Insonne come spesso mi capita, un’ora fa ho letto il Messaggero Avventista di febbraio che mi è arrivato proprio ieri. L’ho letto tutto e l’articolo che più mi ha colpito è a firma di Ismaele Di Maggio, un giovane che sa scrivere con rara sensibilità e talento. In ultima pagina, il direttore, vecchio compagno di studi a Villa Aurora e a Collonges, mi fa una sorpresa pubblicando a mia insaputa (e lo ringrazio) una mia poesia: Speranza.
Ho scritto questi versi nel 1976 a Tenno, durante un campeggio diretto da Ugo Visani. Io ero li come precettore. Erano ragazzi: Mimmo Floro, Euro Ruocco, Natalino Chiarappa, Marco Caracciolo, Gechi Marciano, Fabio Dezzi… E tanti altri… Ricordo grandi partite di calcio e straordinari fuochi da campo, per il quale, appunto, scrissi questa poesia. Mia moglie era incinta di Simona. Spero vi piaccia e vi auguro Buon Sabato.
SPERANZA
Di sentirti stanco ti accadrà ragazzo
Una radice secca
Sulla livida spiaggia del tempo.
Ti troverai versare amare
le lacrime dell’inutilità,
Ma abbi nel vortice un briciolo d’attesa;
Rivolgimi flebile appena un lamento di speranza
Mi sentirai vicino
ad asciugarti leggero gli occhi
e prenderanno forma dalle nebbie
Gli amici che non conoscevi,
Gli amori.
Mi sentirai curvato
come un ponte sull’acqua agitata
E pur faticoso il guardo sarà sicuro.
Allora ancora caleranno dolorose le sere e vivide nel blu
Sentinelle al dolore della terra
Palpiteranno tristi le stelle.
Ma già sarò dalla tua parte
Come il ponte disteso sui vortici del fiume
Al viandante sfinito
la cui meta è l’altra riva.
Alza la vela ragazzo! Salpa sicuro. Guarda!
Un orizzonte già splende di sogni.
1976 Tenno sul Garda
La poesia comparirà presto nel mio volumetto Il Nulla e l’incanto in stampa presso Ponte Vecchio editore di Cesena.
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