Lettera da un Colagnataru

pino-cirulloMulino-Locandina.Bologna

Mi scrive Pino Cirullo, sociologo e cultore storico-artistico dei tamburi, nato sulle sponde del Colognati, ora cittadino del mondo .

Egregio sig. Rolando
Il mio nome è Pino o Pinuzz come abitualmente venivo sempre chiamato fin dalla nascita. Casualmente, per fare un regalo di compleanno, ho trovato il suo libro in una libreria a Rossano e incuriosito ho acquistato una copia del “Il mulino sul Colagnati”. Oltre alla copia che ho dato in regalo ne ho preso un’altra per poi leggerla con calma di ritorno a casa, non più a Rossano ma altra località lontana (da più di 38 anni cittadino del mondo).
Mi sono avvicinato alla lettura del suo libro con molta cautela, quella che prende nelle grandi occasioni. Ma già dalle prime pagine mi ero sentito a mio agio per la scioltezza, l’enfasi e l’esatezza delle cose che lei diceva.
Lei racconta di cose che a molti potrebbero sembrare, come l’acqua, scorrevoli e suggestive, colorate che conservano la memoria del tempo che fu.
Ma per me non è così. La valle del Colagnati è la terra dove affondano le mie radici: radici culturali legate alla vita contadina e alla sua maestria di reinventare se stessa ad ogni stagione e le radici familiari quelle che da generazioni l’hanno occupata e trasformata nel tempo ma di rimando esse stesse ne sono state plasmate e forgiate al suo carattere.
Tutti i personaggi e i luoghi che lei cita sono dentro la mia testa come una mappa, così come vuole la migliore tradizione orale: il passaggio della memoria, quella da non dimenticare, quella che ci dice che la storia non è fatta solo da grandi nomi o grandi battaglie o da grandi avvenimenti ma da piccole storie di vita quotidiana e da persone umili e dignitose che la vivono pienamente e fino in fondo.
Voglio scriverle per ringraziarla. Grazie perchè erano anni che non riuscivo far emergere i miei sentimenti legati alla vita trascorsa a pieno ritmo nella mia adolescenza e prima giovinezza ( anni ’60 e inizio anni ’70) a Colagnati e grazie per aver fissato come una fotografia le storie legate a questa terra che altrimenti andrebbero dimenticate.

Pino Cirullo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.