Libri e rose


Società e cultura
Libri, rose e un testimone dell’Evangelo
Una crociera dedicata alla cultura, ma profumata di sogni e di fede

«La nave dei libri» è una mini crociera letteraria che si svolge ogni anno e dura 5 giorni, quest’anno dal 20 al 25 aprile; l’organizzatore è l’editore della rivista di divulgazione letteraria Leggere Tutti, la rotta è quella tra Civitavecchia e Barcellona. Nella metropoli catalana si sbarca per 3 giorni durante i quali si può partecipare a numerose iniziative culturali e alla festa di San Giorgio dei libri e delle rose.
Tra i big di questa tornata: Carmine Abate, Roberto Gervaso, Massimo Carlotto, Roberto Riccardi… In tutto, 800 lettori e 17 autori, oltre ad attori, musicisti e registi. Tra gli ignoti al grande pubblico anche Rolando Rizzo.

Provo a condividerne le emozioni di quest’avventura, ricorrendo a una sorta di diario.

Gennaio 2013
Scrivo all’editore della rivista Leggere Tutti per chiedere di essere accettato come autore sulla «nave dei libri 2013». A sostegno della mia candidatura, cito le recensioni più che positive dei miei romanzi pubblicate sul periodico stesso.
Con sorpresa e grande gioia vengo accettato. Sarò inserito nel programma delle presentazioni e il giornalista Andrea Cuomo presenterà il mio libro Il terzo Treno.

Lunedì 15 aprile
Ricevo il programma dell’intera manifestazione, un bellissimo opuscolo di 50 pagine che riporta con cura l’intera serie degli eventi. Lo scorro con gioia e, ovviamente, cerco il mio nome. Trovo addirittura la mia biografia accanto a quella di Roberto Riccardi, uno dei più famosi giallisti sociali italiani ma, qualche pagina dopo, ecco la doccia fredda che gela la mia vanità: l’organizzazione, straordinaria per altri versi, riguardo alla programmazione si uniforma ai peggiori costumi tipici della Rai: il Papa e i suoi epigoni in primo piano e prime serate, protestanti ed ebrei all’una di notte! Ai libri di Bruno Vespa i talk show di tutte le reti; a chi avrebbe bisogno di un minimo di visibilità solo piccoli spazi, qualora vengano concessi, alle tre del mattino. I big presentano le loro opere nel salone delle feste, gli altri, spesso in contemporanea, lo fanno nel Caffè letterario: una denominazione fumosa per indicare semplicemente il bar della nave, dove ogni presentazione, nella migliore delle ipotesi, avrà quattro spettatori che passano lì per prendersi un caffè o un liquorino.
Per quanto mi riguarda, il mio libro dovrebbe essere presentato da un giornalista, in contemporanea con un talk show nel salone delle feste e animato, tra gli altri, da Carmine Abate (Premio Campiello 2013).
Mi domando se sia il caso partire, ma poi mi si accende una lampadina: lo spiraglio per una buona presentazione ci sarebbe; un po’ laborioso, forse, ma come molte situazioni disagevoli può rappresentare un’occasione di testimonianza. Organizzo un piano che prevede come prima cosa la stampa di un volantino pubblicitario. Provvidenzialmente, la mia presentazione è prevista il giovedì, durante la traversata di ritorno. C’è tempo per fare un po’ di promozione.

Civitavecchia. Sabato sera 20 aprile
Scendo alla stazione da un trenino di pendolari sporco e affollato. Sono accaldato e stanco. Il porto dista poco meno di un chilometro che decido di percorrere a piedi trascinando il mio trolley. Il Tirreno è assai mosso e l’aria profuma di mare. Alla fermata della navetta che conduce alla nave trovo Marina ed Elena, due giovani ragazze, e inizio con loro una simpatica conversazione sul chi siamo e cosa facciamo; alla fine, consegno i miei primi due volantini.
Causa mare mosso, la nave arriva in ritardo. L’attracco al molo è impressionante: dieci piani di luce, somiglia al Titanic e alla Concordia. Nella sala d’attesa la mia barba bianca favorisce curiosità e conoscenze, così diversi volantini giungono a destinazione, anche se con molta discrezione. Trovo la mia cabina, sono le 22.
La cena prevista per le 20 sarà servita alle 22.30. A tavola conosco belle persone, innamorate di libri, come me. Discutiamo dei nostri amori letterari. Riesco a dire che la mia prima passione in questo senso è la Bibbia, una raccolta che possiede insospettabili vertici universali di narrativa e poesia. A cena ho già delle amiche, alcune delle quali giovanissime. Il programma, come nei nostri congressi, viene posticipato: all’una di mattina si conclude con un omaggio a Franco Califano. Affondato in una capace poltrona ascolto il concerto come i ghiri in letargo, per fortuna, mi rassicurano i vicini: «Non ha mai russato!».

Domenica 21 aprile
Il programma comincia alla 10.30 ma tre ore prima mi trovo già sul ponte della nave per ammirare l’alba sul mare. È freddo sul ponte e il sole non si vede.
Il programma della giornata è ricchissimo: quattordici presentazioni in tre sale diverse, tra le quali quelle di Abate, Gervaso, Riccardi e Carlotto. Faccio delle scelte. Per ultimo, vado ad ascoltare la presentazione de Il padrone del vento, raccolta di poesie della brava poetessa romana Fiorella Cappelli. Sono belli i componimenti, densi di sentimenti, solidarietà e amore, ma è desolante il numero di presenti causa la scriteriata programmazione che tutela solo i diritti dei già famosi. E la brava Fiorella, di cui divento amico, non ha mai avuto esperienze di «colportaggio». Alle 20 circa, la nave arriva a Barcellona. Chi vuole può scendere a vivere la città by night. Io non ci penso nemmeno. Qualche «ciarla» con i miei nuovi amici, qualche altro volantino e poi nella mia cuccetta, stanco morto. Sono solo, posso russare a volontà…

Lunedì 22 aprile
Dopo colazione sbarchiamo: saremo ospiti in ottimi alberghi. Il programma annuncia delle visite guidate, e domani parteciperemo alla festa di San Giorgio che, come San Gennaro, per gli storici catalani non è mai esistito ma il mito resiste nel tempo.
Nel pomeriggio è previsto un tour organizzato nei luoghi che hanno ispirato i grandi artisti spagnoli del passato e del presente, o comunque quelli che hanno soggiornato a lungo a Barcellona, formandosi o ambientando nella città le loro opere: Cervantes, Eduardo Mendoza, Roberto Bolano, Ruiz Zafòn, Manuel Vazquez, Mirò, Gaudì e Picasso… Mi commuove il primo studio di Picasso in un vicolo trascurato e povero.
Negli intervalli faccio la conoscenza di Simone, la nostra bravissima guida, e con lui ci inoltriamo nella visione biblica dell’uomo che vede nell’anima, nel corpo e nello spirito, dimensioni non scindibili. È uno stagista universitario e si mostra interessato a un’idea che non sapeva essere biblica. Dovendo presentare il mio libro giovedì, se non mi pubblicizzo, saremo io e il giornalista… Ma forse il Signore ha voluto così poiché, vista la necessità assoluta di stabilire contatti, decido di farmi conoscere per quello che realmente sono: un testimone dell’Evangelo che prima di proporre i suoi libri presenta ciò che nei libri è espresso al meglio: il bene che il Signore mi ha fatto.

Martedì 23 aprile
Scendo alle 8.00 per la colazione. Nella sala che profuma di caffè e croissant, il buffet è ricco e pare allestito da un pittore. Tante e splendidamente disposte le proposte, tra le quali primeggiano frutti e dolcetti. Non c’è ancora nessuno, eccetto le cameriere e una signora dai molti anni e dall’aspetto nobile. Pare una contessa dell’Ottocento, nell’abbigliamento, nelle movenze, nel dolcissimo sorriso. Riempio il mio vassoio e le chiedo se posso sedere al suo tavolo. Mi risponde con un sorriso felice. Le chiedo se è un’insegnante; ne ha l’aspetto. Sorride: è un’ex cancelliera che ha sempre lavorato nel penale. Ma anche una sportiva che pratica ancora il parapendio e ama i libri. Chiede della mia professione. Le parlo di me e del Signore, che voglio continuare a servire anche su questa nave. Le offro il mio volantino e mi promette: «Ci sarò di certo! Anch’io, che non sono un’autrice, trovo penalizzante l’organizzazione delle presentazioni. E non è detto che i più famosi siano i più bravi!». Ovviamente, mi trova totalmente d’accordo.
Il mio albergo sorge in collina, piuttosto lontano dal centro di Barcellona, dove si trova la «Casa italiana delle culture». Decido di raggiungerla a piedi per vivere da vicino questa Festa dei libri e delle rose.
Quello che vedo è inimmaginabile: i grandi viali, le stradine, le piazze, i vicoli paiono quelli di un città che la notte ha trasformato in una sorta di gigantesca fiera. Rose fresche, soprattutto, dai rossi boccioli giganti, sparse sui tavoli, in enormi bouquet raccolti in cesti di vimini, secchi di rame, contenitori di giunchi intrecciati d’organza. Ma anche rose di carta, di legno, di ceramica, corallo, porcellana, madreperla, alabastro; in prevalenza rosse, ma anche bianche, gialle, rosa, perfino verdi. Fasci dai lunghi steli, spesso intrecciati di grano e offerti ai passanti da ragazze bellissime con la fronte cinta da corone intrecciate di roselline porpora, che ti fermano con grazia, ti invitano a comprare, insistenti, sorridenti, profumate di rose. E poi, i libri. Le famose Ramblas sono una fila ininterrotta di bancarelle che dalla collina arrivano al mare, in mezzo a una folla nella quale è difficile camminare. Davanti a molte di esse siedono scrittori, poeti, psichiatri, narratori famosi pronti ad autografare i loro lavori. Il tutto si protrae sino a notte inoltrata; molti uomini hanno tra le mani fasci di rose, le donne pacchi di libri. Compro anch’io due cammei di rose per le mie donne rimaste a casa. Trascorro il pomeriggio nella «Casa degli italiani», dove viene presentato un libro sulla storia del couscous. Alla fine due cuoche lo preparano in diretta e lo servono come pranzo.
In serata, un ottimo spettacolo su Pirandello, ricavato dal suo epistolario con l’attrice Marta Abba. Ennio Coltorti (bravo attore è famoso doppiatore, tra gli altri, di Gerard Depardieu, Ben Kingsley, Marlon Brando…) interpreta Pirandello, Maria Teresa Pintus è Marta Abba. Emerge la vita trionfante, solitaria e dolente di uno dei miti più acclamati già in vita.

Mercoledì 24 aprile
Con un gruppo di amici e una simpatica guida visitiamo le cattedrali più importanti di Barcellona. Predomina il gotico, volte immense e lontane, immagini di una divinità irraggiungibile. Mi entusiasma la grande cattedrale, dove l’austerità e l’immensità delle colonne è temperata da grandi vetrate che proiettano luci e colori. Tra i quattro compagni di viaggio ci sono due famosi scrittori; argomento di discussione: il protestantesimo e l’avventismo. Roberto Gervaso, poi, in un suo lungo intervento a presentazione di un libro che sta per uscire, insisterà molto sul male grande dell’Italia che non ha avuto la Riforma. A mezzanotte c’è un omaggio dedicato a Enzo Iannacci. Questa volta la sua genialità, profonda e strampalata, mi tiene sveglio fino alla fine.

Giovedì 25 aprile
È arrivato finalmente il gran giorno. Aggiungo al volantinaggio un’altra iniziativa personale: porto sul tavolo della presentazione cinque cofanetti contenenti la mia trilogia. Sono già esposti nella libreria della nave, ma il tragitto dal Caffè letterario alla libreria può essere letale in tempo di crisi. Inoltre, presso la libreria la trilogia costa 50 euro. Posso offrirla con un notevole sconto. Ho pagato personalmente la retta, non rubo niente a nessuno.
Il colportaggio ha funzionato alla grande. La sala è dignitosamente frequentata. Il giornalista Andrea Cuomo è bravissimo, ha ben letto e capito la mia fatica ne Il terzo treno. Con la faccia tosta da vecchio venditore di libri, pur se di scarso successo, chiedo a Ennio Coltorti, lì per caso, di leggere l’incipit de Il Mulino del Colognati e alcuni brani tratti da Il Viaggiatore. Lo fa da par suo e introduce molto bene l’intera trilogia.
Alla fine, i cinque cofanetti che ho posto in bella posa sul tavolo vengono tutti acquistati; le altre copie de Il terzo treno saranno vendute dalla libreria della nave.
Sogno un Congresso spirituale avventista in una simile crociera; per esempio, «Sulle orme di Paolo». Non costerebbe più che in un albergo. Sarebbe fantastico.
La crociera si conclude nella sala delle feste. Gli autori vengono chiamati sul palco uno a uno. Mi stringe la mano Roberto Gervaso e mi ripete: «In Italia ci è mancata la Riforma protestante». A Civitavecchia stringo tante mani, scambio molti indirizzi di posta elettronica. Mi dirigo a piedi al Bed and Breakfast che ho prenotato per passare la notte. Passo davanti a una piccola trattoria, mi fermo per mangiare qualcosa. Una coppia in fondo alla sala mi guarda e sorride. Mi viene spontaneo dare loro due volantini ma mi accorgo che la crociera è finita… Solo i libri continueranno a parlare, chissà quando e chissà come.

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