Gratta, e perdi di sicuro
Giocare d’azzardo è un vizio antico quanto il sogno della facile ricchezza . I soldati romani ai piedi della croce ne testimoniano l’abitudine giocandosi ai dadi la tunica di Gesù. Sino agli albori del Rinascimento però, giocare d’azzardo era un vizio privato, riguardava soprattutto il basso ceto ed era stigmatizzato dalla morale ufficiale.
Paradossalmente, è agli albori del rinascimento che il gioco d’azzardo, si insinua in punta di piedi nella società e nello stato per poi installarvisi definitivamente, infestante come la gramigna.
C’è addirittura chi sostiene che “la caccia alla dea bendata fu il primo “denominatore” comune tra diversi stati europei”. La moda delle lotterie si è diffusa in tutta Europa tra il 1400 e il 1600. Ben presto i sovrani europei pensarono che sarebbe stato fruttuoso per lo Stato sfruttare la passione smodata di tanta gente per i giochi e i sogni di una facile ricchezza.
I primi saggi in merito li realizzarono incoscientemente i religiosi belgi i quali nel 1465 organizzarono delle lotterie per costruire sia opere religiose che pubbliche. Accadde anche in Portogallo dove nel 1498 venne istituita una lotteria “umanitaria” i cui ricavati furono destinati ai più poveri. Sin qui però le vincite erano in natura.
Ma il “merito” della prima lotteria che dispensò danaro appartiene alla ricchissima Firenze del 1530. Luigi XV invece acquisì l’immortalità storica anche per aver fondato la “Lotterie National de ll’E’cole militare” come lotteria monopolistica che , nelle intenzioni, rendeva illegali tutte le altre canalizzando la febbre del gioco d’azzardo in favore dello Stato.
Ovviamente, i cinesi, a questa ricostruzione non ci stanno e come per altre invenzioni (dalla bussola agli spaghetti) ne reclamano la paternità che apparterrebbe alla dinastia Han tra il 205 e 187 AC.
Sino a non molti anni fa, in Italia le lotterie legali erano poche: il lotto, il totocalcio, la lotteria di Capodanno che già compivano notevoli danni. Negli ultimi trenta anni è avvenuta una vera moltiplicazione: il numero infinito di gratta e vinci, le lotterie virtuali nelle quali si perde istantaneamente… La loro pubblicizzazione sempre più aggressiva, credo siano forse il termometro più adatto in grado di visualizzare il degrado morale della nostra classe politica ancor più chiaramente di cose solo apparentemente più importanti.
Lo dimostra la giornalista Carlotta Zavattiero in Lo Stato bisca, uno splendido coraggioso libro di inchiesta pubblicato da Ponte alle grazie editrice.
L’autrice, documenti alla mano, dimostra che raschiare la vernice colorata di un gratta e vinci non è un gesto poco costoso è irrilevante ma, al contrario, assai significativo come sostegno sia a iniziative politiche scellerate che ad ulteriore supporto alla criminalità organizzata.
Uno stato che per salvare il patrimonio artistico e ricostruire le zone terremotate si affida alle risorse dell’azzardo piuttosto che a quelle morali e fattive non educa alla serietà, non esalta il lavoro su cui dovrebbe essere fondata la nostra Repubblica e il benessere di ogni famiglia.
Mai come oggi l’azzardo si offre a chi vive in Italia in forme tanto variegate: dagli schermi televisivi, a quelli del computer: Lotto, Superenalotto, Gratta e Vinci, scommesse, slot machine, poker online dilagano per un affare che oggi sfiora i sessanta miliardi di Euro l’anno equamente divisi tra pochi fortunati vincitor, che incassano briciole in rapporto a quanto speso, lo stato, i gestori dell’azzardo e le mafie che lo utilizzano per ripulire fiumi di danaro sporco.
Ma, sul campo di battaglia, poiché, pur se occulta, di guerra si tratta, restano migliaia di feriti e morti ogni anno: invalidi e militi ignoti ai cui orfani e vedove non sarà assegnata alcuna pensione e alla cui memoria non sarà innalzato nessun monumento
Il ministero della sanità sta però gia sperimentando unità di cura nelle ASL per disintossicare i giocatori compulsivi come si fa per i drogati e gli alcolizzati. In almeno nove regioni italiane sono state presentate delle proposte di legge riguardo la cura, la prevenzione e il sostegno alle vittime dell’azzardo. Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere.
Peccato che i grandi comici televisivi non sfruttano quasi mai i dialoghi grotteschi che potrebbe simulare immaginando cosa avvenga in certi incontri del Consiglio dei Ministri, di destra o di sinistra. Un dialogo simile, ad esempio non è poi così improbabile:
Ministro dello sviluppo economico: “Quest’anno le lotterie sono andate benissimo; gli introiti sono aumentate dell’ 11%, sono entrate nelle casse dello stato 12 miliardi. L’idea della Nuova lotteria per la ricostruzione dell’Aquila è stata geniale. Anche le accise sugli alcolici hanno fruttato più del solito. Circa 7 miliardi. In tutto abbiamo incassato 19 miliardi.”
Ministro del bilancio: “Alle dipendenza di alcol e droga da alcuni anni si aggiunge la dipendenza da gioco d’azzardo, che a sua volta porta all’alcol e alla droga. In diverse regioni , e anche nel Parlamento nazionale, si stanno elaborando disegni di legge intese a prevenire, curare, e sostenere le famiglie impoverite dal gioco…
Le Asl hanno dovuto e devono creare delle unità per curare i giocatori compulsivi e le loro famiglie, le pensioni di invalidità per alcolisti e depressi cronici sono lievitate dell’8%, poi sono aumentate le pensioni di reversibilità per i coniugi dei suicidi… Inoltre vanno stabiliti fondi di sostegno, mutui a tassi agevolati per i titolare di impresa a rischio di fallimento per debiti da gioco…Insomma in totale abbiamo uscite per 20 miliardi.
Commissario straordinario per la ricostruzione: Insomma, comunque i soldi entrati con la lotteria per la ricostruzione dell’Aquila ci sono?
Ministro del bilancio: Ah, ma allora non hai capito proprio niente. Non hai appena sentito che tra lilleri e lallera abbiamo incassato 19 e speso 20. Da dove vuoi che li prendiamo i soldi per l’Aquila.
Ministro dello sviluppo economico : Ma, forse possiamo fare un’altra lotteria…Mi è venuta un’idea geniale…Possiamo aumentare le tasse sulla pubblicità degli alcolici…
Ma forse il dialogo vero è ancora più stupido, e cinico.
Carlotta Zavattiero inizia il suo libro raccontando, attraverso una metafora geniale, la vicenda di uno di questi disperati, un caso limite certo, fratello di migliaia di altri meno pittoreschi i quali però, come il personaggio che racconta, distruggono anche loro se stessi e le loro famiglie, incoraggiati dallo stato:
“All’età di quarant’anni Antonio Tringale aveva trovato in lei lo scopo della vita: le dedicava ogni minuto libero e, quando le sue mani non la toccavano, la pensava. Per raggiungerla bastava salire cinquanta gradini, aprire una porta ed entrare nel monolocale che aveva preso in affitto. Da qualche settimana si incontravano lì quasi tutti i giorni. Prima di arrivare, Antonio fremeva al pensiero del contatto con lei; nel minuscolo appartamento nessuno li avrebbe sentiti e lui avrebbe potuto imprecare, e persino gridare se lei non avesse obbedito. In quella stanza era il padrone assoluto, il dominatore senza rivali. E lei sempre disponibile e vivace: le bastava essere toccata. Un’amante ideale. L’uomo entrò nel monolocale, investito dalla puzza di chiuso. L’appartamento non conosceva pulizia né aria fresca da giorni; l’odore stantio delle sigarette spente accumulate a decine nei posacenere; bottiglie vuote, di birra e superalcolici, mozziconi slabbrati impregnati dell’acqua giallastra che riempivano i bicchieri. Ma ad aspettarlo nel buio al centro della stanza c’era lei. Antonio accese il televisore sul tavolo. Il rumore della pubblicità ruppe il silenzio. Poi una successione di altri suoni: il tintinnio del mazzo di chiavi posato sul tavolo, il suono secco delle bottiglie da consumare; mancava solo lei, la voce della sua compagna. Antonio inserì la spina e, appollaiato su uno sgabello girevole,iniziò la partita con la sua slot machine”.:
Antonio Trincale, d’accordo con il proprietario di un bar, si era portato la slot machine in un locale appositamente affittato gettandovi dentro circa duemila euro al giorno…
Continua Carlotta Zavattiero:
“Antonio Tringale, finito addirittura in carcere per il gioco, interessa poco, perché business is business. Quello che conta è che il settore nel 2009 abbia raccolto complessivamente oltre 53 miliardi di euro, una cifra pari al 3,5 per cento del pil.” L’Italia è uno dei paesi al mondo dove si gioca di più e la crisi economica paradossalmente aumenta esponenzialmente il danaro buttato nelle slot machine e nelle lotterie.”
La bella notizia è che finalmente all’interno del Parlamento sono nate iniziative per almeno arginare questa frana morale, spirituale, economica. Sono state presentate tre disegni di legge che la senatrice Laura Allegrini ha unificato e presentato il 12 marzo 2012 alla Commissione Giustizia e Finanza del Senato, Ha dichiarato la Allegrini: “L’iniziativa legislativa nasce da una relazione della commissione bicamerale Antimafia, portata all’attenzione dell’aula un paio di mesi fa.
“Dalla relazione sono emerse una serie di emergenze. Su tutte quella che il gioco d’azzardo, specie quello delle slot machine, che ormai sta permeando il territorio nazionale… Per altro, due settimane fa abbiamo dichiarato l’urgenza di questi procedimenti per la gravità del tema. Il gioco d’azzardo, secondo studi medico-scientifici provoca una malattia che dà dipendenza e che incide sulle fasce psicologicamente più vulnerabili della società.
“Si stima che ci siano circa 17 milioni di persone coinvolte in questo tipo di attività e che circa la metà abbia tra i 15 e i 24 anni .”
il ministro della Salute, Renato Balduzzi ha anche dichiarato che:” la dipendenza da gioco “non riguarda solo un disturbo ma si presenta insieme ad altri quadri patologici, come la dipendenza da altre sostanze, in un quadro di comorbilità”. Lo stesso ha anche riferito che:“il Ministero della Salute e AAMS hanno predisposto uno schema di decreto che è ora all’esame della Conferenza Unificata”. Ma purtroppo ha anche detto che è necessario: “un intervento a 360 sul gioco, ma dobbiamo porci il problema dello strumento”, “non è tutto fattibile in via amministrativa: l’intervento a 360 sul gioco che intendiamo fare richiede qualche strumento che vada oltre la normativa vigente.”
Balduzzi è un ministro tecnico ma, temiamo che parli anche lui in politichese. Infatti tra l’ideale proclamato dell’intervento “a 360 gradi” e l’affermazione che però “non è tutto fattibile in via amministrativa” vengono inseriti misteriosi strumenti che “vadano oltre la normativa vigente” e che, certamente, non saranno mai trovati. Per cui, con la ragione ci aspettiamo una montagna che partorirà un topolino e con il cuore: la buona notizia che sia almeno considerato un reato la pubblicizzazione dell’azzardo, che lo Stato rinunci per sempre alla creazione di lotterie e che spariscano dai locali pubblici le slot machine.
Certo, quando il gioco d’azzardo assume le dimensioni che sta assumendo, non si possono non rileggere con rinnovata ammirazione le parole della serva del Signore pronunciate oltre un secolo fa:
In numerose occasioni Ellen White stigmatizza il gioco d’azzardo come mezzo fraudolento per sottrarre danaro ai poveri, per impoverire le persone agiate, per traviare i giovani convincendoli che esistano “Facili vie per avere danaro che non richiedono energie perseveranti e parsimoniosità.”
Ellen White è addirittura fortemente critica con le chiese che per raccogliere fondi ricorrono alle lotterie ritenendole “un metodo inventato da menti carnali inteso ad raccogliere danaro senza sacrificio.”
Addirittura ella afferma che: Il danaro non dato “volenterosamente per amore di Cristo come offerta volontaria, in nessun caso è accettabile a Dio.”
Ella porta ad esempio Mosè che per costruire il Tabernacolo non ricorse a nessun mezzuccio (lotterie, feste…) ma fece appello al cuore dei credenti e li invitò a dare per amore, volenterosamente .
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