Omosessualità e fede cristiana

 

Luciano, Gennaro e Giacomo, omosessuali

Ho appena iniziato il mio 43°anno di ministero. Sono assolutamente eterosessuale. Fortemente attratto sin dall’infanzia solo dalla bellezza femminile ma, per grazia di Dio, innamorato e fedele dal primo giorno di  fidanzamento, all’unica donna della mia vita del passato e del futuro. Quando vedo effusioni omosessuali provo disgusto oggi come ieri. Ho applicato con carità le norme della chiesa considerando sino a ieri la pratica omosessuale un’aberrazione in rapporto al disegno divino della creazione.

Negli ultimi tempi, il disgusto per qualsiasi manifestazione omosessuale non è affatto diminuito. Ma, la riflessione sul fenomeno si carica sempre più di interrogativi e dubbi forti, riguardo le risposte che si qui fornisce la mia comunità di fede.

I dolorosi dubbi, nascono soprattutto dal ricordo di una decina di anime che durante il mio ministero hanno lasciato la chiesa.

Non potendo raccontare di tutti scelgo tre di loro con nomi fittizi.

Luciano. Studiavamo teologia assieme ma lui era più avanti di me, più colto e dotato. Era un ragazzo gentile, amabile, stimato da tutti, sentiva forte la vocazione e si identificava gioiosamente con il messaggio avventista. Era omosessuale. Lo aveva confidato al professore più spirituale della Facoltà. Non lo voleva essere in nessuna misura, poiché convinto che la pratica omosessuale fosse un’aberrazione . Per anni ha digiunato, pregato, pianto, infine convinto di aver risolto si è fidanzato con un amica comune.  Alla vigilia del matrimonio, e del ministero, è letteralmente sparito. L’ho incontrato casualmente dieci anni dopo con un compagno. Mi  ha abbracciato e ha pianto.

 

Gennaro era invece un’ intellettuale di talento quando anche lui ci lasciò.

Lo ricordo sin dalla scuola del sabato dei bambini e poi da animatore degli esploratori. Era una presenza fissa agli incontri giovanili avventisti. Anche lui si confidò con dei pastori e provò a fidanzarsi. Anche lui ho incontrato anni dopo e anche per lui la chiesa era la casa da cui ha dovuto emigrare.

 

L’unica differenza tra Giacomo e gli altri due era la professione. Giacomo era un rappresentante di commercio, per il resto, la sua esperienza spirituale ricalcava in positivo quella degli altri. Anche lui se ne andò piangendo.

Cinque elementi accomunano questi tre soggetti, e gli altri omosessuali avventisti che ho personalmente conosciuti:

  • Erano omosessuali
  • Amavano la chiesa
  • Non volevano essere omosessuali
  • Hanno lottato per mutare la loro condizione senza riuscirvi
  • Hanno abbandonato la chiesa che amavano in silenzio perché non c’era posto per loro se omosessuali praticanti.

Mi vergogno un poco. E le tre risposte che io ho dato loro, ricavate dai nostri documenti, non mi convincono più:

  • La Bibbia condanna come innaturale l’omosessualità.
  • Si può diventare eterosessuali.
  • La chiesa ti ama e ti amerà sempre, ma ti accetta come membro unicamente se diventi eterosessuale o, al limite, se vivrai in castità.

Per rispondere alla prima domanda ho cercato di approfondire la tematica dal punto di vista biblico convinto che nella ricerca avrei rafforzato le mie risposte tradizionali e invece ho trovato che:

  • Non esiste nessuna trattazione biblica dell’omosessualità, fenomeno variegato e complesso, ma solo una proibizione categorica, dura, generica.
  • Due solo autori biblici sfiorano la problematica dell’omosessualità. Mosè e Paolo. Entrambi la condannano in maniera perentoria. Ma cosa intendono per omosessualità? Gli esegeti sono molti divisi tra loro. La biblista valdese Gabriella Lentini, ad esempio, fa sua la tesi di numerosi autori contemporanei secondo cui, Mosè e Paolo non avevano in mente la relazione di amore paritaria di adulti consenzienti ma “la prostituzione sacra tipica di tanti culti pagani, la pederastia, la violenza sui vinti.”[1]
  • Nessuna delle letture in tal senso mi convince pienamente.
  • Come che la si definisca, sono convinto che l’omosessualità non appartiene al disegno originario della creazione. Ma mi chiedo? Quanta responsabilità hanno gli omosessuali riguardo al mutamento avvenuto in questo quadro? E poi, quanti sono gli uomini che Iddio ha accettato, e che sederanno a tavola con Abramo, Isacco e Giacobbe, pur avendo vissuto pratiche di vita che certo non appartenevano al piano originario della creazione? Data la condizione dell’uomo(Matteo 19:8).
  • Pratiche di vita che compresero la guerra di sterminio, La schiavitù, la poligamia. Un rapporto omosessuale è più aberrante di un rapporto poligamo? O è più naturale? O è naturale lo sterminio dei cananei? Solo una cultura ottusa e maschilista può considerare la poligamia meno aberrante e meno distante dell’omosessualità, dal piano della creazione.
  • E il nostro stile di vita europeo e americano (quante automobili ha una famiglia benestante avventista?), che stiamo imponendo al resto del mondo e che sta distruggendo la creazione appartiene forse al progetto genesiaco?

Sulla seconda domanda ho scoperto che esistono varie forme di omosessualità ma tre in particolare.

Esiste l’omosessualità scelta, come pratica estrema della sessualità vista come mero fatto ludico. Essa è certamente una forma di omosessualità colpevole che l’accettazione del Signore lava e risolve.

C’è poi l’omosessualità surrogato, ossia il rapporto omosessuale che si consuma in assenza della possibilità eterosessuale. Avviene nelle situazioni di isolamento, nelle carceri, nelle campagne isolate, nelle zone di guerra…Anche questa forma è colpevole certamente ed è facilmente risolvibile quando le condizioni mutano e avviene un processo di conversione.

C’è infine l’omosessualità “naturale”, ossia quella dei tre esempi che ho illustrato. L’individuo, senza averlo voluto, senza averlo scelto è indifferente all’alterità sessuale e prova invece, sin dalla prima adolescenza, una forte attrazione per individui dello stesso suo sesso e assoluta indifferenza verso l’altro sesso.

Le cause di questa terza forma di omosessualità sono sconosciute per la maggior parte degli studiosi per i quali essa è una condizione irreversibile.

“Nel 1974 “La Società americana di Psichiatria” (APA) ha derubricato l’omosessualità dal catalogo delle malattie mentali”. Nello stesso modo, la voce omosessualità è stata soppressa dal Manuale diagnostico e statistico dei disordini mentali (DSM IV), il testo di studio standard delle università americane. Il 1° gennaio del 1993, l’Organizzazione mondiale per la Sanità si è associata nel cancellare l’omosessualità dal suo elenco delle malattie mentali.”[2]

La Regione Toscana in Italia, nella quale vivono 13.000 coppie omosessuali, per sensibilizzare la popolazione all’accettazione dell’amore omosessuale, ha affisso per le strade un manifesta dove appare un neonato con una fascetta al polso con la scritta omosex accompagnata da una frase : L’orientamento sessuale non è una scelta.[3]

Il valdese Paolo Ricca, il più noto biblista protestante italiano, scrivendo la prefazione ad un’opera sul tema, nel 1976, quindi 31 anni fa, scrive:

“Circa le ragioni che determinano od orientano un individuo in senso omosessuale, si formulano molte ipotesi, più o meno attendibili, ma per ora non si è in grado di andare oltre.”[4]

 

Il più che conservatore avventista Ekkehardt Mueller, 30 anni dopo non sa dire di meglio sulle cause dell’omosessualità:

“Ciò che veramente causa l’orientamento omosessuale di un individuo rimane ad ogni modo un mistero.”[5]

Non mi pare perciò che esageri La biblista valdese Gabriella Lettini quando fa sua la tesi di numerosi studiosi e teologi contemporanei secondo cui: “sia la testimonianza di molti uomini e donne sia la ricerca scientifica ci insegnano che l’omosessualità è una condizione in cui si viene “creati”[6] e non una scelta etica personale”. [7].

Voler risolvere l’omosessualità sul piano clinico, psicologico o spirituale rischia di creare perciò, più problemi di quanti non ne risolva.

Lo afferma un teologo del valore di Paolo Ricca:

Per coloro che “hanno una radicata coscienza della loro identità omosessuale, una terapia che tenda a orientarli in senso eterosessuale è di solito inconcludente e può aumentare le difficoltà del soggetto moltiplicando i suoi conflitti interiori.”[8]

Che una terapia intesa a riorientare sessualmente un individuo già fortemente orientato, aumenti i problemi dovrebbe essere un’ assioma di puro buon senso. Se l’eziologia è misteriosa come può una terapia essere efficace? Gli interventi sintomatici possono lenire il mal di testa non riorentare sessualmente.

Ovviamente, esiste anche una visione contraria che è però più che scientifica confessionale e ideologica.

Data la mia formazione, il mio ruolo, e la posizione attuale della mia chiesa, mi sono precipitato verso tutto ciò che è stato pubblicato in merito, come il pellegrino sahariano verso l’oasi. Salvo poi a rimanere con la gola asciutta.

Normalmente, i lavori conservatori, spendono il 95% delle pagine a dimostrare esegeticamente che la Bibbia condanna ogni forma di omosessualità, che l’omosessuale va compreso e accettato sino a che rimane casto. Poi in poche righe si afferma che la riorentazione sessuale è possibile nonostante nulla si sappia delle cause.

Così Springhett[9] nel 1988, così Ekkehardt Mueller[10] nel 2007.

La soluzione è nella potenza trasformatrice della grazia e sempre si presuppone che l’omosessualità sia risolvibile.

Quando poi i nostri autori vanno a cercare conferme sul piano scientifico citano autori, che guarda caso, sono esponenti del moralismo cattolico. Gli stessi che ritengono un’ideale necessario e praticabile il celibato casto dei sacerdoti.

Così fa Ekkehardt Mueller che citando Springhett prima afferma che : Il grande numero di eziologie ipotizzate come causa dell’omosessualità è la prova migliore della natura inconcludente di questo dibattito.”[11] Poi tranquillamente afferma che secondo Joseph e Linda Nicolosi “non esistono bambini o adolescenti omosessuali” –poiché – tutti siamo concepiti per essere eterossessuali.”[12] Per cui, l’omosessualità può essere prevenuta e perciò guarita. Non manca mai in questi casi la citazione forte e puntuale di Ellen G. White secondo cui:

“Una conversione autentica trasforma le tendenze al male sia ereditarie che sviluppate.”[13] Perciò: trasformazione o castità.

Se poi si vanno a cercare chi sono Joseph e Linda Nicolosi si scopre che operano nella Thomas Aquinas Clinic di Encino, in California. Sul sito internet della Facoltà è detto che: “Who would have thought that our experiment in Catholic liberal education would anticipate Pope John Paul II’s vision for Catholic education as set forth in Ex Corde Ecclesiae?”[14]

 

Ora, noi non vogliamo in nessun modo negare che esista una possibilità di prevenzione infantile e adolescenziale che possa risolvere forme di confusione identitaria, ne che vi siano forme di omosessualità risolvibili. E’ certo però che vi sono forme irrisolvibili.

Lo dimostrano le stesse cifre terribili fornite dagli stessi studiosi ottimisti sulla possibilità di mutamento. Robert A.J.Gagnon citato da Ekkehardt Mueller afferma che su “2161 pazienti trattati da 14 terapeuti dei risultati positivi sono stati ottenuti in 623 casi, il 28,8%.”[15]  Grosso modo la percentuale di successi degli alcolisti anonimi. I dati mi paiono agghiaccianti per quattro motivi:

  • Si tratta di un campione di persone fortemente motivate e perplesse;
  • Non si specificano le forme di omosessualità; E’ probabile che la maggioranza fosse omosessuale vicino alle due forme risolvibili sopra citate; l’omosessualità ludica e l’omosessualità surrogato.
  • Il 72% comunque non ce l’ha fatta.
  • L’autore non ci dice che cosa ne è stato di quel 28,8% qualche anno dopo.

Qualunque cosa però dicono i libri e le statistiche, mai potranno sostituirsi alla mia conoscenza personale di Luciano, Gennaro e Giacomo i quali:

– Non volevano essere omosessuali.

– Ce l’hanno messa tutta per riorentarsi o per essere casti.

– Hanno lasciato in silenzio la chiesa perché non ci sono riusciti.

E questo problema non mi pare sia corretto paragonarlo all’alcolismo sia perché alla base dell’alcolismo vi sono responsabilità chiare sia perché ne è chiara l’ eziologia.. Sia perché una relazione omosessuale paritaria e fedele (possibile come per gli etero) non distrugge l’individuo (geni dell’umanità furono omosessuali) e non crea nessun danno agli altri.

Ogni tanto qualcuno che si dice miracolato, attraverso la psichiatria o il prodigio, e che quindi, essendo lui stato “guarito” parrebbe che quel prodigio sia alla portata di tutti. Senza parlare del fatto che, sovente, questi “guariti” ritornano alla pratica omosessuale.

In ogni caso raccontare un miracolo per il superamento di una condizione sarebbe come dire a migliaia di malati di tumore all’ultimo stadio che essendone guarito uno possono guarire tutti. O affermare che se decine di persone scalano ogni anno l’Everest tutti lo possono scalare.

Di quale forma di omosessualità si occuparono Mosè e Paolo? Di tutte le forme? Anche di quelle irreversibili?

E il pentateuco, non vietava anche l’ingresso al tempio agli eunuchi resi tali da bambini senza nessuna responsabilità personale?

La terza risposta che ho dato nella mia carriera agli omosessuali, e specialmente alla coppia omosessuale che accettò da me Studi Biblici, è quella che mi soddisfa di meno: la chiesa ti ama e ti accetta, se diventi etero o se rimani casto.

La Chiesa Cattolica chiede ai preti di essere casti. Qualcuno soltanto ci riesce. Anche qui, abbiamo qualche miracolato. Chiedere a cuor legger di essere casti, nel senso di rinunciare alla pratica sessuale, può consentirlo solo la sessuofobia di un cristianesimo deviato.

Anche senza aver letto o condividere tutto Freud, la storia e la nostra esperienza personale, ci dicono che il desiderio sessuale è il desiderio dei desideri. Il mito di Paride ed Elena ne è una delle mille metafore. Il desiderio sessuale è il motore di tutte le industrie, da quella del cinema a quella dell’automobile; è l’anima della narrativa, perfino delle favole. Non esiste capolavoro letterario, cinematografico, scultoreo, pittorico, musicale dove il desiderio sessuale non gli sia centrale..

Come Adamo, davanti allo spettacolo mirabolante della creazione rimase comunque triste e sconsolato trovando il sapore della vita solo davanti ad una donna: –Finalmente!”, così l’essere umano, nello spazio e nel tempo pronuncia sempre il suo “finalmente” quando conquista il suo partner.

Gli esseri umani lavorano duramente 14 anni come Giacobbe per dire come Adamo: “Finalmente”, ma anche rischiano la vita, la galera, la tortura, e come Giulietta e Romeo, accettano con dolcezza perfino la morte di fronte al loro “Finalmente”. E la chiesa dice:, a chi arde: “Vi accettiamo soltanto se casti”.

Ossia: “pretendiamo dagli omosessuali una capacità repressiva della loro sessualità che quasi nessuno di noi “normali” sarebbe in grado di ottenere da se stesso”.(luca 11:46).

Io non sono in grado di dare una risposta migliore agli omosessuali avventisti di quella che da la chiesa. Sento però che questa risposta è forse corretta secondo la lettera degli scritti di Paolo e di Mosè, ma non secondo lo spirito degli stessi, se “la legge è fatta per l’uomo” e se i suoi precetti devono essere vivibili (Deuteronomio 30:11-14).

[1] Gabriella Lettini, Omosessualità, Torino: Claudiana 1993, p. 29, 32.

[2] Gabriella Lettini op.cit pag.19

[3] Giornale City distribuito gratuitamente a Firenze. Numero diffuso il 25 ottobre 2007, pag.6.

[4] Witte/Grubben/Gottschalk, Omosessualità e coscienza cristiana, Torino:editrice Claudiana 1976, pag13.

[5] Comitè de recherche biblique, Division eurafricaine de la Conference generale, Le Mariage, Dammaries-les-lis cedex, France : edition Vie e Santè 2007, pag. 298

[6] Gabriella Lettini, usa il verbo creare tra virgolette volendo affermare che l’individuò, nella sua orientazione sessuale, e figlio di cause complesse e misteriose che in qualche modo lo hanno reso quello che è.

[7]. Gabriella lettini, Omosessualità, Torino: Claudiana editrice 1999, p.38. Ella fa sua anche la celebre frase del premio Nobel Desmond Tutu che afferma: “noi abbiamo lottato contro l’aprtheid in sud africa perché eravamo colpevoli e perseguitati per qualcosa che non dipendeva da noi. E’ la stessa cosa per l’omosessualità. L’omosessulaità è una condizione naturale come il colore della pelle, non una scelta, non una malattia…Poca gente sceglierebbe l’omosessualità vista l’omofobia delle nostre società.” ibidem

[8] Paolo Ricca, op.cit. pag.17

[9] Ronald M.Springhett, Homosexuality in history and the Scriptures, Silver Spring (MD): Biblical Research Institute 1988.

[10] Ekkehardt Mueller, in Le Mariane, Comitè recherche biblique EUD, Dammaries-les-lys: Vie e Santè 2007, pp.293-343.

[11] Op.cit. pag.297

[12] Op. cit. pag.339

[13] Op.cit.pag.342

[14] https://www.thomasaquinas.edu/development/index.html ala voce Support the college.

[15] Op.cit.pag.301

6 commenti

Vai al modulo dei commenti

    • Manuela Casti il 12 Novembre 2021 alle 19:48
    • Rispondi

    Rolando, ti potrebbe interessare leggere una ricerca fatta dalla Andrews. Il campione e’ formato da giovani LGBTQ avventisti e le loro famiglie. I risultati sono drammatici. http://www.nacsw.org/Publications/SWC/SWC44_1&2.pdf

    1. Mi interessa e come cara Manuela, anche se ci metterò un po’ perché il mio inglese è assai povero. Grazie.

    • Salvatore Casti il 12 Novembre 2021 alle 13:26
    • Rispondi

    Nel 1977 Jack Mcintyre, membro da 4 anni di una assocciazione che si propone di ” Guarire gli omossessuali dal loro DISTURBO” , si suicida lasciando un biglietto con la scritta: ” DOVER AFFRONTARE IN CONTINUAZIONE DIO PER CHIEDERGLI PERDONO E FARGLI PROMESSE CHE SAI DI NON POTER MANTENERE, E’ TROPPO PER ME.” Già nel 1973 l’associazione degli psicologi americani APA, aveva depatologizzato l’omosessualità. ( da ” Vite Cancellate ” di Garrard Conley). Siamo in Arkansas, immersi in ambiente di Battistoni ultra conservatori dove ai giovani viene chiesto di purificarsi in queste strutture, processi che durano anni con esiti soggetti sempre a recidiva. I questi ambienti, ai giovani, figli di pastori o anziani, viene spesso chiesto, in un contesto di amici, di esibirsi in una narrazione su tema scelto spesso dai grandi; non raramente, i giovani, prima della narrazione, comunicano ai presenti il frutto delle loro ricerche su Internet riguardo terremoti, guerre e pestilenze, ne consegue un coro di Amen seguito da esclamazioni ” Il Signore è alle porte”. Questo è il modo di un genitore di sentirso orgoglioso del proprio figlio, ma se è gay Dio ti dice di non accettare una tale vergogna se non quarisce. In questo scenario triste mi consola un fatto provato: moltissimi ragazzi Gay, rifiutati dai genitori, riescono a realizzarsi nella vita dando esempio di serietà e competenza, non ultimo Alessandro Zan che tutti conosciamo. Che Dio ci metta lo zampino fregandosi degli uomini?
    Ciao Rolando, e buon sabato.

    1. Caro Salvatore, ho letto molte cose sul tema e numerose le ho incontrate di persone. Tra le cose che ho letto parrebbe che nelle strutture ben attrezzate per “vincere” la condizione omosessuale vengono ottenuti gli stessi risultati che ottengono gli alcolisti anonimi. Una percentuale bassissima. Da vedere poi qualche anno dopo a quanto si riduce e da vedere anche quali sono le forme di omosessualità che vengono superate. Ho conosciuto ragazzi che vivevano soltanto una fase confusione identitaria e che con pochi colloqui hanno trovato la loro via. Ho conosciuto casi come quelli che citi. Quando non si capisce la causa di qualcosa è pericoloso volerla curare. Dio mai se ne frega degli uomini ma ne è comunque libero. E a me pare che quando la loro condizione anche soltanto culturale è fortemente radicata, la conversione diventa una direzione di massima, non uno stravolgimento. Guarda le storie di Abramo, di Davide…Mi chiedo: com’è possibile che Dio abbia accettato Davide e la sua lega culturale di violenza, Abramo e la sua lega maschilista di poligamo e di concubinato…E non possa accettare la condizione drammatica di cui stiamo parlando? E’ una domanda non una conclusione alla quale diversi hanno risposto…Accusandomi di mettere in dubbio la potenza di Dio. E’ un po’ come dire ad un abitante del Bangladesh: “Lo sai che Gesù ha moltiplicato i pani”?

    • salvatore il 8 Novembre 2021 alle 17:30
    • Rispondi

    Ma, nelle chiese, quanti Rolando ci sono? Molto pochi, ma anche se ce ne fossero, un pastore illuminato e preparato non può, neanche pronunciare la parola “omosessuale” in una chiesa pronta ad alzare le barricate; se vuole la vita facile si adegua allo stato della chiesa anche per anni.

    1. Caro Salvatore, una comunità nella quale non si possa riflettere sulla condizione di esseri umani i quali vivono comunque un dramma esistenziale, è una comunità malata ed il pastore è li per curare. Quando leggo di ragazzi di 15 anni che si suicidano nello scoprirsi omosessuali.la chiesa che ha come modello il Buon Samaritano non può che almeno considerare. Anche se la normativa attuale non consente di risolvere il problema alla radice comunque esistono, come per tutto, soluzioni intermedie che non tolgono dignità alla persona e la possibilità di portare le istanze laddove si decide. Io ovviamente non parlo di via libera al libertinaggio e alla sessualità come gioco, ma alla condizione di esseri umani di assoluto valore che ho incontrato e incontro nella mia esperienza che nulla hanno a che fare con i depravati che pur esistono.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.