa testimonianza a tutte le genti; allora verrà la fine.
Ma il segno, anche oggi, nulla ci dice sull’imminenza poiché ci sono almeno due o tre miliardi di persone che neppure sanno chi è Gesù. Quanto tempo ci vorrà perché lo sappiano? Forse pochi anni ma forse anche molti.
5 . Il fatto che tutte le generazioni hanno visto i segni della fine adempiersi nel loro tempo appare strano visto i biblisti e i pensatori che il cristianesimo ha avuto. Ma in realtà, non sono i biblisti e i pensatori che hanno formato la religiosità popolare… Molto più impatto hanno avuto i predicatori popolari, magari sinceri, magari pieni di fede e scarsa conoscenza, qualche volta imbonitori…che spesso nulla sapevano o volevano sapere di esegesi e di teologia…Ma anche perché le masse sono infanti che guardano al proprio particolare più che al piano vasto di Dio.
Alfred Vaucher, non certo un rivoluzionario, in forme diverse dalla mia, mi ha insegnato 45 anni fa il fatto che esistono nella Bibbia tre tipi di segni e che tutto sommato distinguerli è facile se si prende sul serio il testo biblico:
I- Serie di segni. I segni dell’agire umano tra le due venute.
Su questo prego gli interessati di leggere un mio articolo documentato e il testo di un sermone sul mio sito www.rolandorizzo.it nella sezione Attualità teologiche dal titolo: Fede e superstizione e Il Gesù che accoglie e che aspettiamo
II- Serie di segni. I segni della caduta di Gerusalemme.
Documentazione negli stessi articoli citati
III- Serie di segni. I segni della venuta del Signore.
I segni inequivocabili dell’ultima epoca della storia non sono che tre in tutto:
– Matteo 24:14 Il Vangelo all’intero mondo
– Apoc. 11:17 Apocalisse 11:17-18 Gesù che distrugge coloro che distruggono la terra.
– La data del 1844
E come dimostro negli articoli citati, questi tre segni sono coerenti con la proibizione di Gesù di non speculare sui tempi proprio perche essi nulla ci possono dire sulla durata dell’epoca ultima, anche se ambedue i processi sono avanzati. Gesù può tornare domani o fra 80 anni, nulla abbiamo nelle mani per sapere, e nulla dovremmo cercare di sapere se ubbidiamo al comando di Gesù di lasciare al Padre questa responsabilità.
Questo detto, e mi piacerebbe qualcuno me lo confutasse con un ragionamento biblico non con accuse e giudizi…
Se quello che dico non è confutabile, tutto il castello di Bachelor si sbriciola come un bel castello di sabbia.
Bachelor con grande abilità dialettica :
1 – Si contraddice pesantemente. Poiché da un lato afferma citando Matteo 24 (ma non Atti 2 che è più completo) che non ci è dato sapere, che lui non vuole nulla stabilire… E dall’altro costruisce un intero castello per dimostrare, se non il giorno è l’ora, almeno il decennio…
Ma se Gesù ha detto “Non sta a voi sapere i tempi e i momenti”, perché costruire questo castello?
2 – Afferma Bachelor che il calcolo di seimila anni che si fonda sulle genealogie bibliche elaborato da James Ussher, vescovo anglicano del XVII secolol è un calcolo accettato da quasi tutti gli studiosi…dice una cosa non vera. Quel calcolo ha avuto successo per secoli ma oggi io conosco solo uno o due studiosi che gli danno importanza.
Uno studioso serio e conservatore coma ZURCHER mitico direttore di Collonges e segretario della Divisione fece degli studi , sempre sulle genealogie e ritenne che si potesse arrivare a 8000 anni.
3 – I seimila anni comunque sono passati da un pezzo; le profezie cronologiche devono essere rigorose, non possono utilizzare le cifre “grosso modo”…
4 – Sul tema poi non c’è nessuna profezia cronologica. Se ci fosse contraddirebbe le parole di Gesù.
5 – Bachelor quindi mette assieme cose che si somigliano, che hanno un senso simbolico in rapporto al sabato certamente ma, non in rapporto al tempo del Ritorno del Signore.
Non c’è nessun testo biblico che lega questa massa di riferimenti al 6 e al 7, al seimila e al settemila… Con il ritorno del Signore.
6 – I testi potrebbero essere confutati ad uno ad uno; mi limito, a mo di esempio, solo al testo di Pietro: 2Pietro 3:8 Ma voi, carissimi, non dimenticate quest’unica cosa: per il Signore un giorno è come mille anni, e mille anni sono come un giorno.
Bachelor usa questo testo e un testo simile in un salmo per indicare il metro di misura del tempo da parte di Dio. Quasi che quando noi contiamo a giorni Dio conta a millenni e il contrario.
E’ semplicemente assurdo. Come si fa a sapere la relazione tra Dio è il tempo? Se Dio è eterno!
Il testo vuole semplicemente dire esattamente il contrario utilizzando un’ immagine estrema e paradossale e che cioè: il tempo di Dio non è il nostro. Cioè a dire, il test ci da un motivo in più per non speculare sul tempo poiché nulla possiamo capire dei tempi che non ha rivelato.
Speculare sui tempi non rivelati significa divinazione che in Israele era punita con la morte.
7 – Volendo speculare ci sarebbero altri numeri da usare ancora. La Bibbia non usa come simboli solo il sei e il sette. Il 12 per esempio e i suoi multipli. 12 patriarchi, 12 apostoli, i 144.000 (12.000 per 12…)…Ma i numeri hanno senso quando trovano nel resto della Bibbia un supporto che li colleghi con quello che dobbiamo sapere…Nel caso i numeri di Bachelor ci collegano con quello che Dio ha deciso che “non dobbiamo sapere..”
Maranatà
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